"Siamo una sola famiglia". Usa, Italia e Argentina zoccolo duro di una futura "internazionale" di destra
nostro inviato a Rio de Janeiro
«Cara Giorgia, voglio dirle che non solo siete tra amici, ma in famiglia. Questa è casa vostra». Il bilaterale tra Javier Milei e Giorgia Meloni, per la prima volta in visita alla Casa Rosada, è appena finito e nelle dichiarazioni alla stampa che seguono l'incontro il presidente argentino non fa che confermare una sintonia che non è solo politica, ma anche umana. Lo si coglie nei dettagli delle immagini che rimbalzano da Buenos Aires, dove la premier italiana si è recata in visita di Stato al termine del G20 appena concluso a Rio de Janeiro. Tra i due non c'è solo grande cordialità, ma anche calorosi abbracci e ripetuti scambi di battute. Un'intesa davvero inusuale per due leader che prima si erano incontrati solo tre volte (il 12 febbraio a Roma, quando Milei ha scelto l'Italia come primo Paese Ue da visitare dopo la sua vittoria, il 14 giugno al G7 in Puglia e il 23 settembre a New York a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite).
Anche l'intervento di Meloni è esattamente sullo stesso tono, con la premier che non lesina elogi sottolineando come l'Argentina sia «il nostro punto di riferimento in America latina», non solo perché «il popolo italiano e quello argentino sono fratelli» e «la nostra storica amicizia è alimentata ogni giorno dalla presenza della più grande comunità italiana all'estero». Ma anche perché Roma e Buenos Aires hanno una «unità di vedute su diversi dossier» a partire da «Ucraina, Medio Oriente e crisi del Venezuela, che ci sta particolarmente a cuore».
Ma al di là delle questioni più stringenti su cui lavorare d'intesa e della cooperazione commerciale tra i due Paesi (in Argentina si contano 300 imprese italiane che impiegano più di 16mila persone con un giro d'affari di tre miliardi di euro), sul tavolo della prima visita di Stato di Meloni in America latina c'è anche l'idea di gettare le fondamenta di una sorta di internazionale dei Conservatori, una Lega mondiale delle nazioni conservatrici. Che avrebbe il suo zoccolo duro sull'asse tra Stati Uniti, Italia e Argentina. Un progetto ambizioso, di cui i due avrebbero parlato non nel bilaterale di ieri ma nella ben più informale cena di martedì nella residenza presidenziale di Quinta de Olivos. E che è tornato in auge dopo la vittoria di Donald Trump. Non a caso nei giorni scorsi il turbo-liberista Milei è volato a Mar-a-Lago, in Florida, per incontrare il futuro inquilino della Casa Bianca.
Meloni, ovviamente, guarda al progetto con grande interesse anche se si muove con prudenza in attesa di capire quali saranno le mosse della nuova amministrazione americana sul fronte dei dazi e del delicatissimo dossier Ucraina.