diMassimo Gramellini
«Rassegnati: non puoi cambiare la testa dei tuoi suoceri. Cambia le tue aspettative». Il consiglio di Massimo Gramellini: cercare di vedere meno suoceri e cognata, con grande distacco. Saggezza è restare turbati soltanto dall’imprevedibile
Buongiorno Massimo,
consentimi una premessa: ti scrivo fondamentalmente per disperazione. So che il cambiamento, se veramente lo si vuole, parte in primis da noi stessi. Tuttavia, se fosse così facile, non ci sarebbe disperazione e soprattutto non mi sarei affidata a questo scambio virtuale, che chissà se verrà preso in considerazione. Ti do un po' di numeri: ho 32 anni, una storia in corso da 5, una piccola di 1 e la fede al dito da 2. Mai o quasi mai una litigata per cose che riguardino direttamente noi (mio marito è un animo molto sensibile, forse talvolta troppo ingenuo, sicuramente un bel "leoncino"). La famiglia di lui, ahimè però, è un disastro da sempre. Mentalità gretta, paesana, vecchia. Invadente e giudicante, sempre molto svalutante, padre padrone, madre vittima/carnefice: non classicamente succube, per intenderci, ma anche tanto limitata. La sorella è la suocera della situazione. Infantile, appariscente e con tanti, ma tanti limiti legati alle sue profonde ferite di insicurezza. Insomma, per me, animo indipendente, libero, ribelle per natura, un massacro ogni volta. Con l'arrivo della nostra piccola le discussioni ovviamente sono aumentate perché lamentano di vederci poco e io, di contro, faccio di tutto per tenerli lontani. Mio marito è l'ago della bilancia: tendenzialmente non vuole avere questioni e finora ha sempre dato un colpo al cerchio e uno alla botte. Adesso però è esausto anche lui e vorrebbe un confronto chiarificatore con loro, ma io temo che anziché chiarire, la situazione peggiorerà, perché certe teste non le cambi. Consigli? Idee? Come si gestisce in modo sano e maturo una situazione del genere? Tengo al mio matrimonio e alla nostra bambina, e non vorrei mai arrivare a dover mettere un punto a questa situazione, diventata ormai tossica.
Quella delle premesse
CARA PREMESSA,
l'unico consiglio sensato che mi sento di darti è di seguire quello che ti sei già data da sola. Perché, lo hai scritto tu, «certe teste non le cambi». Passiamo la metà del nostro tempo a cercare di cambiare le teste di chi ci circonda. Amici, parenti, colleghi. Li vorremmo diversi, eppure dovremmo sapere quanto sia difficile modificare un carattere, dal momento che non ci riusciamo nemmeno con il nostro. Ogni problema è sempre un problema di consapevolezza: solo quando ti accorgi di fare qualcosa di sbagliato cominci a correggerti. Il guaio è che non ce ne accorgiamo quasi mai. E quando qualcuno, guardandoci da fuori, ce lo fa notare, il più delle volte ci offendiamo, chiudendoci in noi stessi e accusando chi ci ha mosso delle critiche di averci mancato di rispetto. Gli aspetti della personalità sono figli dell'abitudine, cioè di una ripetizione continua e alla lunga automatica di gesti e atteggiamenti mentali. Perché i tuoi suoceri e tua cognata possano assumerne di diversi, sarebbe necessario un duro lavoro interiore che quasi nessuno ha voglia di intraprendere. Un grande psicanalista mi disse: «Tutti i miei pazienti vogliono stare meglio, ma solo pochi vogliono davvero guarire». Non sono disposti a fare i sacrifici e gli sforzi necessari alla guarigione. Scartata l'ipotesi che la famiglia di tuo marito desideri cambiare il suo modo di fare, dovresti provare a cambiare il tuo. Smettendo di nutrire aspettative che restano perennemente deluse. E accettandoli per quel che sono, con i loro limiti, i loro pregiudizi, le loro pretese assurde, che però essi considerano normali. Sei in grado di farlo? A proposito di aspettative, non attenderti alcun aiuto da parte di tuo marito: quella è la sua famiglia di origine, non può smetterla di amarla e, se tu esasperi troppo il conflitto, finirà per sentirsi costretto a difenderla. Devi portarlo dalla tua parte senza dargli l'impressione che schierarsi con te equivalga a tradire loro. Servono diplomazia, visione strategica e risolutezza, nutrita però da robuste dosi di autocontrollo: alta politica, insomma, quella che purtroppo in politica non vediamo più...
L'alternativa è una rottura netta, drammatica. Sul breve potrebbe funzionare, ma alla lunga tuo marito potrebbe arrivare a rinfacciartela. La soluzione migliore resta quella che tu stessa ti sei suggerita: ridurre i rapporti senza guastarli del tutto. Vedere meno i tuoi suoceri, ma vederli bene, cioè con grande distacco e totale assenza di aspettative. I saggi dicono che la saggezza consiste nel rimanere turbati solo dall'imprevedibile - lo 0,1 per cento di ciò che ci accade - impedendo al restante 99,9, assolutamente prevedibile, di rovinarci l'umore.
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12 maggio 2024 ( modifica il 12 maggio 2024 | 11:32)
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