"La repubblicana più potente": chi è Susie Wiles, la donna che ha fatto vincere Trump

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La manager della campagna repubblicana Susie Wiles è l'influente figura che ha guidato la resurrezione politica di Donald Trump. Per lei in arrivo un ruolo chiave alla Casa Bianca?

 chi è Susie Wiles, la donna che ha fatto vincere Trump

Non c’è analisi del voto per le presidenziali americane che in queste ore non racconti di come siano state l’immigrazione e, soprattutto, l’economia a restituire le chiavi della Casa Bianca a Donald Trump. Una vittoria, riportano diverse testate negli States, che il miliardario avrebbe inoltre ottenuto mostrandosi agli elettori senza filtri e ignorando spesso gli inviti alla moderazione espressi dai suoi collaboratori più stretti. C’è però una donna a cui il tycoon avrebbe prestato quasi sempre ascolto e senza la quale forse la resurrezione politica di The Donald non sarebbe stata possibile.

Si tratta di Susie Wiles, la sessantasettenne manager della campagna elettorale di Trump, ringraziata per ben sette volte dal repubblicano durante il suo discorso della vittoria a Palm Beach. Wiles, soprannominata Ice Baby, è un nome che negli Stati Uniti sono in pochi a conoscere. Tra gli addetti ai lavori comunque la sua fama la precede. Politico l’ha definita la consigliera più temuta e meno conosciuta d’America mentre The Hill la descrive come la repubblicana più potente di cui non avete mai sentito parlare.

Wiles ha lavorato per diversi esponenti del Gop sin dalla fine degli anni Settanta, incluso l’ex presidente Ronald Reagan. Il suo incontro con Trump risale al 2016 quando ha gestito le operazioni in Florida del miliardario rifiutando di seguirlo a Washington dopo la vittoria. È nel 2021 che il tycoon, reduce dalla sconfitta alle urne e in parte isolato da amici e big del partito repubblicano dopo l’assalto dei sostenitori Maga a Capitol Hill, richiama Wiles affidandole la sua organizzazione politica.

Da allora l’influente consigliera ha lavorato nell’ombra con pazienza e senza sosta. Ha mantenuto dritta la barra nonostante gli scossoni dovuti ai guai giudiziari che hanno investito l’ex presidente e ha imposto la disciplina ad un candidato famoso per la sua assenza di freni. Dietro le quinte la manager della campagna ha lavorato inoltre per cambiare la percezione che gli elettori hanno di Trump. Non solo uomo d’affari ma anche nonno: “mostriamo le foto dei suoi nipoti”, l’ordine impartito agli assistenti del repubblicano per addolcirne l'immagine.

Il team di consiglieri guidato da Wiles è riuscito poi a convincere il miliardario a sostenere il voto anticipato e a corteggiare gli elettori che, dopo la sentenza della Corte Suprema sull’aborto, erano pronti a votare ai referendum a favore della protezione dei diritti riproduttivi a livello statale.

Non sempre la manager della campagna del Gop è riuscita ad arginare i peggiori istinti di Trump. Come quando il tycoon ha attaccato l'indispensabile governatore repubblicano della Georgia Brian Kemp definendolo sleale o quando ha richiamato nel suo team Corey Lewandowski, ex consigliere accusato di molestie. Ad ogni modo Wiles e il suo co-manager Chris La Civita sono riusciti a spuntarla in entrambi i casi ottenendo la pace tra l'ex star di The Apprentice e Kemp e il riconoscimento della loro autorità da parte di Lewandowski.

Per Wiles l’ultimo miglio prima del voto è stato il più difficile. Nei giorni antecedenti all’election day Trump è infatti apparso fuori controllo lasciandosi andare a dichiarazioni particolarmente incendiarie. La potente consigliera, ancora una volta, ha tenuto duro tranquillizzando il candidato repubblicano. Un’impresa titanica che a giudicare dallo tsunami rosso emerso dalle urne sembra aver avuto successo.

Adesso Wiles potrebbe veder premiato il suo impegno con il posto più influente alla Casa Bianca: quello di chief of staff del quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti.

In quel caso potrebbe dunque ritrovarsi lei ad essere l'unica adulta nella stanza in grado di porre un freno alle iniziative più spericolate di The Donald. E al confronto tale incarico fa già sembrare una passeggiata la gestione della campagna elettorale del partito dell'elefante.

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