GENOVA «E ora chi la sente, la Laura…». Il primo pensiero, appena saputo che era fatta, è stato per la moglie, Laura Sansebastiano. Che «il Bucci», come lo chiama lei, l’avrebbe voluto in pensione tra un paio d’anni o poco più, appena finito il secondo mandato da sindaco di Genova. Magari per quel giro sulla rotta di Ulisse a bordo della sua “Frally”, la barca a vela col vessillo di San Giorgio di cui si mette al timone ogni volta che può. Toccherà rimandare. Perché il timone da manovrare, per i prossimi cinque anni, per Marco Bucci sarà quello della Liguria. È lui, «u scindicu» che «u crìa», il sindaco che urla, come lo chiamano da queste parti, il nuovo governatore ligure.
L’ESULTANZA
«I cittadini con questo voto hanno detto che vogliono crescere, che rifiutano i signori del no alle infrastrutture», commenta lui a caldo, accolto al comitato di piazza Corvetto tra i cori “Mar-co”, “Mar-co”! Lo abbraccia Letizia Moratti, eurodeputata di Forza Italia (padre genovese). Edoardo Rixi, viceministro leghista, gli dà il cinque, Ilaria Cavo, ex assessora di Giovanni Toti, si complimenta. Non c’è l’ex governatore, ora ai servizi sociali, ma ha fatto sapere di essere contento del risultato. Perché Bucci è riuscito nell’impresa di raccogliere i cocci dell’inchiesta che ha disarcionato Giovanni Toti dal Palazzo della Navigazione generale, e a ribaltare i pronostici dell’estate. Quando il centrodestra dava la sfida per persa a tavolino, e sfogliava margherite di candidati civici che - puntualmente - rispondevano “no, grazie”. Poi, la mossa del cavallo, l’idea che spariglia le carte. «Chiediamo a Marco». Con la telefonata di Giorgia Meloni (quaranta minuti) che alla fine riesce a far cadere le ultime resistenze.
La moglie Laura, con cui “il Bucci” condivide la passione per l’alpinismo oltre che per la vela, non approva. «È matto, un incosciente, un capro espiatorio». Anche se - prevede - «vincerà». Perché l’ex manager genovese, laurea in chimica e un passato in grandi aziende come la Kodak, esordio in politica a 57 anni, è in remissione per un tumore metastatico alle ghiandole linfatiche del collo. Operato d’urgenza a giugno, poi di nuovo sotto i ferri - l’ha raccontato lui stesso in un’intervista al Corriere - per rimuovere 30 linfonodi, poi in radioterapia. L’ultima seduta subito prima del via alla campagna elettorale, il 3 settembre. «Capisco i dubbi sulle mie condizioni di salute, ma ho detto che me la sento», le sue parole. «Se mi rimangono tre anni di vita, li spenderò così. Se ne ho cinque, riesco a fare il presidente fino al termine del mandato. Se poi me ne restano altri dieci, me li faccio tutti in barca a vela».
Intanto può festeggiare, Bucci. Certo, a Genova non è andata bene. Sotto la Lanterna, Orlando batte il sindaco 52 a 44. È stato così per tutto lo spoglio, tanto che le facce, al comitato del sindaco allestito in piazza Corvetto, cominciano a distendersi solo a sera inoltrata, quando i numeri delle sezioni del Ponente - Savona, ma soprattutto Imperia, “feudo” degli Scajola - hanno fatto tirare un sospiro di sollievo: «Ce la facciamo». E poi «Bucci è uno che decide, dopo anni di immobilismo delle giunte di sinistra», ragionano i suoi per spiegarsi il flop nel capoluogo. «Chi decide scontenta sempre qualcuno». Il diretto interessato invece la spiega così: «Abbiamo aperto tanti cantieri, la gente non gradisce il disagio».
ADDIO BARCA
Piglio decisionista e modi burberi (anche se raccontano che ami girare in mezzo alla gente tra i caruggi, i vicoli della città vecchia), alla politica approda nel 2017, dopo 22 anni vissuti negli Stati Uniti e prima ancora in Svizzera. Raccontano che a “scoprirlo”, all’epoca, sia stato il leghista Rixi, quando Bucci era presidente di Liguria digitale. Non è un mandato facile, il suo: nel 2018 dovrà fare i conti con il crollo del ponte Morandi e con la ricostruzione, di cui è commissario straordinario. Cinque anni dopo, però, la riconferma arriva al primo turno: un trionfo, sotto la Lanterna dove il centrodestra non vinceva dagli anni Settanta.
Amante di De Andrè più che di Gino Paoli, Bucci ora vuol essere chiamato «il sindaco della Regione Liguria. Scrivetelo: vuol dire mantenere il nostro stile, quindi il nostro parlare con i cittadini, stare sul territorio». E la barca? Se ne riparla tra cinque anni.
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