«La rianimazione può non funzionare». La morte di Margaret Spada, la 22enne deceduta per una rinoplastica a Roma, è avvolta ancora nel mistero. Ma per il medico legale Vittorio Fineschi ci sono degli elementi chiave che possono aiutare a comprendere quanto accaduto. «La Procura ha costituito un collegio composto da un medico legale e da un anestesista rianimatore». Una scelta volta a comprendere non solo se il decesso era prevenibile, ma anche evitabile.
Come è morta?
L’autopsia chiarirà la causa del decesso. Delle ipotesi si possono fare. Essendo la rinoplastica un rimodellamento del naso che richiede l’uso di farmaci e anche di bisturi, può essere successo un incidente cardiovascolare legato al fatto anestesiologico. Anche se sono anestesie locali o sedazioni. Oppure potrebbe trattarsi di una complicanza respiratoria.
Elementi chiave?
La Procura ha costituito un collegio composto da un medico legale e da un anestesista rianimatore. Perché poi esiste anche il problema, a seconda della causa di morte, se era una morte non solo prevenibile ma anche evitabile. Cioè, se una volta che si concretizza una complicanza o c'è un avvenimento negativo, se è possibile comunque intercettarlo e ripristinare la situazione.
Possono aver influito sia i farmaci assunti prima che eventualmente dopo?
L’ipotesi è che potrebbe essere un anestetico anche locale che viene somministrato. Che può dare delle reazioni e alterare il ritmo cardiaco. Oppure l'induzione di un'anestesia e complicanze respiratorie che ne insorgono. Certo tutti i farmaci legati all'intervento stesso, che si presuppone inizi quando la persona è in buone condizioni psicofisiche.
Se la ragazza, prima dell'intervento, era titubante l'intervento si doveva interrompere?
Prima di iniziare un intervento, bisogna verificare il benessere psicofisico della persona. Visto che è un intervento a prevalente componente estetica. Non essendoci urgenze, un intervento elettivo su scelta della paziente. La prima valutazione che si fa è di insieme, cioè che la paziente sia in condizioni di essere sottoposta all'intervento.
L’edema cerebrale riscontrato cosa indica?
L’edema cerebrale è una condizione terminale che può essere causata da molte situazioni. Ad esempio l'arresto cardiaco, se prolungato. L’insufficienza respiratoria che sfocia nell'arresto cardiaco. L’edema cerebrale di per sé è una condizione dettata da un insulto che può essere cardiaco p respiratorio.
Si sarebbe potuta salvare?
Dipende tutto da ciò che troveranno al tavolo autoptico. Perché una volta che si individua l'organo che ha sofferto e che è causa dell'arresto cardiocircolatorio, si potrà dire con certezza se una rianimazione avrebbe potuto avere margine di successo.
Quale possibilità?
Possiamo restringere. O è un fatto primitivo cardiaco, cioè l'anestetico ha determinato (ma non sappiamo se è stato fatto in anestesia locale) una turba del ritmo cardiaco, cioè un’aritmia che ha portato a un arresto cardiaco, oppure ci può essere stata un’insufficienza respiratoria che ha determinato questo edema cerebrale.
Certamente in ogni studio deve essere presente, per le procedure di rianimazione, un'attrezzatura idonea. Risulta che fosse presente un defibrillatore.
Una rianimazione può non funzionare?
Certo. può lo stesso non funzionare. Lei si ricorderà il caso dei calciatori hanno avuto malori in campo. Non sempre il ritmo può essere ripristinato, il ritmo cardiaco con una rianimazione aggressiva e ben fatta può ripartire. Ma può anche non ripartire. Dipende qual è la causa dell'arresto.
I medici come proveranno a far valere le loro ragioni?
Credo che tutti, non solo i medici, sono in attesa di capire che cosa verrà obiettivato al tavolo autoptico.
Un altro dei dubbi riguarda una possibile patologia cardiaca congenita. Per un intervento del genere si richiede un esame per accertarla?
No. La cardiopatia congenita non viene svelata da un semplice elettrocardiogramma. Devo dire che è un'ipotesi percorribile, finché non verrà esaminato con attenzione il cuore. Spesso al tavolo autoptico ci troviamo di fronte ad anomalie cardiache che non sono state diagnosticate in vita.
Tempi per l’autopsia?
Sono quelli giudiziari dell'avviso a tutti gli interessati, qualche volta decorrono giorni prima di poter effettuare l'autopsia che è un accertamento irripetibile. Quindi deve essere data la garanzia a tutti di partecipare, famiglia e medici. Dopo di che, solitamente per casi così complessi siamo soliti prendere 60-90 giorni di tempo per consegnare la relazione scritta.