Il titolo di "Cavaliere" che, come un'eredità, passa di padre in figlia. Sembra chiudersi un cerchio. Marina Berlusconi, la primogenita del "Cav" per antonomasia, ha dedicato al padre l'onorificenza consegnatale al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
La stessa, ha ricordato la presidente di Fininvest e Mondadori, che l'ex patron di Forza Italia ricevette nel 1977: «Ricordo come fosse ieri quella giornata a Roma in cui mia madre, io e mio fratello Pier Silvio lo accompagnammo alla cerimonia per questa onoreficenza, ero una bambina, e quel momento resterà sempre nel mio cuore». Oggi, più di quarant'anni dopo, tocca alle 58enne Marina essere premiata come Cavaliere del Lavoro, un titolo, ha aggiunto, che appartiene «a tutte le persone che lavorano nel Gruppo Mondadori e più in generale in Mediaset e in tutto il gruppo Fininvest».
Marina Berlusconi, più azienda che politica
25 nuovi Cavalieri del Lavoro nominati il 2 giugno da Sergio Mattarella (su proposta del ministro Urso) e oggi premiati.
Tra questi, Marina Berlusconi. Prima figlia dell'ex premier e della sua prima moglie Carla Dall'Oglio, è oggi presidente di Fininvest, la holding di famiglia, e del gruppo Mondadori Editore. Un'eredità importante gestita con mano sapiente e dedizione totale, quelle di una donna determinata che ha escluso l'approdo tra gli azzurri ipotizzato da molti proprio in nome degli impegni da imprenditrice.
In Marina, d'altronde, c'è da sempre più azienda che politica. Lo ha ribadito anche qualche giorno fa all'inaugurazione del BookStore Mondadori alla Galleria Sordi a Roma: «Mio padre», ha detto Marina, «mi ha sempre sconsigliato» una discesa in campo. «Io faccio l'imprenditore - ha aggiunto la presidente di Mondadori - mi piace quello che faccio e questo vorrò fare nel futuro».
Marina Berlusconi: dedico a mio padre nomina a Cavaliere del Lavoro
Eppure qualche presa di posizione politica, come quella sui diritti civili che la vedrebbe più vicina alla «sinistra» di buon senso, Marina Berlusconi l'ha presa. Nel segno di un'apertura verso lidi più moderati e sensibiili ai diritti rispetto alla destra melonian-vannacciana, e in questo senso non sarebbe un caso la battaglia estiva di FI sullo Ius Scholae. Ma il giudizio sul governo, assicura, «è positivo».
La storia si ripete
Oggi la storia si ripete, se non in politica, sul lato imprenditoriale. A Silvio Berlusconi consegnò il titolo di Alfiere del lavoro il presidente della Repubblica Giovanni Leone nel 1977. Un riconoscimento che lo trasformò per sempre nel "Cavaliere", almeno fino all'uscita dall'Ordine nel 2013, quando divenne definitiva la condanna per frode fiscale nel processo sui diritti tv Mediaset e lui si autosospese dalla nomina. Fu l'ennesimo scontro del Cav con la magistratura, su cui si è espressa la stessa Marina giorni fa parlando di «certi giudici nemici dell'intero Paese». Poi, la riabilitazione dell'ex premier nel 2018 col Tribunale di sorveglianza di Milano che cancellò l'incandidabilità e gli restituì il titolo.
In uno degli ultimi incontri in ospedale tra il Cav e la sua adorata primogenita, di cui conosceva bene il talento, i due avevano parlato emozionati della possibilità che Marina ricevesse il titolo quirinalizio di Cavaliere del lavoro. Una possibilità che oggi è realtà, ma su questo Silvio Berlusconi non avrebbe avuto dubbi. «Già da quando aveva vent'anni», raccontava sempre agli amici, «Marina era la prima ad arrivare alle riunioni che contano». Già da allora, giovanissima, se ne intuiva la stoffa. La sterminata eredità di famiglia è in buone mani.