Matthew Perry, il ricordo di Jennifer Aniston a un anno della morte. La madre: «Non devo incolpare me stessa»

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E' passato un anno dalla morte di Matthew Perry, ma è difficile che il vuoto lasciato da un attore del suo calibro si possa riempire in così poco tempo. La generazione cresciuta guardando Friends pensa ancora all'indimenticabile Chandler Bing. L'amica e sua compagna di set Jennifer Aniston lo ricorda sui social e i familiari condividono le loro preoccupazioni e, a distanza di mesi dalla drammatica scoperta, il suo decesso cela ancora misteri.

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Il ricordo di Jennifer Aniston 

Ad un anno dalla morte Jennifer Aniston ha condiviso delle foto inedite di del suo amico per commemorare il primo anniversario della sua improvvisa scomparsa. Nella prima immagine, risalente a trent'anni fa, si vedono i due attori ai tempi in cui Friends stava diventando un fenomeno televisivo. L'attrice, con il caratteristico taglio di capelli alla Rachel, indossa una maglietta nera a maniche corte e un orologio d'oro, mentre Matthew, con una maglietta bianca e una giacca sportiva, scherza in una cabina fotografica.

Nella didascalia, Aniston ha scritto semplicemente "1 anno", aggiungendo il nome della fondazione creata in memoria dell’amico, insieme alle emoji di un cuore rosso, un cerotto e una colomba.

Le ultime conversazioni con la madre 

La famiglia dell'attore si è riunita per riflettere sulla sua eredità in un’intervista con Savannah Guthrie del programma “Today”. La madre di Perry, Suzanne Morrison, il patrigno Keith Morrison e le sue tre sorelle hanno parlato delle difficoltà vissute. «Sono emozionata» ha raccontato la madre, riferendosi al processo fissato per marzo 2025, «La cosa che devo imparare adesso, [ed è] molto dura... è che devo smettere di incolpare me stessa, perché mi distrugge». Keith Morrison ha aggiunto che spera che questo processo metta in guardia coloro che vendono sostanze pericolose. Perry è deceduto il 28 ottobre 2023 a causa degli effetti della ketamina. Il decesso, avvenuto dopo essere stato trovato privo di sensi, riverso a pancia in giù nella sua vasca idromassaggio, è stato classificato come accidentale. Nell’anteprima dell’intervista rilasciata venerdì, la madre ha condiviso una delle sue ultime conversazioni con Perry, raccontando che, poco prima della sua morte, l'attore le aveva mostrato una delle sue nuove case, dicendole: «Ti amo tanto e sono così felice di essere qui con te ora». Questo momento l’aveva colpita, quasi come fosse una premonizione: «Non ci avevo pensato allora, ma mi ha colpito quanto fosse stato raro un momento simile negli ultimi anni.

Era convinto di potercela fare». Per sostenere coloro che lottano contro la dipendenza, la famiglia ha fondato la Matthew Perry Foundation of Canada, con la sorella Caitlin come direttrice esecutiva.  Adesso il loro unico obiettivo è ottenere giustizia ora che è stata fissata la data del processo per due delle persone accusate di aver fornito droga a Perry.

Il mistero della regina della Ketamina 

All’inizio dell’anno, la DEA e il LAPD hanno avviato un’indagine per identificare i responsabili della fornitura di droghe a Perry, concluso ad agosto con l’arresto di cinque persone, tra cui l’assistente di Perry, alcuni medici e Jasveen Sangha, nota anche come la “Regina della ketamina”. Poche settimane dopo la tragica morte dell'attore la donna accusata di avergli fornito gli stupefacenti continuava a mostrare online la sua vita lussuosa e senza preoccupazioni. Pubblicava foto di viaggi glamour in Giappone, Messico e altre destinazioni esotiche, godendosi hotel di lusso, caviale e bevande tropicali. Ma la sua vita vera non aveva niente a che fare con tutto questo. Abitava in un appartamento modesto a North Hollywood. Un "nascondiglio" dove, per almeno cinque anni, avrebbe prodotto e distribuito droghe illegali, tra cui la ketamina, una sostanza che sarebbe arrivata dal suo covo alla casa di Perry causandone il decesso. Quando le autorità hanno fatto irruzione nell'appartamento di Sangha a marzo, hanno trovato cocaina, ketamina e pillole di metanfetamina. Sangha era già stata arrestata per spaccio a marzo, rilasciata su cauzione, ma riarrestata in agosto dopo nuove accuse federali legate alla morte di Perry. Un giudice revocò la sua cauzione, ritenendola pericolosa per la società. I procuratori ancora non sono riusciti a capire in che modo si sia finanziata, poiché risultava disoccupata almeno dal 2019 e aveva già avuto precedenti per possesso di droga. I documenti legali sostengono che nonostante fosse a conoscenza delle conseguenze mortali del suo prodotto — con la morte di un'altra persona avvenuta nel 2019 — Sangha avrebbe continuato indisturbata la sua attività di spaccio.

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