La puntata di Report andata in onda domenica 27 ottobre ha mosso accuse all'Italia sul naufragio del 17 giugno 2024 tra Grecia e Calabria. Kelany: "Scandalosa la posizione assunta durante la puntata"
Nella puntata di Report andata in onda ieri su Rai 3 è stato affrontato anche il tema dei migranti e, in particolare, il naufragio avvenuto tra il 16 e il 17 giugno 2024 a 120 miglia dalla costa calabrese, in corrispondenza di Roccella Ionica, dove poi i superstiti sono stati fatti sbarcare. Dal programma condotto da Sigfrido Ranucci si parla di un evento che le autorità avrebbero volutamente tenuto nascosto per evitare il "danno di immagine". Una ricostruzione che appare pretestuosa, così come lo è il parallelismo con quando accaduto a Cutro, non foss'altro che il naufragio di giugno 2024 è avvenuto ben oltre le acque territoriali italiani, a differenza di quello di febbraio 2023.
Il servizio di Report ha messo il focus sul veliero partito da Bodrum, in Turchia, che ha attraversato lo spazio acquatico della Grecia prima di affacciarsi in mare aperto, facendo rotta verso l'Italia dove, di fatto, non è mai arrivato. Gli 11 superstiti del veliero, partito con 75 persone a bordo, sono stati recuperati da un diportista e portati a Roccella. Secondo Report, la Guardia Costiera non avrebbe dato seguito alla notifica di Alarm Phone nel 16 pomeriggio, che a sua volta avrebbe avuto la segnalazione da un giornalista curdo in contatto con alcune persone a bordo. Lo stesso avrebbe anche il video girato a bordo dell'imbarcazione. Ma, soprattutto, il nostro corpo militare non si sarebbe attivato, non facendo di fatto il suo lavoro, e quindi sarebbe stato un diportista ad assumersi l'onere di recuperare i superstiti. E, per di più, dal Viminale ci sarebbe stato l'ordine di lasciar scivolare nel dimenticatoio il naufragio.
Ma queste accuse possono essere facilmente smontate, partendo da quella che la Guardia Costiera non si sarebbe attivata. È registrata una segnalazione di Alarm Phone che indica la posizione del barcone tre giorni prima dell'incidente: a seguito di quella segnalazione gli uomini italiani si sono attivati, chiedendo una perlustrazione a un mercantile in zona, coinvolgendo Frontex e attivando i canali a disposizione per la specifica segnalazione effettuata dalla Ong. Tentare di gettare discredito su un Corpo in prima linea sempre e comunque per il salvataggio in mare al solo fine politico appare pretestuoso. Così come l'accusa mossa al Viminale, in quanto il protocollo che è stato attivato è quello standard per rispondere adeguatamente a incidenti di questo tipo. Compreso lo sbarco delle salme in porti diversi, in ottemperanza alla disponibilità che viene data per le celle frigorifere, e lo smistamento dei superstiti negli ospedali in base ai posti letto in quel momento attivi e utilizzabili.
"Scandalosa la posizione assunta durante la puntata di Report di ieri sera con riferimento alla tragica vicenda del naufragio avvenuto nel giugno scorso tra le coste italiane e quelle greche", ha dichiarato la deputata di Fratelli d'Italia Sara Kelany, responsabile nazionale nel partito del dipartimento Immigrazione. "In maniera strumentale, rappresentano che la Guardia costiera non si sarebbe attivata tempestivamente e che il Viminale avrebbe voluto occultare il naufragio per non destare sensazionalismi dopo la tragedia di Cutro del febbraio precedente", prosegue l'onorevole. "È indecente fare speculazioni su fatti tragici, in cui hanno perso la vita molte persone e molti bambini, solo per tornaconto ideologico", ha denunciato ancora Kelany, sottolineando che quanto accaduto a giugno "è addebitabile unicamente a chi si è fatto pagare per affrontare un viaggio pericolosissimo, agli scafisti trafficanti di esseri umani e di morte".
Esprimendo solidarietà agli uomini e alle donne della Guardia costiera, l'onorevole Kelany si è poi rivolta al programma Report: "Dato che nulla mai è stato occultato alla stampa, come provato dal fatto che i reporter locali erano pienamente consapevoli dei tragici fatti, come mai solo oggi se ne interessa? Forse perché compulsato dagli interessi di organizzazioni non governative che non vogliono che sia approvato il decreto che le costringe a segnalare proprio a Guardia costiera gli avvistamenti aerei?".
Si vergogni, ha concluso, "chi specula sulle vite umane, perché il peggior sfregio si fa proprio a chi ha perso la vita in quel disastro ed alle 26.000 vittime che in questi ultimi dieci anni sono state inghiottite dal mar Mediterraneo".