Fdi: "Deve decidere la Corte d’appello". Bruxelles studia una lista di Paesi sicuri mentre Olanda e Norvegia chiudono i confini
Mentre in Italia i giudici bloccano i rimpatri rapidi dei migranti inviati in Albania, in Europa si studia la nuova procedura che dovrà accelerare l’attuale, per riportare nei Paesi d’origine i clandestini che non hanno diritto all’asilo politico, oltre ad altri provvedimenti per fronteggiare l’emergenza immigrazione. Il problema dei rimpatri è centrale per tutti e 27 i Paesi dell’Ue, come si vede dall’Olanda che chiude clamorosamente le frontiere e la Commissione ha promesso che nel 2025 avrebbe provveduto sveltire l’iter. Si discute anche di una lista europea dei Paesi sicuri, che eliminerebbe le diatribe a livello nazionale e i ricorsi alla Corte di giustizia di Lussemburgo, come è avvenuto nel caso italiano.
In pratica, la politica sui migranti che il governo Meloni sta cercando di applicare anticiperebbe i provvedimenti di Bruxelles.
Intanto, sull’onda delle polemiche per le critiche di Elon Musk ai giudici che hanno riportato in Italia i migranti dei centri albanesi, scoppia in parlamento una bagarre tra maggioranza e opposizione. L’occasione è un pacchetto di emendamenti al decreto Flussi, in cui è confluito il decreto legge sui Paesi sicuri, che si trova ora all’esame delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera. Quello centrale prevede che siano le Corti d’appello, in composizione monocratica, a decidere sulla convalida dei provvedimenti di «trattenimento» dei richiedenti asilo e non più le sezioni immigrazione dei tribunali, alle quali resterebbe la competenza per le controversie sull’impugnazione di provvedimenti per il «mancato riconoscimento dei presupposti per la protezione speciale».
Le opposizioni lo battezzano subito «emendamento Musk» e per la capogruppo democratica alla camera, Chiara Braga, il tycoon di Tesla «chiede e Fdi esegue». I dem parlano di «vendetta» nei confronti dei magistrati, anche Riccardo Magi di Più Europa dice che «non potendo cacciare i giudici che non obbediscono, per mascherare il fallimento dell’esperimento albanese», la maggioranza cambia le competenze. Dalla sinistra «solo affermazioni destituite di fondamento», ribatte la relatrice del provvedimento e responsabile immigrazione di FdI, Sara Kelany.
Ma in Europa, nella Commissione presieduta da Ursula von der Leyen, si sta studiando la previsione della nuova procedura rapida, in base alla quale gli stranieri provenienti da Paesi con basso riconoscimento di asilo, devono essere ospitati in centri speciali di accoglienza, formalmente esterni al territorio comunitario.
Ci sarebbe anche la possibilità per i Paesi chiamati a sostenere quelli con maggiore pressione migratoria (l’Italia è ovviamente tra questi) di sostituire l’assunzione di una quota di migranti con il pagamento di una certa somma per ciascuno di essi. La difficoltà dei rimpatri nei Paesi d’origine dei clandestini è fortemente sentita dai 27 Membri dell’Ue, tanto che la Germania è arrivata a rimpatriare addirittura degli afghani.
Ecco perché ci sono forti pressioni per ottenere una semplificazione della procedura, almeno per quella minoranza di casi in cui il diritto di asilo può essere escluso più facilmente, ad esempio per chi si macchia di gravi reati e non proviene da zone ad alto rischio.
Sulla lista dei Paesi sicuri, invece, la Commissione fatica a trovare consenso ampio per le resistenze a cedere ancora un po’ di sovranità nazionale, soprattutto da parte degli Stati dell’Est.