Milan-Napoli, la potenza della coppia dei sogni e la migliore difesa della serie A

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Si è riaccesa la coppia dei sogni nella notte del Meazza. Lukaku-Kvara hanno piegato il Milan e rafforzato la leadership del Napoli, che si è portato a +7 sull’Inter e a +8 sulla Juve, in campo oggi. E il distacco dai rossoneri è di 11 lunghezze.

Questi numeri danno il senso dello strapotere azzurro. È certamente presto per stabilire quante chance abbia la squadra rivitalizzata da Conte, con il decisivo contributo dei milioni (150) investiti da De Laurentiis, di riportare lo scudetto a Napoli, a due anni dal trionfo di Spalletti che ieri sera ha visto i suoi vecchi ragazzi dominare, andando a segno al secondo tiro. Il severo ciclo di partite prima della sosta è cominciato nel migliore dei modi e questo lascia pensare che il primo posto possa essere consolidato nelle prossime settimane, consentendo di spostare la prospettiva. D’altra parte, Conte - attento nelle valutazioni e nell’esposizione degli obiettivi - è venuto qui per realizzare un altro grande progetto: lui vuole vincere, non solo partecipare, dovunque vada.

Il Milan è arrivato al confronto largamente rimaneggiato, tra squalifiche e infortuni, tuttavia vanno anzitutto evidenziati i meriti del Napoli che ha vinto la quinta partita di fila. Grazie a questi risultati - e al lavoro con Conte - la squadra ha acquisito in queste settimane la consapevolezza del proprio valore ed ecco perché è partita bene al Meazza impedendo al Milan di uscire dalla propria metà campo nel primo quarto d’ora, dopo aver piazzato il colpo con Lukaku al 5’: servito da Anguissa il belga ha approfittato dell’errato posizionamento dei difensori rossoneri e il suo scatto è stato irresistibile per Pavlovic. Il Napoli ha resistito bene all’assalto del Milan, cercando la ripartenza giusta per il raddoppio, arrivato con Kvara. Un gol dei suoi, saltando due avversari e centrando l’angolo basso della porta di Maignan. La sua esultanza è stata intensa, conclusa portando il dito sul naso per invitare al silenzio. Probabilmente i destinatari erano i tifosi del Milan (cori razzisti anche ieri sera: ci sforzeremo di non fare mai l’abitudine a questa vergogna), la questione del contratto non dovrebbe entrarvi. È previsto oggi un nuovo round tra l’agente Jugeli e la dirigenza del Napoli. Un braccio di ferro sulle cifre sarebbe male interpretato, l’auspicio è che Kvara abbia voglia di continuare ad essere protagonista con la maglia azzurra, al contrario di Osimhen. I rapporti non possono sfilacciarsi e finire male.

Chi certamente è sempre più legato al vincente progetto di Conte è Lukaku, che la sua potente personalità si è ripreso la scena proprio al Meazza, dove aveva illuminato tante notti quando indossava la maglia dell’Inter. E non soltanto per il gol. Si è messo umilmente al servizio dei compagni, li ha sostenuti quando c’è stato da soffrire nel secondo tempo. Fonseca ha inserito Pulisic e Leao per raddrizzare la partita e verificare se vi fossero ancora le condizioni per sedersi al tavolo per lo scudetto. Ma i conti ha dovuto farli con la migliore difesa del campionato, in cui sono esaltati tutti, a cominciare dagli esterni Di Lorenzo e Olivera: rilevante la crescita dell’uruguaiano. Il Napoli di Conte sfrutta le qualità tecniche dei suoi uomini migliori e lotta, schierando anche una linea di sei difensori per proteggersi, con l’aggiunta di Mazzocchi e Zerbin. Il Milan ha cercato di attaccare e di togliere spazi al Napoli, che ha bruciato l’occasione per la terza rete con McTominay in un’azione aperta da Lukaku. Ma s’era alzato un granitico muro dinnanzi a Meret: i difensori azzurri sono stati monumentali. Fonseca non è riuscito a riaprire la partita e cominceranno adesso nuove riflessioni sulla sua posizione. È il destino di un tecnico che ha trovato un ambiente inquieto e ha potuto incidere poco finora. Al contrario di Conte, che ha le redini del Napoli saldamente nelle sue mani. Lo ha condotto al vertice della classifica e lo guida con disinvoltura, mai preoccupandosi dell’aspetto stilistico e badando ad aspetti più importanti, come la concretezza e l’equilibrio. Ecco perché a poco più di dieci minuti dalla fine ha tirato fuori Lukaku (vergognoso qualche ululato razzista) e Kvara, abbracciando entrambi, perché voleva vedere la freschezza e la determinazione di Simeone e Neres prima di esplodere nella festa finale. Avanti Napoli, domenica c’è Atalanta al Maradona.

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