Convenzioni con Castel Capuano, Castel Sant’Elmo, Floridiana e Certosa di San Martino - grazie a un accordo con la Direzione regionale Musei Campania del MiC - per mettere in rete questi siti e condividerne gli spazi all’insegna della sinergia istituzionale.
Una filiera per una offerta culturale che vede protagonista il patrimonio materiale e immateriale della città ma che esce fuori dal circuito tradizionale del Centro storico. Bello, bellissimo, ma saturo di turisti e visitatori anche napoletani al limite massimo sopportabile. Siamo già sulla soglia dell’ingestibilità. A Castel Capuano, Castel Sant’Elmo, Floridiana e Certosa di San Martino si sta costruendo la nuova offerta culturale della città. Nuova nel senso che eventi, mostre, visite, tour che si terranno in questi siti già entro l’anno e per le festività natalizie spostano e allargano il perimetro dentro il quale fruire la città. Una rete di castelli e musei quella che il Comune ha creato con le convenzioni. Si chiama policentrismo e per essere davvero tale deve includere l’intera città e dunque le periferie. Lì non ci sono siti storici ma c’è quel patrimonio immateriale da preservare che è la napoletanità. E così il concerto del 29 dicembre, che segna l’inizio delle iniziative per il Capodanno, si terrà a Ponticelli, al PalaVesuvio. Questa la strategia del sindaco Gaetano Manfredi che ha tenuto per se la delega alla cultura e ha affidato a Sergio Locoratolo il coordinamento delle politiche culturali del Comune.
La strategia
«L’amministrazione comunale - racconta Locoratolo - ha fatto della pervasività delle politiche culturali sul territorio una cifra fondamentale. Guardando ai luoghi per rafforzarne l’identità e svelarne il potenziale inespresso, per tessere una trama fitta e compatta che, dal centro alle periferie, accompagni lo sviluppo del tessuto sociale». Locoratolo spiega concretamente cosa si sta facendo: «In un’ottica ampia di valorizzazione del patrimonio cittadino, il Comune ha messo in campo una politica di collaborazione interistituzionale e mobilitato energie e risorse per la riqualificazione e rivitalizzazione di siti d’arte e cultura della città, comunali e non. A cominciare dal Maschio Angioino, a cui si vuole restituire, con interventi mirati e una programmazione di eccellenza, la centralità che merita».
Il progetto
Sul Maschio Angioino sono stati investiti 2,5 milioni del Pnrr: «Dalla rimozione delle barriere architettoniche, fisiche e cognitive alla predisposizione di ausili per una fruibilità aumentata, dalla ridefinizione dei percorsi alla valorizzazione degli spazi: il progetto ridisegnerà l’esperienza di visita del complesso monumentale di Castel nuovo e del suo museo in un’ottica di piena inclusività, consentendo a ogni cittadino e turista di vivere il castello in totale autonomia» conclude Locoratolo. Il restyling del monumento simbolo della città include il rinnovamento nella gestione e soprattutto nei servizi di accoglienza e orientamento, una rifunzionalizzazione degli spazi che lo valorizzino e consentano di apprezzarne la collezione e il valore storico-artistico, una ristrutturazione che partendo da quello che non si vede - come gli impianti - restituisca lustro al castello creando le condizioni perché ospiti progetti di rilievo internazionale.
Le sinergie
Con le sinergie istituzionali il Comune è riuscito a riaprire e valorizzare diversi luoghi di interesse storico-artistico come la chiesa di San Giacomo degli Spagnoli. E luoghi allo stesso modo iconici come l’Auditorium della Porta del Parco a Bagnoli dove si tengono conferenze e concerti. Sito che ricorda il fallimento di certa politica negli ultimi quarant’anni. A questi si sono aggiunte oltre 30 chiese dei quartieri periferici, coinvolte nella programmazione in accordo con l’Arcidiocesi. Sono - nella sostanza - numerosi gli interventi di recupero, rifunzionalizzazione e messa in sicurezza attivati presso diversi siti culturali cittadini e gli accordi e protocolli d’intesa siglati per estendere la programmazione culturale sull’intero territorio di Napoli, favorendo la fruizione di siti d’arte anche meno noti o frequentati. Significativa - al riguardo - è l’attenzione riservata alla chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato, che torna stabilmente fruibile e aperta alla città, e si prepara ad ospitare eventi e iniziative nell’ambito della programmazione culturale per le festività natalizie. Insomma Napoli tutta quale palcoscenico perché la parola d’ordine è destagionalizzare.
Il concerto
A Ponticelli, dunque, salvo colpi di scena a oggi nemmeno immaginabili, inizierà l’avvicinamento al 2025. In scena al PalaVesuvio andrà “Napoli Canta”, sul palco saliranno da Maldestro a Flo a Francesco Di Bella. Un parterre di cantanti e musicisti napoletani per omaggiare la “città della musica” con i Zezi che festeggeranno il loro cinquantesimo compleanno. È la prima volta che uno dei concertoni di Capodanno lascia il centro, piazza del Plebiscito, per andare in periferia. A conferma della volontà della giunta Manfredi di portare arte e cultura in tutta la città e di delocalizzare gli eventi, come già avvenuto con le fiere di food che hanno lasciato il lungomare per la Mostra d’Oltremare e piazza Municipio. Si tratta di una svolta, sul piano simbolico ma anche concreto, per andare oltre il centro e coinvolgere l’intera città nei processi produttivi nel tentativo di allargare anche in chiave turistica per condurre i visitatori alla scoperta di altri luoghi, poco noti ma ugualmente affascinanti, del capoluogo partenopeo.