Piazza Mercato a Napoli, la svolta il Comune: «Stop far west, incentivi a chi fa cultura»

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La sostanza è questa: portare eventi culturali, sociali, sportivi, fiere e tutto quello che potrebbe attrarre i ragazzi, giovani e giovanissimi, e costituire una alternativa alla strada che ormai viene vissuta come teatro di guerra tra baby gang rivali, a piazza Mercato.

Perché anche la notte in cui è stato ucciso Emanuele Tufano in quella Piazza sfrecciavano sciami di motorini con a bordo minorenni che si sfidavano. Proprio mentre a pochi metri un minorenne veniva assassinato con un colpo alla schiena. Dare nuova vita a piazza Mercato, è questo l’oggetto di una delibera proposta dall’assessora Teresa Armato - che ha la delega alle attività produttive e al turismo - supportata dalla forte spinta del sindaco Gaetano Manfredi. Documento che sarà portato in giunta probabilmente già la prossima settimana. Certo, il problema non è solo piazza Mercato, purtroppo a Napoli molti sono i siti dove questi ragazzi si misurano a colpo di pistola o all’arma bianca, ma quello è il punto più caldo in questi giorni listati a lutto. Questo l’obiettivo strategico e ambizioso che si è posto il Comune.

Il modello lanciato per piazza Garibaldi con una cogestione pubblico-privato è quello che si vuole coltivare. Nella consapevolezza che la repressione e avere più forze dell’ordine in campo è fondamentale ma senza una risposta della società civile tutta non si va da nessuna parte. Il rigoglioso tessuto associativo che pure insiste in quel luogo storico della città si sta muovendo. Per esempio è stato incassato il sì da parte di un pool di psicologi e avvocati pronti a costituire una specie di punto d’ascolto rivolto ai ragazzi e alle famiglie dei ragazzi, istituzione fondamentale dove non sempre vengono colti subito segnali di difficoltà dei figli. E poi gli imprenditori come in piazza Garibaldi dovranno fare la loro parte e pare che qualcosa si stia muovendo. In piazza Mercato sono nati marchi storici della sartoria, del pellame, poi diventate griffe internazionale.

Dare lavoro e togliere i giovani dalla strada è la prima opzione e servono investimenti anche dai privati. Del resto il modello “Piazza Garibaldi” nasce con questo presupposto poi inserito nella delibera che ha dato vita al bando al quale hanno risposto sì 40 aziende del posto. «L’Amministrazione comunale ha avviato attività pervasive volte all’attuazione di una politica per la cultura, intesa quale motore trainante dello sviluppo socio-economico del territorio, anche favorendo la nascita e il consolidamento di sinergie e reti di operatori e professionisti, attive a livello locale, regionale, nazionale e internazionale». Questo c’è scritto nella delibera per piazza Garibaldi probabilmente la stessa formula sarà utilizzata anche per quella di piazza Mercato.

Il Comune prepara degli incentivi - per ora - rivolti a chi proporrà progetti per riempire piazza Mercato. Eventi che devono avere un taglio anche sociale e non solo commerciale. Chi lo farà avrà forti sconti per l’occupazione di suolo pubblico e facilitazioni amministrative. Il ragionamento che fanno a Palazzo San Giacomo è questo: «Promuovere la realizzazione di eventi a piazza Mercato, anche per coinvolgere i giovani del territorio e dare vita a iniziative di carattere sociale volte a incentivare forme di socializzazione sul territorio». A chi si metterà a lavorare su questo terreno e proporrà eventi all’altezza il Municipio dichiarerà l’interesse pubblico al fine appunto di ridurre il canone che si paga per l’occupazione di suolo pubblico. Un modo per decentrare anche la movida dove spesso si verificano episodi di violenza. Invece di ammassare decine di migliaia di persone nel Centro storico o a Chiaia piuttosto che al Vomero, offrire piazza Mercato che è pur sempre un centro pulsante della città molto collegato anche con i trasporti su ferro può essere una opzione importante. Tenere alta l’attenzione tutti i giorni sulla piazza e riempirla di contenuti e opportunità è la strada che si intende seguire.

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Le proposte delle Associazioni - a iniziare da quella storica “Assogioca” che raggruppa la gioventù cattolica presieduta da Gianfranco Wurzberger - vanno tutte in questa direzione. Un ragionamento e un momento di confronto ci sarà con altre Associazioni, quelle della Sanità quartiere nativo di Emanuele, che hanno indetto una assemblea pubblica a piazza Cavour per il 12. Si confronteranno persone e giovani del quartiere dove è avvenuta la sparatoria e il quartiere dove Emanuele viveva.

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