NEW YORK - Un Paese in cui la criptovaluta circoli liberamente anche per le transazioni di tutti i giorni. Un presidente dell’autorità di controllo di Wall Street entusiasta della moneta digitale. E leggi che liberino le compagnie del settore da vincoli e limitazioni. Dopo anni di incertezze, il mondo delle criptovalute è convinto che Donald Trump spalacherà le porte a una nuova ‘età dell’oro’, ma in versione digitale.
Uno dei personaggi più ricercati della squadra di transizione presidenziale è Howard Lutnick, consigliere di Trump, copresidente del team che si occupa di tenere i contatti con quello di Joe Biden, e tra i maggiori sostenitori del Bitcoin. Investitori e imprenditori del settore lo hanno contattato, lo hanno invitato a eventi e conferenze, convinti che Lutnkick darà un’accelerazione anche alla circolazione della moneta virtuale.
Il Bitcoin ha raggiunto ieri, a metà mattinata, una valutazione sopra i 93 mila dollari, diventando la criptomoneta che più ha beneficiato della vittoria di Trump alle presidenziali. L’asset volatile è cresciuto di oltre il 30 per cento in una settimana. Il dato è arrivato nelle stesse ore in cui l’inflazione su base annua è tornata a crescere, al 2,6 per cento. La politica della Fed di congelare i prezzi potrebbe non bastare. Ombre che non riguardano il mondo della moneta virtuale. Durante la campagna elettorale il tycoon aveva promesso di fare degli Stati Uniti la “capitale mondiale del Bitcoin e della criptovaluta”.
Tra le priorità dei big del settore adesso c’è la sostituzione di Gary Gensler, presidente della Sec, l’autorità di controllo di Borsa, l’uomo che ha emesso decine di regolamenti per limitare l’impatto della criptovaluta sui mercati finanziari. Tra i nomi indicati come successore, secondo il New York Times, c’è Dan Gallagher, direttore legale di Robinhood, la app di criptomoneta. Un altro è Chris Giancarlo, consulente di società del settore.
Lo scenario che si delinea potrebbe essere quello di uno scivolamento di alcune transazioni nella moneta digitale, dando un’accelerazione a una strategia che le società tech hanno provato ad attivare, finanziando in passato almeno cinquanta candidati al Congresso.
Sotto l’amministrazione Biden l’industria cripto ha faticato a trovare spazio. Il collasso nel 2022 della piattaforma di scambi Ftx aveva seminato il panico. La Sec aveva citato in giudizio compagnie come Coinbase, ritenuta tra i responsabili di questa bolla finanziaria che aveva mandato in crisi milioni di investitori. Il clima adesso è cambiato. Regna l’ottimismo. Top manager del settore hanno chiesto al nuovo Congresso di approvare leggi che rendano più difficile all’autorità di controllo perseguire le compagnie della criptovaluta per la violazione dei regolamenti.