Quindi, oggi...: i dazi di The Donald, il futuro dell'ex vicepresidente e Elon Musk
- Stiamo tutti qui a discutere dei dazi di Trump che al momento non ha ancora minimamente imposto, senza sapere contro chi intende attuarli e per quanto. Vorrei far notare ai paladini del libero mercato a targhe alterne che poco tempo fa l’Europa ha imposto tariffe doganali contro la Cina, scelta che ha prodotto ritorsioni su beni che noi esportiamo verso Pechino. Non dico che siano belli i dazi di Trump, ma perché consideriamo sbagliai solo i suoi e non anche quelli di Ursula von der Leyen? Chiedo per un amico…
- Cosa farà Kamala Harris, adesso? Facile: tornerà nell’ombra. E non per chissà quale motivo, ma perché se è arrivata alla corsa alla Casa Bianca non lo deve alle sue capacità bensì al fatto che il povero Joe Biden si è manifestato troppo rimbambito per affrontare una corsa alla presidenza. Ci ha provato. Le è andata male. Dubito che il Partito Democratico si affiderà tra quattro anni ad una che non avrebbero candidato se non fossero stati costretti a farlo.
- Ma anziché speculare sul possibile piano di pace di Trump per l’Ucraina, non potremmo almeno aspettare che prenda possesso della Casa Bianca?
- Le liti tra ultras fanno sempre schifo. Ed è sempre una “caccia all’uomo”, che questa sia condita da odio antisemita o banale rivalità tra squadre cittadine. Però è chiaro che picchiare un tifoso ebreo solo perché ebreo o chiedere a un tizio di mostrare la carta d’identità per dimostrare di non essere israeliano segna un altro passo. Drammatico.
- Interessante analisi di Federico Rampini dagli Stati Uniti. L’editorialista, che aveva votato Kamala Harris pur denunciando da tempo le esagerazioni della sinistra radical americana, ci fa notare che in California è passato un referendum che ripristina la perseguibilità penale per i furti nei negozi, soglia che era stata introdotta proprio da Kamala Harris quando era ministro della Giustizia californiano. Mentre a New York hanno cancellato le “debit card” che il Comune regalava agli immigrati irregolari, donando loro 1500 euro al mese a nucleo familiare per sopravvivere.
- Sono allibito dalla capacità di molti di fare figli e figliastri. Nel mirino di Massimo Gramellini oggi c’è quel buzzurro di Elon Musk colpevole di aver definito “scemo” Olaf Scholz in un tweet. Sintetizzo: una volta i politici (Berlinguer!, Berlinguer!) Si mandavano a quel paese con più garbo. Oggi è tutto un insulto gratuito. Vero, eh. Verissimo. Però vorrei sommessamente far notare che il Corsera ha tra i suoi collaboratori, elogiati e santificati in ogni dove, un tizio che di mestiere fa lo scrittore e che in diretta tv ha definito “bastardi” due leader politici. Quell’espressione ancora oggi viene considerata da certa stampa esempio della massima libertà di espressione di un artista. Se Roby può usare certi epiteti, spiegatemi perché Elon non può dare del pirla a Scholz. O no?
- Dopo averci assicurato che Melania Trump avrebbe lasciato Donald appena abbandonata la Casa Bianca, adesso che è tornata sul palco del neo-presidente, il Corriere sostiene che sarà una “first lady riluttante”. La verità è che la speranza dei progressisti italiani, il loro sogno segreto, è che un giorno finalmente Melania molli quel puzzone e si unisca alla battaglia contro di lui. Un po’ quello che è successo anche in Italia, con altre famose first lady. La verità è che quattro anni dopo, Melania è ancora lì. E nel suo libro non c’è nulla contro il marito, se non quell’uscita sull’aborto che - a ben vedere - sembra una mossa studiata appositamente per ammorbidire le tesi del marito e renderlo votabile anche dall’elettorato femminile.
- A quelli che “il maschilista Trump”, vorrei far notare che la prima donna della storia americana a diventare capo dello staff della Casa Bianca è stata nominata proprio dal “maschilista Trump”. Che poi è un po’ quello che è successo in Italia: attaccavano la destra per il maschilismo intrinseco, poi la prima premier donna l’ha prodotta la destra. Questo perché nella vita quello che conta sono i fatti, non le parole per quanto sguaiate possano essere.
- La domanda non è se Christian Raimo dovesse essere sospeso oppure no dall’insegnamento.
La domanda è che sia possibile che il Pd, tra tutti i problemi del mondo cha abbiamo, si intesti questa battaglia dopo quella su Fabio Fazio, Lucia Annunziata e Antonio Scurati. La lezione di Kamala non è servita: scegliendo di difendere l’indifendibile, hanno deciso di perdere. Ancora.