L'escalation di violenza ha portato il Viminale a decidere per la maggiore protezione dei confronti dei ministri finiti nel mirino dei facinorosi
L'aumento delle manifestazioni violente e delle minacce nei confronti degli esponenti del governo Meloni sta portando a serie conseguenze nell'ambito della tutela della sicurezza nazionale. Quanto visto a Torino durante la manifestazione di ieri, ma anche nelle altre città italiane è sintomo di una escalation, una spirale che non si riesce a spezzare ma che preoccupa sempre di più. Ne è la dimostrazione la decisione assunta dal ministero degli Interni di rafforzare la tutela per il ministro degli Esteri Antonio Tajani, per il ministro dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, e per il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara.
Tutti e tre gli esponenti del governo Meloni sono stati oggetto di minacce che si inseriscono nell'ambito delle proteste per la Palestina che si susseguono nel nostro Paese. Il titolare della Farnesina è stato addirittura il destinatario di una missiva da parte del sedicente "Movimento globale contro il nazi-sionista terrorista stato di Israele per la liberazione della Palestina", che ha minacciato l'uso delle armi nel nostro Paese se non si fosse interrotto il sostegno a Israele. Una lettera presa sul serio dalle autorità, tanto da arrivare a rafforzare il servizio di sorveglianza sul ministro, al pari di Bernini e Valditara, presi di mira nelle manifestazioni di piazza di venerdì 15 novembre. A Torino, per esempio, è stato dato alle fiamme un fantoccio con le sembianze del ministro dell'Istruzione e del Merito mentre nelle altre piazze sono stati portati in corteo cartelli con l'immagine del ministro dell'Università e della Ricerca imbrattate di liquido rosso a simboleggiare il sangue.
"Le minacce non intimoriranno né Valditara né gli altri componenti del governo italiano. Sono solidale con loro e con le forze dell'ordine che continuano ad essere aggredite da violenti militanti dell'ultra sinistra. Figli del popolo attaccati da figli di papà", ha dichiarato nella giornata di ieri il ministro Tajani a seguito delle manifestazioni di piazza, che hanno portato a quasi 20 feriti tra i poliziotti. "Desidero ringraziare tutti coloro che in queste ore hanno espresso vicinanza e solidarietà nei miei confronti e nei confronti di tutte le Istituzioni minacciate e oltraggiate. L'odio e la violenza, in ogni forma espressi, non hanno nulla a che vedere con il dissenso e la critica, ma spingono verso derive pericolose e imprevedibili", ha dichiarato il ministro dell'Istruzione. Il ministro dell'Università, invece, ha sottolineato che quelle di ieri "non sono state manifestazioni di protesta. Ma attacchi ai limiti dell'eversione, violenti, ingiustificabili".
La protesta, ha aggiunto, "anche se radicale, è sempre legittima in un contesto di rispetto delle regole democratiche. Qui siamo in presenza di reati di fronte a cui serve la massima severità da parte di tutti. Nè il governo nè la sottoscritta si fanno intimidire".