Space Economy, dietro la filiera di aziende la spinta delle università e dei centri di ricerca

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Il punto di forza dell'ecosistema aerospaziale è sicuramente la capacità di coniugare il comparto industriale con quello della ricerca. A parlarne è Luigi Carrino, presidente del Distretto Aerospaziale della Campania e docente dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, nel corso di un incontro sul tema «Generazione Space Economy» con gli studenti dei corsi di laurea in Ingegneria Aerospaziale. Ai numerosi ragazzi degli atenei campani, Carrino ha voluto sottolineare l'importanza del ruolo che potranno ricoprire un giorno, la formazione e le contaminazioni tra settori. Ha quindi elencato gli innumerevoli spazi industriali dove potranno esprimere al meglio il proprio talento, per incentivare quindi una consapevolezza delle risorse sul territorio, e ridurre così la fuga dalla Campania che ha tanto da offrire nell'aerospazio. 

Le università d'eccellenza 

Senza nulla togliere ai corsi di laurea proposti dagli altri atenei campani, Carrino si è soffermato su quello che esiste da più tempo, e quindi punto di inizio per la creazione dell'ecosistema aerospaziale. «Il corso di laurea in Ingegneria Aerospaziale dell'Università Federico II è molto più di un semplice programma accademico: rappresenta una tradizione, un laboratorio di idee e una fucina di talenti che proiettano la Campania nello spazio» ha sottolineato. «Noto per il rigore accademico e la qualità delle ricerche che sostiene - ha aggiunto - questo corso è tra i più apprezzati e rispettati nel settore, sia in Italia che all'estero. Gli studenti federiciani sono accolti nelle più prestigiose istituzioni e industrie aerospaziali, raggiungendo posizioni di rilievo grazie all'alta preparazione tecnica e alla loro capacità di innovare». Il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente, ha elogiato il livello di eccellenza accademica e innovativa che distingue il corso federiciano. E ha annunciato una partnership che offre agli studenti l'opportunità di svolgere tirocini e progetti con l'Asi, accedendo così a risorse e conoscenze impareggiabili nel settore aerospaziale. 

La ricerca

Il Centro Italiano di Ricerca Aerospaziale (Cira) è una nostra eccellenza. Qui si effettuano test esclusivi a livello mondiale, come quelli nel plasma wind tunnel, una galleria del vento al plasma che simula le condizioni estreme del rientro atmosferico per valutare la resistenza dei materiali. Insieme all'Osservatorio Astronomico di Capodimonte dell'Inaf, che sviluppa tecnologie per le missioni spaziali, questi istituti compongono un ecosistema avanzato che attira e forma i migliori talenti nel campo aerospaziale. «All'Inaf non si fa solo osservazione dello spazio dalla terra ma si sviluppano tecnologie tipo i rover che sono andati nelle missioni spaziali» ha aggiunto Carrino. 

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Le aziende 

Sempre di più imprese si stanno affermando nella messa a punto di soluzioni per lo spazio particolarmente importanti e si sono affermate a livello internazionale. MapSat, a esempio, fornisce prodotti e servizi di telerilevamento per il monitoraggio continuo del territorio. L'azienda gestisce la stazione terrestre a Benevento, dotata di tre antenne che comunicano con i satelliti ottici. MapSat fornisce dati satellitari in base ad accordi stretegici internazionali. Oggi è leader nel mercato dei prodotti e servizi a valore aggiunto per l'osservazione della Terra. Sab Aerospace, sempre nel Sannio, è invece specializzata nello sviluppo di sistemi meccanici e sottosistemi per satelliti e lanciatori. Il più innovativo è il sistema Ssms, (Small Spacecraft Mission Service) un sistema di lancio multiplo, ideato per il lanciatore Vega «che noi chiamiamo il dispenser di satelliti cioè una soluzione per cui con un solo lancio noi riusciamo a lanciarne in orbita un numero elevato, anche sessanta e ciò rende l'operazione molto meno costosa» ha spiegato Carrino. C'è poi Tsd Space di Pozzuoli che sviluppa sistemi di imaging, elettronica per payload, avionica per veicoli spaziali, elettronica per segmenti terrestri. E ancora, Ali, che si occupa di sistemi di rientro in atmosfera e di sperimentazione in orbita sulla stazione aerospaziale, tra cui i programmi Irene e MiniLab. 

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