Stessa diagnosi per Pifferi e Impagnatiello: cos’è l’alessitimia e come modifica le emozioni

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22 Ottobre 2024 8:31

Gli esperti incaricati dalla Corte d’Assise di eseguire la perizia psichiatrica su Alessandro Impagnatiello, reo confesso dell’omicidio di Giulia Tramontano, hanno diagnosticato all’uomo la alessitimia, la stessa condizione di Alessia Pifferi. Pur non trattandosi di una patologia psichica, la alessitimia può modificare la capacità di provare e riconoscere le proprie emozioni, con conseguenze anche sulla sfera comportamentale.

A sinistra Alessia Pifferi, a destra Alessandro Impagnatiello

A sinistra Alessia Pifferi, a destra Alessandro Impagnatiello

La parola "alessitimia" deriva dal greco e letteralmente significa "mancanza di parole per esprimere emozioni". Si tratta infatti di una particolare condizione psicologica che implica una scarsa capacità di riconoscere le emozioni, sia le proprie che quelle degli altri, causando problemi di autoregolazione affettiva.

Questa condizione è stata diagnosticata ad Alessandro Impagnatiello, l'uomo di 31 anni in carcere con l'accusa di aver ucciso la fidanzata Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, a Sanago il 27 maggio 2023, come da lui stesso confessato. Lo steso disturbo era stato diagnosticato ad Alessia Pifferi, la donna condannata all'ergastolo in primo grado per l'omicidio della figlia di 18 mesi, Diana Pifferi, avvenuto a luglio 2022 a Milano. Entrambi sono stati però ritenuti capaci di intendere e volere dalla perizia psichiatrica.

Cos'è la alessitimia

Come spiega il sito della Fondazione Humanitas, più che una patologia a sé stante, la alessitimia è una condizione o un tratto che può manifestarsi in diversi disturbi psicologici e psichiatrici o malattie di altra natura. Il termine è stato coniato agli inizi degli anni '70 dagli psicoterapeuti Peter Emanuel Sifneos e John Nemiah per indicare alcuni tratti spesso riscontrati nelle persone affetti da disturbi psicosomatici, che, secondo questa teoria, non potendo riconoscere e quindi elaborare le proprie emozioni, le manifestano in forma di sintomi fisici.

A proposito del caso Pifferi, la psicologa clinica e criminologa Debora Gatto aveva spiegato a Fanpage.it che "la persona alessitimica può essere definita come il classico analfabeta emotivo". Difatti prima dell'intuizione di Sifneos e Nemiah questa condizione psicologica era conosciuta semplicemente come "analfabetismo emotivo".

I sintomi della alessitimia

Sebbene in ambito scientifico l'attenzione su questa condizione sia piuttosto recente, negli ultimi anni sta diventando oggetto di diversi studi, anche in funzione del che la alessitimia può avere anche nel trattamento dei disturbi psichiatrici a cui è associata.

La consapevolezza emotiva – spiega infatti uno studio su Science Direct – è ciò che permette agli esseri umani di "differenziare, regolare e rispondere alle loro emozioni". La alessitimia va a compromettere proprio questa capacità causando "deficit funzionali che mostrano l'importanza della consapevolezza emotiva per plasmare il funzionamento umano normativo".

Un approfondimento di Fondazione Humanitas spiega che oltre alla disregolazione affettiva, per cui la persona alessitimica non riesce a misurare le reazioni alle proprie emozione, questa condizione può manifestarsi con una più o meno importante riduzione di empatia, ovvero la capacità di capire l'altro, mettendosi nei suoi panni.

Un altro modo in cui può manifestarsi l'alessitimia è una forte difficoltà a concettualizzare o verbalizzare le proprie emozioni: le persone che ne sono affette possono risultare incapaci non solo di parlare di emozioni, ma perfino di rifletterci o ragionarci sopra. Per questo spesso la condizione può implicare anche una difficoltà nel distinguere le emozioni dalle sensazioni fisiche e quindi nel riconoscere le prime in quanto tali. Tutto ciò comporta che nella maggior parte dei casi la persona affetta da alessitimia non ne sia nemmeno consapevole.

Come si cura la alessitimia

La alessitimia può manifestarsi in concomitanza di diverse malattie fisiche, come disturbi gastrointestinali, ipertensione e malattie coronariche, o di diversi disturbi psicologici, tra cui rientrano i disturbi d'ansia, i disturbi del comportamento alimentare, come anoressia e bulimia, e la depressione o i disturbi dell'umore. È stata documentata anche una forma di alessitimia associata ad eventuali traumi cranici.

Il trattamento di questo deficit emotivo si accompagna quindi spesso alle strategie di cura messe in atto per la cura del disturbo psicofisico a cui è associato attraverso un percorso di psicoterapia mirato.  Tuttavia, esistono terapie specifiche in ambito psicologico a cui di fa ricorso per trattare la alessitimia, come la terapia cognitivo-comportamentale e altre tecniche, che possono guidare il paziente verso una migliore conoscenza e consapevolezza delle proprie emozioni. Ovviamente è impossibile generalizzare, di volta in volta, sarà lo specialista, psicologo o psichiatra, a decidere l'approccio più adatto al singolo paziente.

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