21 Novembre 2024 15:48
Il giudice ha condannato l’assistente sociale che non ha denunciato le violenze delle quali è stata vittima Gloria Pompili a pagare 50mila euro. Non ha fatto nulla per aiutarla, la 23enne è morta uccisa a bastonate dai famigliari, perché non voleva prostituirsi.
Sul femminicidio di Gloria Pompili l'assistente sociale, che avrebbe dovuto segnalare le violenze famigliari ma che non lo ha fatto, è stata condannata a pagare una multa di 50mila euro. Il giudice del Tribunale di Frosinone ha stabilito che Sandra Nobile, ex operatrice dei servizi sociali del Comune, è ritenuta responsabile di omessa denuncia alla magistratura del contesto ambientale grave nel quale si trovava la ventitrenne, costretta a prostituirsi e massacrata di botte.
La Procura della Repubblica di Frosinone infatti dopo la morte di Gloria aveva indagato anche su quanto fatto dai servizi sociali in merito ad eventuali denunce o segnalazioni, per evitare che la situazione degenerasse e finisse in tragedia, così com'è avvenuto. L'assistente sociale non ha infatti denunciato le criticità del contesto sociale nel quale la donna era costretta a vivere, non ha fatto dunque nulla per aiutarla e allontanarla dalla spirale di violenze nella quale era costretta.
Condannati zia e compagno di Gloria Pompili
Il processo penale per il femmincidio di Gloria Pompili si è concluso a maggio del 2021 con la sentenza della Suprema Corte della Cassazione, che ha condannato a vent'anni di carcere la zia di Gloria, Loide Del Prete e a ventiquattro anni il compagno Saad Mohamed Elesh Salem. Entrambi sono riternuti colpevoli di averla massacrata di botte, fino ad ucciderla davanti ai figli piccoli.
Il femminicidio di Gloria Pompili
Il femminicidio di Gloria Pompili è avvenuto il 24 agosto del 2017. Gloria aveva ventitré anni ed era costretta a prostituirsi dalla zia e dal compagno, che la lasciavano sulla strada per poi andarla a riprendere dopo alcune ore, rubandole tutti i soldi che guadagnava. Il giorno in cui è stata barbaramente uccisa Gloria era in auto lungo la strada dei Monti Lepini nel territorio di Prossedi tra le province di Latina e Frosinone e sarebbe nata una lite con i suoi famigliari, perché non avrebbe guadagnato abbastanza. La macchina si è fermata, zia e compagno l'hanno massacrata di bastonate davanti ai figli piccoli ed è morta alcune ore dopo il pestaggio.