Ucraina: mentre Zelensky aspetta le presidenziali USA i russi continuano ad avanzare

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Mentre il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, attende con una certa apprensione il risultato delle presidenziali americane, l’esercito russo sta avanzando su quasi tutti i fronti, da Kursk a Zaporizhia, in quella che il comandante in capo delle forze di Kiev, Oleksandr Syrskyi, ha definito «una delle più potenti offensive russe». Secondo dati open source, citati dall’agenzia di stampa britannica Reuters, infatti, le truppe di Mosca sarebbero avanzate a settembre al ritmo più veloce da marzo 2022, conquistando nella sola settimana dal 20 al 27 ottobre quasi 200 chilometri quadrati  di territorio ucraino. Il 3 novembre, l’esercito russo ha dichiarato che le sue forze hanno preso il controllo del villaggio di Vyshneve, nella regione orientale ucraina di Donetsk, dove i russi avanzano con maggiore facilità. Le forze ucraine non hanno confermato la conquista del villaggio, ma lo Stato maggiore ha segnalato combattimenti nelle vicinanze. A confermare, invece, la perdita di  Vyshneve è stato il popolare blog di guerra ucraino Deep State, che ha anche avvertito che le forze moscovite si starebbero muovendo verso un villaggio adiacente.

La scorsa settimana, Mosca aveva annunciato la cattura della città mineraria di Selydov, vicino a Vyshneve: si tratta di un punto chiave in quanto aprirebbe la strada verso il principale snodo logistico di Pokrovsk, situato circa 20 km a nord-ovest di Selydove. Lo Stato maggiore ucraino non ha confermato la conquista della città, affermando però che gli attacchi russi più intensi lungo l’intera linea del fronte si stavano verificando nelle vicinanze di Selydove dove la Russia ha utilizzato sia aerei da caccia che bombardieri per supportare gli attacchi. Anche in questo caso, il sito ucraino Deep State ha, invece, confermato nella sua mappa che i russi controllano la periferia orientale di Selydove. Sempre nella regione di Donetsk, i russi avrebbero conquistato anche l’insediamento di Kurakhovka e buona parte della roccaforte di Toretsk. Il 3 novembre, lo Stato maggiore ucraino ha reso noto che le forze russe hanno lanciato 19 attacchi contro il settore Pokrovsk della linea del fronte lunga 1.000 km nell’Ucraina orientale. Anche nell’area di Kharkiv e Lugansk si segnalano progressi russi lungo il fiume Oskol nel settore di Kupyansk, città dove Kiev ha già ordinato l’evacuazione dei civili. Vitaly Ganchev, capo dell’amministrazione militare-civile della regione di Kharkiv, pochi giorni fa ha affermato che i soldati russi hanno fatto importanti progressi nelle aree di Svatovo e Kupyansk. In queste zone si segnalano pesanti operazioni di combattimento e le truppe ucraine avrebbero occupato le case dai civili per utilizzarle come depositi di armi e munizioni, secondo quanto riferito dal governatore della regione. Il 30 ottobre, Mosca ha annunciato di aver preso il controllo dell’insediamento di Kruhliakivka, vicino alla città chiave di Kupiansk, ma l’esercito ucraino non ha riconosciuto la conquista della città.

Per quanto riguarda la regione russa di Kursk, occupata dalle truppe ucraine lo scorso sei agosto, le forze di Mosca starebbero riguadagnando terreno: secondo blogger militari russi le forze russe sarebbero avanzate nei campi a nord e a nord-ovest di Pogrebki (a nord-ovest di Sudzha) e vicino a Novaya Sorochina (immediatamente a sud di Pogrebki), e avrebbero catturato una barriera frangivento a est di Malaya Loknya (immediatamente a sud di Novaya Sorochina). Lo riferisce l’Institute for the Study of War, affermando però di non aver potuto verificare in modo indipendente le informazioni.

Allo stesso tempo, considerate le difficoltà sul campo delle forze ucraine, Zelensky guarda con preoccupazione alle elezioni americane e accusa gli alleati di non fare abbastanza per sostenere Kiev. A pochi giorni dal voto statunitense il capo ucraino ha affermato che «Il prossimo presidente degli Stati Uniti può rafforzare o ridurre il sostegno all’Ucraina. Se tale sostegno si ridurrà, la Russia si impossesserà di altro territorio, impedendoci di vincere questa guerra». Naturalmente, ciò potrebbe accadere qualora venisse rieletto l’ex presidente Donald Trump che ha dichiarato di voler porre fine all’impegno americano in Ucraina, lasciando l’onere di sostenere Kiev ai soli Paesi europei. Per questo, il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha dichiarato che, in uno scenario del genere, le nazioni europee dovrebbero riconsiderare il loro sostegno a Kiev, poiché il continente «non sarà in grado di sopportare da solo il peso della guerra». Parallelamente, Zelensky agita la minaccia dei soldati nordcoreani in Russia, sostenendo che si trovino al confine con l’Ucraina. Ha quindi esortato gli “alleati” a smettere di «stare a guardare» e ad agire. Si tratta con ogni probabilità di una strategia per ottenere il sostegno occidentale che ora appare sempre più vacillante e per ottenere il permesso da parte degli USA ad utilizzare armi a lungo raggio americane contro il territorio russo.

Se da un lato, Zelensky teme che la vittoria di Trump possa comportare l’abbandono della causa ucraina, dall’altra, anche in caso di vittoria di Kamala Harris, la situazione sul campo di battaglia e la stanchezza delle nazioni europee potrebbero non garantire il successo di Kiev. Nonostante gli aiuti finanziari e militari occidentali, infatti, l’Ucraina si trova in inferiorità numerica e militare e non sembra in grado di contrastare l’avanzata russa.

[di Giorgia Audiello]

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