Vaticano, licenziato in blocco un altro monastero di suore (stavolta texane) per insubordinazione

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Il Vaticano ha cacciato in blocco un intero convento di suore carmelitane negli Stati Uniti. Le ha espulse per insubordinazione e disobbedienza nei confronti dell'autorità ecclesiastica. Sono state esclaustrate per apostasia. Le monache però respingono al mittente l'accusa: «qualsiasi affermazione che ci siamo allontanate dalla fede cattolica è ridicola dato che preghiamo ogni giorno per il Santo Padre, Papa Francesco e il nostro vescovo, Michael Olson. Inoltre crediamo fermamente e professiamo tutto ciò che la Santa Chiesa crede, insegna e proclama di essere rivelato da Dio. Le controversie sui desideri di un uomo e sulle regole fatte dall'uomo non ci escludono dalla Chiesa».

 La vicenda si trascinava da un po' e aveva tenuto impegnata la cronaca locale di Arlington, in Texas, per l'insolito braccio di ferro tra le monache simpatizzanti per la messa in latino e i tradizionalisti della Società di San Pio X (scismatici), e il vescovo locale, il quale le aveva più volte ammonite.

Il Vaticano del resto ha da tempo introdotto misure pesantissime proprio per limitare l'influenza dei tradizionalisti nelle diocesi di tutto il mondo, limitando al massimo il rito in latino e ostacolando gli ultra conservatori di area lefebrvriana.

Il caso delle suore di Arlington è l'ultimo della serie, e si va ad unire a vicende analoghe con ribellioni e punizioni in blocco di interi monasteri, proprio come è già accaduto in Francia, in Spagna e, persino, a Pienza dove c'era stato un tira e molla con il vescovo locale. 

DISOBBEDIENZA

In Texas la disobbedienza si è esacerbata dopo che le suore si sono poste sotto l'autorità della Società di San Pio X e avevano anche tentato di trasformare in una forma giuridica civile il monastero per mantenere il controllo sui beni. Secondo il diritto canonico, i beni degli ordini religiosi sono proprietà della Chiesa. I membri dell'ordine non sono quindi liberi di disporne e, in particolare, non possono facilmente trasferirli a persone giuridiche non ecclesiastiche come la fondazione che è stata istituita.

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Il vescovo aveva anche fatto perquisire il carmelo e accusato la madre superiora di avere persino violato il suo voto di castità. Il Vaticano ha in gran parte respinto le lamentele delle sorelle, commissariando il monastero, fino all'epilogo. 

Le suore cacciate sono pronte a dare filo da torcere alla Chiesa: «Qualsiasi 'licenziamento' dichiarato è un punto controverso. I voti che abbiamo professato a Dio non possono essere liquidati o portati via. In virtù dei voti noi apparteniamo a Dio» hanno scritto sul proprio sito spiegando che i guai sono iniziati in aprile, l'anno scorso, con «una falsa accusa contro la nostra madre priora. Un pretesto che poi è stato perseguito inesorabilmente dal vescovo per i suoi fini». Le suore hanno intentato una causa contro il vescovo. Secondo le religiose il vescovo voleva l'accesso alla lista dei donatori e alle proprietà del monastero.

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