Cinghiali uccisi a fucilate nel parco cittadino in Abruzzo, il Wwf: «È una barbarie»

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Immagine Cinghiale in parco cittadino (immagine a scopo illustrativo)

Tre cinghiali sono stati uccisi a fucilate in un parco cittadino abruzzese frequentato da famiglie con bambini e animali. È successo lo scorso 16 novembre a Montesilvano, in provincia di Pescara, dove una squadra di cacciatori impegnata nel selecontrollo ha fatto fuoco all'interno del parco della Libertà.

I cinghiali sono entrati nell'area di verde urbano attraverso un buco nella recinzione. Qui, secondo le informazioni raccolte dalle guardie zoofile del Wwf i selecontrollori avrebbero seguito gli animali con l'iniziale intenzione di allontanarli dall'are, qualcosa però è andato storto.

«I presenti sono stati invitati ad allontanarsi, la squadra è stata invitata a spingere gli animali verso il limite inferiore del parco – hanno spiegato dal Wwf – A quel punto però il cacciatore/selecontrollore avrebbe, invece, aperto il fuoco uccidendo uno dei cinghiali, intento a cibarsi di ghiande sotto un albero. Gli altri due cinghiali, fuggiti, sarebbero poi stati raggiunti e abbattuti nei pressi della recinzione».

I selecontrollori sono cacciatori autorizzati chiamati dal sindaco di Montesilvano, Ottavio de Martinis, a intervenire sotto la supervisione della Polizia minicipale per gestire la fauna selvatica anche in ambiente urbano. Proprio contro questa ordinanza si sono scagliate le maggiori associazioni di tutela ambientale e animale

Il Wwf Abruzzo: «Dalle amministrazioni locali nessuna misura di prevenzione»

Il Wwf fa sapere che tanti cittadini «si sono mostrati inorriditi dall'accaduto», anche in considerazione della frequenza con cui si verficano dal 2022 gli abbattimenti

Già in passato le guardie Wwf erano intervenute a Montesilvano «per alcune azioni di "selecontrollo" che erano state gestite nell'abitato senza avvertire i residenti». Una pratica che per la delegata abruzzese dell'associazione, Filomena Ricci, ha sottolineato: «Appare evidente come le nostre amministrazioni locali, così come la Regione Abruzzo non abbiano mai tentato di attuare adeguate misure di prevenzione per attenuare la pressione degli ungulati sulle aree urbane, scegliendo la via apparentemente più semplice, ma, a quanto pare, inefficace e oltremodo negativa quanto a percezione della presenza della fauna selvatica da parte dei cittadini. Invitiamo gli Enti preposti a un tavolo di confronto permanente da tenersi presso le Prefetture, per individuare le giuste soluzioni al problema» .

La Lav: «Pronti a denunciare chi ha sparato»

Sulla vicenda è intervenuta anche la Lav che ha puntato il dito contro l'ordinanza del sindaco di Montesilvano che ha autorizzato l'abbattimento dei cinghiali in città da parte di guardie specializzate, cioè selecontrollori: «Viene da chiedersi se i cittadini non siano più a rischio per i nefasti effetti dell’ordinanza voluta dal Sindaco, che consente ai cacciatori di sparare in zone normalmente vietate alla caccia, come i centri urbani, piuttosto che dai cinghiali, che sabato si aggiravano tranquillamente nel parco senza avere mostrato alcun comportamento pericoloso», ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile Lav Animali Selvatici.

Secondo gli attivisti, l’animale poteva invece essere sedato utilizzando un fucile caricato con dardo anestetico, per poi essere trasferito fuori città. L'associazione, con la sua sede di Pescara, ha fatto quindi sapere di stare predisponendo una denuncia per violazione dell’articolo 544bis del Codice Penale che punisce l’uccisione di animali.

«La presenza dei cinghiali a Montesilvano non è certo una novità, evidentemente vengono attratti da fonti alimentari non correttamente gestite – ha concluso Rita Capranica, responsabile Lav di Pescara – sarebbe meglio che l’amministrazione comunale si concentrasse su questo tema allo scopo di prevenire l’avvicinamento dei cinghiali, invece di mandare a morte animali innocenti mettendo a grave rischio anche la sicurezza dei cittadini».

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