Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol torna in tv nove giorni dopo il fallito blitz con l’annuncio dell’istituzione della legge marziale e l’invio dell’esercito per bloccare il parlamento. Yoon si è difeso: “Il mio tentativo di legge marziale non può configurarsi come insurrezione: si tratta di un atto dell'amministrazione governativa e non è soggetta all'esame giudiziario", ha affermato in vista della nuova mozione di impeachment che le opposizioni guidate dal partito Democratico si apprestano a presentare in Parlamento. "Le opposizioni paralizzano gli affari di Stato e con l'abuso di impeachment" in Parlamento, ha rilanciato Yoon.
"Lotterò con il popolo fino all'ultimo minuto", ha affermato il presidente, aggiungendo che "non eviterà la responsabilità legale e politica riguardo alla dichiarazione della legge marziale": “Mi scuso di nuovo con le persone che devono essere state sorprese e ansiose a causa della legge marziale. Per favore, fidatevi della mia lealtà verso il popolo", ha concluso.
Yoon però è sempre più isolato. Han Dong-hoon, il leader del partito di governo People Power Party, ha detto di pensare che l'impeachment del presidente sia l'unico modo per proteggere la democrazia sudcoreana. "Abbiamo cercato di cercare altre opzioni che riducessero le incertezze che potrebbero essere legate all'impeachment, ma il presupposto era che il presidente accettasse le dimissioni anticipate", ha detto Han in conferenza stampa, ribaltando la posizione del partito al governo e dello stesso Yoon dei giorni scorsi sulla contrarietà alla messa in stato d'accusa. "Ma poiché il presidente non ha intenzione di farlo, altre opzioni non sono praticabili", ha aggiunto.