Da Facebook a TikTok, senza rimpianti o rimorsi. Il trasloco digitale da una piattaforma all’altra del pubblico che settimanalmente segue le dirette social del presidente Vincenzo De Luca risale già a diversi mesi fa. Ma, non è tanto il salto da un social all’altro la novità di questa vicenda, quanto invece la massiccia diserzione di follower che si connettono per seguire l’appuntamento fisso del venerdì pomeriggio. La tribuna preferita da De Luca per lanciare attacchi e invettive, per godersi piccole e grandi vendette e riaffermare, grazie al contatore dei follower connessi, la sua forza politica.
Così su Facebook siamo passati dagli oltre cinquantamila mila spettatori, con punte che hanno sfiorato a volte anche i sessanta mila nei mesi più difficili della stagione pandemica, a meno di 130 toccati nella ultima diretta sia sulla pagina che sull’account Instagram. Numeri davvero bassi, che vanno avanti come detto da diverso tempo e che rappresentano una miseria insopportabile per uno come De Luca che ci aveva abituato ad altre performance, straordinarie, anzi stellari.
Tant’è che non fosse per il pubblico di TikTok, che invece continua a registrare un’audience confortante, con oltre quattro mila utenti connessi, come quelli che hanno seguito l’ultima live, la situazione poteva essere molto più preoccupante.Dai cinquantamila e oltre siamo precipitati ai cento e poco più, numeri che rappresentano i due estremi di questo singolare racconto che ha nel mezzo una voragine in cui sono precipitati silenziosamente decine di migliaia di follower.
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Un pubblico corposo e affezionatissimo di spettatori che tutte le settimane con una puntualità e un rigore che possiamo ritrovare solo nei rituali religiosi, si connetteva con entusiasmo da ogni luogo e in qualunque circostanza pur seguire, commentare, condividere i 45 minuti della diretta social di "San Vincenzo De Luca".
L’appuntamento delle 14.45 del venerdì era diventato imperdibile, più di una finale dei Mondiali di calcio o dell’ultima serata del festival di Sanremo, con migliaia di utenti costretti dal lockdown a rimanere chiusi in casa, ma felicemente connessi a seguire la diretta, che tale non era perché l’intervento era registrato e poi postato con la modalità live, in cui De Luca faceva il pelo e il contropelo a tutti, nessuno escluso.
Adesso era inevitabile che la fine della emergenza sanitaria, condizione unica e irripetibile, determinasse una flessione del pubblico delle dirette, anche consistente per certi aspetti.
Le dirette social di De Luca sono calate del 98%
Così come, c’era da scommetterci che le trasformazioni delle piattaforme, con nuove e diverse possibilità di esperienza e di utilizzo offerte agli iscritti, spostasse gli utenti verso quei social che gli garantiscono un coinvolgimento più gratificante, ma era invece difficile pensare che questo combinato disposto determinasse un calo così vistoso, che supera addirittura il 98%. Questo baratro ha ragioni più ampie e profonde, che non possono essere compensate da qualche migliaio di utenti e follower che si ritrovano a guardare le dirette di TikTok.
Prima il pauroso calo di spettatori, poi il trasloco, seppur assai parziale, di pubblico da Facebook e Instagram verso TikTok possono essere letti invece come una stanchezza più generale nei confronti di leader che dopo trentacinque anni di carriere politica ormai riesce a incassare un’audience più ampia solo quando si rifugge nel suo personaggio. Se fosse così, l’audience social sarebbe il primo campanello d’allarme di una mutamento delle preferenze degli elettori campani.
Domenico Giordano è spin doctor e consulente di comunicazione politica per Arcadia(www.arcadiacom.it) agenzia di cui è anche amministratore. Collabora con diverse testate giornalistiche sempre sui temi della comunicazionepolitica e delle analisi degli insight social e della rete. È consigliere nazionale dell’AssociazioneItaliana di Comunicazione Politica. Ha pubblicato “De Luca, la comunicazione politica di Vincenzo De Luca da sindaco a social star (Area Blu edizioni 2021) e “Sono un uomo di pace e perfino d’amore” (GrausEdizioni 2022). Da marzo è in libreria con “La Regina della Rete, le origini del successo digitale di Giorgia Meloni” (Graus Edizioni 2023)