Dossieraggio, coinvolta anche la giudice Raineri: fotografata insieme a Gallo

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Aveva chiesto i servizi dell'ad di Equilize per investigare su suo marito

 fotografata insieme a Gallo

"Ci vediamo in via Freguglia": l'entrata del Palazzo di giustizia di Milano, quella da cui passano quotidianamente avvocati e magistrati. Carmine Gallo, l'amministratore delegato di Equalize arrestato venerdì sera nella maxi inchiesta sui dossieraggi abusivi, viene intercettato e fotografato mentre in tribunale incontra un cliente eccellente. È Carla Raineri, presidente di sezione alla Corte d'appello, finita anni fa sulle pagine dei giornali per lo scontro frontale con Virginia Raggi, il sindaco di Roma di cui era diventata la capo di gabinetto. Il rapporto tra la Raggi e la Raineri si ruppe in fretta, e ne nacque una lunga serie di battaglie giudiziarie.

Da Roma, la giudice Raineri si è trasferita a Milano. E qui nel gennaio dello scorso anno chiede i servizi di Gallo per indagare su almeno tre persone. Una è il marito della giudice stessa, di cui a Gallo viene chiesto di accertare i movimenti bancari per capire se versi soldi a un'altra donna. Uno è un cittadino egiziano (marito della presunta amante del marito della giudice) di cui gli hacker di Equalize scoprono una sfilza di precedenti penali, tale da rendere inspiegabile come abbia avuto il permesso di soggiorno, l'ultimo è tale Antonio Berera. Dalle intercettazioni sembra di capire che la Raineri abbia già chiesto aiuto ai carabinieri per fare accertamente sugli uomini, ma non essendo soddisfatta chiede ulteriori accertamenti a Gallo. L'ex poliziotto viene convocato dalla Raineri in tribunale, sale da lei e le consegna una busta col rapporto. La giudice viene intercettata mentre si sfoga: "Oggi era il compleanno della tizia e di questo sono sicura, lui sostiene di non averla più vista nè sentita...

voglio capire se c'è stato un acquisto che possa essere vagamente un regalo perché vuol dire che la relazione non si è interrotta".

Il capitolo dell'inchiesta dove compare la Raineri è stato trasmesso alla Procura di Brescia, competente per i reati commessi da magistrati in servizi a Milano.

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