È paradossale notare, specie rispetto alla contesa attuale fra Donald Trump e Kamala Harris all’insegna dell’incertezza, come le elezioni presidenziali siano state, in generale, periodi favorevoli per il mercato azionario. E i giorni precedenti la giornata decisiva di ieri, hanno confermato il trend.
L'indice S&P 500 ha registrato aumenti significativi in quasi ogni anno elettorale dal 1960, (rialzo medio del 3.9% post elezioni), salvo eccezioni come il 2000 e il 2008, segnati, rispettivamente, dalla bolla delle dot-com e dalla crisi finanziaria globale. Tuttavia, le elezioni non sono mai prive di volatilità. Le incertezze, legate a un possibile esito contestato o ritardato, come avvenuto nel 2000, potrebbero influenzare temporaneamente i listini. I recenti picchi negli indici di volatilità VIX (azioni) e MOVE (obbligazioni) suggeriscono attese di turbolenza, destinate a ridursi una volta conosciuto l’esito elettorale. Quale l’impatto sui diversi settori del mercato azionario? Con una vittoria di Trump, è atteso un forte spostamento delle politiche verso il supporto alle industrie tradizionali, al settore della difesa e alla deregolamentazione. Una vittoria di Harris, invece, rafforzerebbe il focus sulle energie rinnovabili, il settore della sanità e una maggiore regolamentazione nei settori finanziario e tecnologico. Vediamo nel dettaglio i riflessi del trionfo del candidato repubblicano o di quella dei dem. Quest’ultima potrebbe incidere di più sull’IA perché ha un programma votato sulla cybersecurity mentre le conseguenze sul dollaro dipendono soprattutto dalla decisione Fed di domani.
ENERGIA E DIFESA TECH
L’approccio di Trump prevede un rilancio del settore energetico tradizionale, con politiche orientate a espandere la produzione domestica di petrolio e gas. Ciò potrebbe sostenere titoli, come Exxon Mobil, Baker Hughe, Occidental Petroleum., Chevron. Queste aziende beneficerebbero di una rimozione o riduzione delle restrizioni ambientali e potrebbero sperimentare un aumento della domanda a livello nazionale. Il settore della difesa è un altro grande favorito. Lockheed Martin, Northrop Grumman, RTX e altre aziende di difesa potrebbero vedere una spinta significativa, poiché Trump ha indicato che la spesa militare rimarrebbe una priorità assoluta. Un’area potenzialmente critica è il settore tecnologico, specialmente per aziende con alta esposizione in Cina. Nvidia Corp., Qualcomm, Broadcom e altre società di semiconduttori potrebbero trovarsi in una posizione delicata, poiché Trump ha segnalato una possibile ripresa delle politiche tariffarie, con un aumento delle tensioni commerciali. Per queste aziende, l’incertezza legata al commercio internazionale, rappresenta un rischio rilevante, con possibili perdite nel caso di una nuova ondata di sanzioni. Infine, Trump ha recentemente mostrato interesse per le cripto valute e titoli, come Coinbase Global, Marathon Digital Holdings, e Riot Platforms potrebbero trarne vantaggio. L’idea di rendere gli USA la “capitale mondiale delle cripto valute” suggerisce una possibile apertura verso una regolamentazione favorevole per questo settore emergente, sebbene la realizzazione concreta di queste promesse resti incerta.
RINNOVABILI E CASE
Una presidenza Harris porterebbe l’enfasi su politiche favorevoli alle energie pulite e al settore delle infrastrutture. Questo implicherebbe un supporto a titoli come Tesla, Rivian Automotive, Lucid Group, First Solar, Enphase Energy, ChargePoint. Le aziende di veicoli elettrici e quelle legate alle energie rinnovabili potrebbero vedere una crescita significativa, con benefici derivanti da incentivi e sussidi destinati a promuovere l’adozione di tecnologie verdi e infrastrutture per l’energia pulita. La proposta di Harris di agevolazioni per i primi acquirenti di case favorirebbe anche le aziende di costruzione immobiliare. Titoli, come DR Horton, Lennar e KB Home potrebbero registrare rialzi, grazie al supporto per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili e gli incentivi fiscali per i costruttori di case. Una presidenza Harris, inoltre, sarebbe favorevole al settore della cannabis, con titoli come Tilray Brands, Curaleaf Holdingse Canopy Growth, che potrebbero trarre vantaggio da una regolamentazione meno restrittiva. Al contrario, le aziende farmaceutiche potrebbero risentire della proposta di Harris di limitare i costi dei farmaci, imponendo un tetto di $2,000 sui costi annuali di prescrizione, il che creerebbe pressioni su Pfizer, Johnson & Johnson e altre società farmaceutiche.