G7 Napoli, antagonisti con scudi di plexiglass affrontano la polizia: lancio di pietre, scontri, manganellate e lacrimogeni

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Degenera in scontri con la polizia la contromanifestazione al G7 della Difesa in corso a Napoli. Il corteo di attivisti, studenti, collettivi e centri sociali ha improvvisamente deviato dal percorso autorizzato dalla questura: il corteo doveva chiudersi in piazza Bovio molto lontano da Palazzo Reale dove si è tenuto il summit. Un gruppo è riuscito a raggiungere via Mezzocannone inseguito però dagli agenti. Il blitz dei manifestanti è risucito e hanno attraversato il cuore del centro storico di Napoli, pieno zeppo di turisti, al grido: “Non esistono zone rosse. Riprendiamoci le nostre strade. Infrangiamo tutti i divieti”. Poi il corteo è giunto in piazza Carità deciso a rompere il cordone delle forze dell’ordine e arrivare il più vicino possibile a palazzo Reale dove era ancora in corso il G7 della Difesa. Circa 500 persone si sono riunite dietro grandi scudi in plexiglas con su scritto “No war”. Così hanno provato ad aprire un varco i tar gli agenti in tenuta antisommossa che bloccavano l’accesso all’area pedonale di via Toledo. Sotto una pioggia battente è iniziato lo scontro. I manifestanti hanno acceso fumogeni poi dalla pancia del corteo sono stati lanciati sampietrini verso gli agenti. La polizia ha respinto il gruppo con manganellate. Quindi il ricorso ai lacrimogeni che ha reso l’aria irrespirabile e scatenato il fuggi fuggi delle numerose persone in strada.

Gli scontri sono durati pochi minuti pochi minuti. Il tutto in una città letteralmente blindata con la zona di piazza del Plebiscito off limitis. Grandi i disagi durante tutto il giorno per cittadini e turisti. Dopo i tafferugli in piazza Carità con le forze dell'ordine, i manifestanti si sono diretti nuovamente verso il centro antico, in piazza del Gesù Nuovo, lontani dalla zona interdetta.

Le misure di sicurezza

Napoli è blindata. Intorno a piazza del Plebiscito è stata istituita una maxi zona rossa. Inavvicinabile Palazzo Reale dove è in corso il G7 dei ministri della Difesa. Il corteo è partito nel primo pomeriggio da piazza Garibaldi al grido "Palestina libera, Intifada". Per ragioni di sicurezza sono state chiuse le fermate della Linea 1 della metropolitana Municipio e Università. In testa al corteo, lungo il percorso autorizzato, c’era padre Alex Zanotelli.

Il corteo

Sul furgone che apre la manifestazione è stato sistemato un piccolo carro armato verde di cartapesta con le scritte “No war” e “ stop genocide”. I manifestanti, tra loro molti giovani studenti, procedono dietro un lungo striscione su cui si legge: “Contro le vostre guerre. Palestina libera. No G7. No ddl 1660”. In corteo anche una installazione con la forma di un missile su cui sono state disegnati il pronto soccorso di un ospedale, scuolabus e ambulanze, il vesuvio, una spiaggia e l’ingresso del teatro San Carlo. Il missile è ricoperto di fac simili di soldi. "No alla guerra, no al genocidio, no al G7" gridano i manifestanti.

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Il corteo si è fermato in corso Umberto davanti al palazzo che ospita la sede di Fratelli d’Italia per permettere ad alcuni ragazzi di scrivere sulla strada con vernice bianca: “A pieno regime. No DDL 1660”. Dal corteo cori e insulti contro la premier Giorgia Meloni. L’ingresso del palazzo è blindato da camionette della Guardia di finanza e dalla polizia in assetto antisommossa.

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L’arcivescovo Domenico Battaglia, intanto, rivolge un appello ai ministri riuniti a Napoli: "Nel solco dei tanti appelli di Papa Francesco, anche io oggi, vi supplico in nome del popolo della pace, più numeroso di quello che sembra, e vi dico con umiltà: ministri della Difesa, l'unico modo di difendere i vostri popoli e di servire la giustizia è difendere la pace ad ogni costo, senza se e senza ma. Che lo spirito di pace possa illuminarvi e convertirci tutti". Prosegue: "Signori ministri vi auguro di essere sempre più a servizio dei popoli e di chi, tra la vostra gente, rischia di essere ancor più messo ai margini da un'economia di guerra che produce morte e semina vittime non solo nei territori dei conflitti. Vi auguro - va avanti - di essere servi della ragione e di evitare con tutti gli sforzi possibili la pazzia delle spese militari e della guerra".

Il percorso

Per decisione della questura il corteo a cui hanno aderito molte sigle dovrà fermarsi in piazza Bovio. Obbligo contestato dai promotori del corteo: "Questa manifestazione nasce da un appello che sottolinea la nostra indignazione contro l'escalation bellica in Palestina e l'allargamento del conflitto a livello regionale. Vogliamo portare al G7 la protesta con una larga partecipazione democratica" ha detto Chiara Capretti della Rete Napoli contro la Guerra, che spiega anche che per il corteo previsto per le vie della città "ci è arrivata una prescrizione che a mio avviso è una provocazione da parte della gestione attuale del governo Meloni che nei fatti impedisce lo svolgimento della protesta".

Nella prescrizione è scritto che le associazioni non potranno raggiungere piazza Plebiscito, dove a Palazzo reale è in corso il summit del G7 della Difesa che si conclude domenica, ma dovranno fermarsi in Piazza Bovio. "Non c'è spazio - spiega Capretti - per i manifestanti che vogliono dire no alla guerra ma noi questo divieto lo rigettiamo. Partiamo da Piazza Garibaldi in corteo e vogliamo arrivare verso Palazzo Reale, questo è il messaggio che diamo al governo Meloni e che vale non solo".

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Nella lettera è evidenziato che 'l'eventuale spostamento dei manifestanti verso Palazzo Reale può determinare gravi turbative all'ordine, alla sicurezza pubblica e rischi per l'incolumità dei partecipanti. "Noi non annunciamo nessuna forzatura - ha aggiunto Davide Dioguardi - ma la determinazione di arrivare fino a dove si tiene questo summit del G7. Noi proveremo ad arrivare a Palazzo Reale e crediamo che i comitati, le associazioni, i centri sociali, le realtà di base dei sindacati abbiano diritto di denunciare lo stato di guerra in cui ci muoviamo".

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