I finti pacifisti che giustificano Hamas

3 settimane fa 7

Anche ieri le piazze si sono riempite di immigrati che non riescono a integrarsi. Di pacifisti che non comprendono che la pace ha un costo, spesso terribile. Di femministe che elogiano Hamas senza capire che sotto quei terroristi non potrebbero vivere. E di compagni che, questa volta sì, sbagliano

I finti pacifisti che giustificano Hamas

Da quando è nato lo Stato d'Israele, la sinistra, soprattutto quella più estrema, ha sempre deciso di stare dall'altra parte. Quella dei palestinesi. Dei reietti. Dei diseredati. Dei proletari arabi contro i capitalisti ebrei. Un rapporto che ha sempre funzionato soprattutto in termini di propaganda. E di scontro. Perché il nemico comune era, ieri come oggi, l'Occidente.

Non a caso, i Carc hanno pubblicato il testamento di Yahya Sinwar, il capo di Hamas recentemente neutralizzato da Israele. Per tutti, terrorista e macellaio che ha pianificato l'attacco del 7 ottobre;

per loro un «partigiano» le cui ultime parole rappresentano «un messaggio di riscossa e di lotta». Un esempio da seguire per «marciare uniti per rendere il paese ingovernabile» e cacciare Giorgia Meloni. Perché sono, sostenitori di sinistra e filo palestinesi, partigiani che sognano e combattono la loro personale «Resistenza», come affermato da Laura Boldrini.

Anche ieri le piazze si sono riempite di immigrati che non riescono a integrarsi. Di pacifisti che non comprendono che la pace ha un costo, spesso terribile. Di femministe che elogiano Hamas senza capire che sotto quei terroristi non potrebbero vivere. E di compagni che, questa volta sì, sbagliano.

Del resto React (l'Osservatorio

sul radicalismo e il contrasto al terrorismo) nel suo report annuale nota che esiste, come afferma il direttore Claudio Bortoletti, «una convergenza che, partendo da un opaco sostegno a una causa palestinese volutamente non ben definita, si traduce in sostegno

diretto al gruppo terrorista Hamas - di cui giustificano le violenze inaudite e le barbarie uccisioni e stupri del 7 ottobre - e indirettamente al regime oscurantista iraniano».

La minaccia è già qui. Ed è bene rendersene conto.

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