Il monito di Mattarella: "Collaborazione e dialogo tra istituzioni"

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Il presidente Mattarella, nella giornata delle tensioni tra politica e magistratura, non ha fatto riferimenti specifici: "La ricerca di punti comuni, la condivisione delle scelte sono essenziali per il loro buon funzionamento"

 "Collaborazione e dialogo tra istituzioni"

Sergio Mattarella è intervenuto a Bari all'inaugurazione del terzo Festival delle Regioni e delle Province autonome, dedicato quest'anno al tema "La regione del futuro tra digitale e green: quali competenze per azzerare le distanze?". Sono stati numerosi i temi toccati dal presidente della Repubblica nel corso del suo intervento, compresi i rapporti tra le istituzioni, in una giornata caratterizzata dalle polemiche per la mail dell'esponente di Magistratura democratica contro il premier Meloni.

Prendendo spunto dal ruolo svolto dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome come "foro di collaborazione e dialogo tra queste istituzioni per il coordinamento delle scelte e l'assunzione di posizioni comuni", il capo dello Stato ha dichiarato che "tra le istituzioni e al loro interno la collaborazione, la ricerca di punti comuni, la condivisione delle scelte sono essenziali per il loro buon funzionamento e per il servizio da rendere alla comunità". Vi sono, ha proseguito Mattarella, "dei momenti nella vita di ogni istituzione in cui non è possibile limitarsi ad affermare la propria visione delle cose -approfondendo solchi e contrapposizioni- ma occorre saper esercitare capacità di mediazione e di sintesi". Questa attitudine, aggiunge, "è parte essenziale della vita democratica, perché le istituzioni appartengono e rispondono all'intera collettività e tutti devono potersi riconoscere in esse".

Quindi, sempre a proposito di collaborazione tra istituzioni, il capo dello Stato si è detto preoccupato per la mancata elezione, ormai da quasi un anno, del giudice costituzionale di nomina parlamentare chiamato a sostituire Silvana Sciarra. A dicembre, inoltre, finiranno il loro mandato anche il presidente, Augusto Barbera, e i vice Franco Modugno e Giulio Prosperetti. La prossima convocazione per l'elezione è stata fissata per il 29 ottobre. Ma Mattarella ha dedicato buona parte del suo intervento al tema dell'intelligenza artificiale, che deve necessariamente porre interrogativi etici sul suo utilizzo. "Quali decisioni devono rimanere saldamente nelle mani degli esseri umani e quali possono essere delegate a un supercalcolatore? Pensiamo davvero che una macchina possa sostituire un medico nella cura delle persone o un giudice nello scrivere una sentenza? Non si può fare a meno di riflettere sulla irripetibilità di ogni singola persona umana e sulla irripetibilità di ogni situazione di vita", ha dichiarato il presidente della Repubblica, chiedendo "quali rischi si corrono se il ritmo veloce di sviluppo e le sempre più ampie applicazioni della Intelligenza artificiale rimangono appannaggio di un numero limitato di soggetti globali dotati di enormi risorse e che, nei fatti, si sottraggono a ogni forma di regolamentazione?".

La prima questione che ci si deve porre quando si ragiona sull'intelligenza artificiale, ha proseguito il presidente Mattarella è "qual è il soggetto chiamato a dettare le regole di tutela delle libertà dei cittadini? Una prima risposta è già intervenuta a livello dell'Unione europea con la 'Dichiarazione sui diritti e i principi digitali per il prossimo decennio digitale'". Diversamente, "davvero potremmo pensare che basti affidarsi alle unilaterali dichiarazioni di buone intenzioni dei proprietari delle piattaforme digitali del mondo?". Le transizioni ecologica e digitale "potranno avere successo solo se verranno concepite e attuate coinvolgendo i cittadini, le associazioni, la società civile nel suo complesso". È necessario, ha spiegato Mattarella, che "un numero sempre più elevato di attori e di persone deve essere incluso nel governo delle transizioni e non soltanto subirne gli effetti".

Ma questo sarà possibile "se al centro dei processi di transizione sapremo porre, in modo condiviso, dei valori. Il valore di riferimento di entrambe le transizioni, di cui discuterete, non può che essere, in primo luogo, quello dell'uguaglianza, della riduzione dei divari sociali ed economici". I cambiamenti climatici "sono sovente all'origine delle disuguaglianze e, in ogni caso, le accrescono: basti pensare alla carenza di acqua potabile che interessa interi Stati e al fenomeno della desertificazione, entrambi causa di conflitti e di migrazioni di massa".

Il presidente ha quindi concluso: "Le politiche ambientali devono salvaguardare le condizioni personali e sociali più deboli. In ambito digitale, lo sviluppo delle tecnologie può ridurre il divario digitale (digital divide) ma anche accrescerlo e questo dipende dalle scelte che sapremo compiere".

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