Il New York Times prova ad immaginare quali potrebbero essere le prossime mosse della candidata democratica dopo la bruciante sconfitta alle urne
E adesso cosa farà Kamala Harris? È questa una delle domande che nelle ultime ore viene ripetuta con più insistenza all'interno del partito democratico alle prese con una clamorosa batosta elettorale. La campagna del partito dell’asinello si è infatti conclusa nel peggiore dei modi dimostrandosi meno serrata di quello che i sondaggi lasciavano presagire. Per la seconda volta in otto anni una candidata donna ha fallito nell’impresa di rompere il soffitto di cristallo. Ci aveva già provato Hillary Clinton nel 2016 e, dopo il ritiro dalla corsa di Joe Biden, ci ha riprovato quest’anno, appunto, l’ex procuratrice della California. Ad accomunare entrambe le esponenti dem un unico sfidante: Donald Trump, l’uomo che ha plasmato il Gop a sua immagine e somiglianza e si appresta il 20 gennaio del 2025 a fare il suo ritorno alla Casa Bianca.
L'attenzione, oltre che ovviamente su The Donald, si sposta dunque su Harris che per la prima volta da quando nel 2003 fu eletta a procuratrice del distretto di San Francisco si ritrova oggi ad essere, di fatto, una libera cittadina alla ricerca di un nuovo impiego. Una stretta conoscente della vice di Biden dichiara ai giornalisti che per lei, prima di pensare a qualsiasi mossa futura, ci sia ancora tanto da processare. Altre fonti affermano che l’ex aspirante alla presidenza vorrà mantenere un certo coinvolgimento negli affari politici ma ritengono che il partito democratico abbia fretta di voltare pagina.
Nonostante tali considerazioni, il New York Times prova comunque ad immaginare quali potrebbero essere le prossime iniziative di Harris. La più incredibile vedrebbe l’ex procuratrice della California ricandidarsi alle presidenziali del 2028. I numeri della debacle alle urne sembrerebbero escluderlo e, inoltre, i precedenti non sarebbero di buon auspicio. Al Gore, dopo la sconfitta nel 2000, non ci ha più riprovato. Stessa scelta fatta da John Kerry che dopo il 2004 ha preferito tornare al Senato e da Hillary Clinton che a partire dal 2016 ha avuto un ruolo sempre meno in vista nel partito democratico.
Un’ipotesi meno improbabile potrebbe vedere Harris candidarsi alla carica di governatrice della California nel 2026. Ci provò anche Richard Nixon dopo essere stato battuto da John Fitzgerald Kennedy nel 1960. Non gli andò meglio nel Golden State e nel 1962 riconoscendo la sconfitta dichiarò: “non avrete più un Nixon da prendere a calci. Perché, signori, questa è la mia ultima conferenza stampa”. Vale però la pena aggiungere che nel 1968 “Tricky Dicky” ritentò l'impresa a Washington e vinse la presidenza.
Escludendo il mondo della politica, Harris potrebbe entrare nel settore privato, lavorare per un centro studi o scrivere un libro. Quest'ultima opzione è stata quella preferita da Clinton. A seguito della bruciante sconfitta contro Trump, l'ex first lady ha infatti raccontato in un libro i motivi per i quali il partito democratico negli ultimi anni ha perso terreno, soprattutto negli Stati del Midwest.
Nessuno è comunque davvero in grado di indicare quale sarà il prossimo progetto di Harris. Forse al momento neanche la stessa vice di Biden potrebbe farlo.
Quello che sappiamo, però, è che negli ultimi giorni di campagna elettorale l’ex procuratrice della California ha affermato scherzando di voler prendere un po' di peso dopo la fine dell'intenso tour nel Paese. E poi il resto sarà tutto da vedere.