Il candidato alla Giustizia cede alle pressioni dopo lo scandalo sessuale. A rischio pure Gabbard e Hegseth
Matt Gaetz si arrende e rinuncia alla corsa per diventare il prossimo ministro della Giustizia Usa, nonostante il sostegno (almeno in pubblico), di Donald Trump. L'ex deputato della Florida, travolto dallo scandalo sessuale che da giorni lo coinvolge, affida a X l'annuncio a sorpresa in cui fa un passo indietro e dice: «È chiaro che la mia conferma stava diventando una distrazione per il lavoro della transizione Trump-Vance. Non c'è tempo da perdere per un battaglia prolungata a Washington ed è per questo che ritiro il mio nome dalla corsa a ministro della Giustizia. Sarò sempre onorato della nomina», prosegue. Il suo staff era stato avvertito dalla Cnn dell'imminente pubblicazione di ulteriori dettagli riguardanti le accuse sessuali nei suoi confronti e, in particolare, di un secondo rapporto sessuale con una minorenne. Gaetz ha costantemente negato tali affermazioni, ma negli ultimi giorni è emerso con forza come la sua candidatura avrebbe dovuto affrontare una strada in salita al Senato, dove i repubblicani erano riluttanti a confermare qualcuno per dirigere lo stesso dicastero che una volta lo aveva indagato per accuse di traffico sessuale di una ragazza minorenne (nonostante non siano state presentate incriminazioni).
Il presidente eletto lo ha ringraziato per gli «sforzi» nel cercare di conquistare la conferma, impresa parsa proibitiva, ma di fronte alla quale il tycoon non ha mollato, ribadendo in più occasioni il suo sostegno al «100%» all'alleato. Per i senatori del Grand Old Party, invece, il ritiro è un sospiro di sollievo che evita una dura battaglia alla Camera alta e con Trump. «Penso sia stata una scelta appropriata», ha commentato il leader Gop in Senato Mitch McConnell, consapevole che il ritiro allenta la pressione sul partito e sul Congresso, già spaccato sulla pubblicazione del rapporto della commissione etica della Camera su Gaetz. Un documento che, secondo indiscrezioni, ha raccolto le testimonianze della minorenne che ha avuto un rapporto sessuale in due occasioni con l'ex deputato, coinvolto anche in orge e accusato di uso di stupefacenti. I suoi multipli rapporti a pagamento con varie donne sono stati dimostrati dall'Fbi che, riporta il New York Times, ha tracciato lo spostamento di migliaia di dollari.
Con il suo ritiro The Donald deve valutare nuovi candidati per una casella cruciale della sua amministrazione, fatto che va a complicare il lavoro per la composizione della squadra di governo e quello per la difesa delle scelte effettuate. Nel mirino infatti ci sono anche Tulsi Gabbard e Pete Hegseth. L'ex democratica nominata a capo dell'intelligence è stata duramente attaccata da Nikki Haley, che l'ha accusata di essere una «simpatizzante della Russia» e di altri Paesi ostili agli Stati Uniti. Difficile anche la posizione di Hegseth, nominato alla guida del Pentagono e accusato di aggressione sessuale. La polizia ha diffuso il rapporto sull'incidente avvenuto nel 2017, dal quale sono emersi i ripetuti «no» della vittima ad avere rapporti, e l'opposizione del veterano ed ex anchor di Fox a lasciarla andare via dalla sua stanza d'albergo bloccando la porta.
In Congresso con il vicepresidente eletto Jd Vance, Hegseth si è difeso ribadendo che sul caso ci sono state indagini, ma nessuna accusa è stata mossa nei suoi confronti. Affermazioni poco convincenti secondo alcuni senatori, pronti comunque a dargli una chance dopo il ritiro di Gaetz.