Nella giornata di oggi, venerdì 22 novembre, ci sarà la sentenza di secondo grado per l’omicidio di Luara Ziliani. L’accusa ha chiesto di confermare la condanna all’ergastolo per Mirto Milani, Silvia e Paola Zani.
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Nella giornata di oggi, venerdì 22 novembre, la Corte d'Assise d'appello di Brescia si è ritirata in camera di consiglio per decidere sul processo per l'omicidio di Laura Ziliani. La donna, che aveva lavorato come vigilessa, è stata uccisa l'8 maggio 2021. Per il suo omicidio, due delle tre figlie – Paola e Silvia Zani – e il fidanzato della maggiore, Mirto Milani, sono stati condannati all'ergastolo in primo grado. L'Accusa ha chiesto che la condanna venga confermata anche in secondo grado.
Lo scorso mese, venerdì 18 ottobre, la Corte d'Appello di Brescia aveva concesso a Milani di poter accedere al processo di giustizia riparativa. L'uomo ha infatti manifestato la volontà di poter incontrare i familiari della vittima. Questi hanno però rifiutato. Anche Silvia Zani, sorella maggiore dell'altra imputata, ha manifestato la stessa intenzione. Ha inoltre chiesto di poter vendere gli immobili che erano intestati alla madre uccisa per destinarli alla terza sorella, che ha un ritardo cognitivo e che è estranea ai fatti.
Durante quell'udienza, l'Accusa ha letto la propria requisitoria chiedendo la conferma della sentenza di prima grado perché "l'unica conclusione per rendere giustizia a una donna uccisa, ricordata ingiustamente per aver tentato di uccidere le figlie". Ha infatti ricordato che le due sorelle hanno accusato "falsamente la madre di volerle uccidere".
Ha inoltre affermato che l'omicidio è stato "lungamente premeditato e commesso con atrocità" proprio perché "quando strangoli una persona ti rendi perfettamente conto di quanto sta accadendo". Inoltre avrebbero premeditato l'omicidio "procurandosi malta, tute da imbianchino, scavando ben due buche per seppellire il cadavere".