Canta Napoli e lo fa con i gemelli del gol anche nella scala del calcio. Comanda il Napoli e lo fa con l’autorevolezza delle squadre di Conte. La capolista digita il vecchio prefisso teleselettivo dello 0-2 per chi chiama da fuori Milano, esorcizza il Diavolo e tenta la prima fuga in campionato, volando a 25 punti in classifica in con sette lunghezze di vantaggio sull’Inter prima inseguitrice ed otto sulla Juve (entrambe con una gara in meno). La capolista comincia nel migliore dei modi il mini ciclo verità con un blitz al Meazza che lancia l’ennesimo messaggio definitivo al campionato.
Gli azzurri espugnano San Siro con secco uno-due targato Lukaku-Kvaratskhelia. Al resto ci pensa una squadra che sta prendendo sempre più consapevolezza dei suoi mezzi con un direttore d’orchestra che suona la nona (gara utile su dieci) nella scala del calcio e che risponde al nome di Anotnio Conte: azzurri capaci di inanellare la quinta vittoria di fila in A, l’ottava in dieci gare, la terza in trasferta. Una marcia trionfale legittimata anche dalla migliore difesa del torneo (7° clean sheet). Il Napoli si conferma solido, cinico e spietato: capace di colpire al momento opportuno e poi mettere in cassaforte il risultato.
Dall'inizio alla fine è un sinistro-destro che stende i rossoneri. Fonseca deve fare i conti con le tantissime assenze a cui si aggiunge anche l'influenza di Pulisic che parte dalla panchina. Le squadre si affrontano con moduli speculari, ma non si guardano allo specchio. Anche perché il 4-3-3 del Napoli è la solita cartina di tornasole disegnata da Conte che lascia McTominay libero di agire tra le linee con Anguissa e Gilmour a coprirgli le spalle. Il tridente del Milan, invece, è costretto ad agire principalmente fuori area avversaria un po' per scelta e tanto per una difesa – quella azzurra – che tiene sempre a debita distanza le punte rossonere. E quando c'è qualche crepa ci pensa Meret ad abbassare la saracinesca.
L'avvio del Napoli è da oscar. Lukaku prima fa il difensore aggiunto ribattendo involontariamente una conclusione di Kvara e poi la sblocca. Azione per vie centrali che parte da Rrahmani, passa per Anguissa e poi arriva al belga che asfalta Pavlovic e la piazza di sinistro.
Il numero 11 azzurro trova il suo quarto gol con la maglia del Napoli e sale a quota 100 in serie A (74 reti e 26 assist per lui). Big Rom sente aria di derby quando calca il prato del Meazza e su un primo squillo rossonero veste davvero i panni del difensore (stavolta del Napoli) per due volte di fila, l'ultima su Morata. Il Napoli sembra gestire bene il vantaggio e gioca altissimo.
La posizione di McTominay manda in affanno i rossoneri. Poi il Milan esce dal guscio, prova a rialzare la testa e Musah mette i brividi con un destro carico di effetto che sibila il palo lontano della porta difesa da Meret (18'): due minuti dopo il portiere si distende su un sinistro dalla distanza di Chukwueze. I rossoneri alzano il ritmo grazie anche ad una gestione meno lucida del pallone da parte degli azzurri. È il momento migliore dei padroni di casa che sfiorano il pari complice una dormita della difesa del Napoli (bravissimo Meret in uscita disperata su Musah). Poco più tardi ci vuole il migliore Olivera per anticipare di un soffio proprio lo statunitense.
Conte si sbraccia in panchina e la squadra si sveglia. Un tiro cross di Di Lorenzo (36') permette al Napoli di uscire dalle corde. È il segnale della riscossa. Kvara si accende e trova il jolly. Il georgiano riceve palla da Olivera, finta la profondità, si accentra e di destro dai 20 metri con un colpo da biliardo la piazza nell'angolino alla sinistra di Maignan.
Nel secondo tempo, Morata la riapre subito ma la rete viene annullata per off side dello spagnolo. Gli azzurri soffrono, ma tengono botta. Conte abbassa il baricentro, il Napoli difende in 5, fa densità a centrocampo e prova qualche sortita con Lukaku. La capolista prova a far male in contropiede e McTominay dilapida anche un rigore in movimento. Poi comincia il valzer dalle panchine e degli aerrori da una parte e dall’altra. Fonseca lancia Leao e Pulisic. Risponde Conte cambiando l’intero tridente nel giro di una manciata di minuti. Il Napoli tiene, mette palla in banca e sbanca San Siro.