La stagione positiva per l’economia, l’appeal e l’immagine del capoluogo partenopeo, senza dubbio, si accompagna alla stagione d’oro dei flussi di visite. È questo il punto di partenza del ragionamento dell’assessore al Turismo e alle Attività Produttive di Palazzo San Giacomo, Teresa Armato, in un’intervista in cui fornisce a Il Mattino inediti e rilevanti numeri che riguardano l’incoming all’ombra del Vesuvio. La Armato affronta poi vari temi caldi, compreso quello dell’aumento, al momento non escludibile, della tassa di soggiorno per l’anno del Giubileo (che si aprirà da Roma alla fine di dicembre 2024). «Il turismo sta dando delle opportunità di crescita mai viste alla città - esordisce l’assessore - Si tratta certamente di un fenomeno che va governato, e lo stiamo facendo mettendo in campo diverse operazioni. Ma non va nascosto che tanta parte dell’enorme crescita di cui fortunatamente gode Napoli si deve proprio al boom di visite».
La destagionalizzazione dei flussi, di sicuro, è uno dei fattori determinanti della crescita anche economica della città. Ci può dire quante visite ci sono state a Napoli durante l’autunno in corso?
«Da luglio a oggi sono arrivati a Napoli 5 milioni di turisti. Se si restringe il dato ai visitatori arrivati da settembre fino a questo ponte di Ognissanti, abbiamo ricevuto quasi 3 milioni di visitatori».
A cosa si deve, secondo lei, questo rinascimento partenopeo?
«La città comincia a beneficiare di una migliore immagine e reputazione a livello nazionale e internazionale. Il posizionamento della crescita di Napoli è riconosciuto ovunque, dalle tv nazionali ai siti esteri. Napoli è una città in cui tutti vogliono venire, al di là dei numeri. È cool e trendy».
E perché Napoli piace tanto?
«Le risposte vengono anche dal post-Covid. A mio avviso Napoli, da subito dopo la pandemia, è stata la città che ha risposto meglio alla voglia globale di ritorno alla vita, all’incontro con gli altri. In altre parole, il carattere così vitale dei napoletani ha fatto in modo che la città rispondesse bene ai desideri collettivi. Prima della pizza, prima dei musei, si viene a Napoli per la sua vitalità. Lo testimonia la grande crescita del wedding: si vuole vivere un momento di gioia in una città gioiosa. Inoltre, credo che la crescita dell’appeal di Napoli si debba in buona parte anche al sindaco Manfredi: è un primo cittadino che dialoga, che non si è isolato e che, come Napoli, è aperto a tutti. La sua reputazione politica si accompagna a quella di Napoli. Per terzo, al di à degli episodi terribili che purtroppo accadono, Napoli non è più nella top 10 delle città più preoccupanti dal punto di vista della sicurezza».
Che tipo di azioni avete messo in campo per implementare l’accoglienza?
«Abbiamo investito nei servizi e nei trasporti: dai tutor turistici alla metro aperta di notte. Poi abbiamo messo in piedi il progetto di Napoli Città della Musica, Vedi Napoli e poi torni in tutte le sue declinazioni. Inoltre, i concerti e gli eventi sportivi hanno contribuito all’aumento dell’appeal. Per citarle un dato: il 35% di chi assiste ai concerti viene da fuori Napoli. E poi attiriamo i giovani: tra 2023 e 2024, il 35% dei turisti arrivati sono millennials. Nel 2030, secondo uno studio di Confindustria, il 70% dei turisti a Napoli avrà tra i 25 e 30 anni».
Ci ricapitola i numeri dell’ultimo biennio?
«Nel 2023 i dati ci dicono di 12 milioni 700mila presenze a Napoli. Credo che chiuderemo l’anno in corso con più presenze. Penso che il Natale sarà stupefacente. Sfioreremo il milione di presenze in più rispetto a 2 mesi fa. Le previsioni per il 2025 sono ancor più positive, dato che ci sarà il Giubileo, unito al compleanno della città. Già sappiamo, ce lo dicono le agenzie, che Napoli è la seconda meta dopo Roma a essere richiesta dai pellegrini. 4,5 milioni arriveranno qui solo per il Giubileo. Il turismo è l’occasione madre per Napoli. Va governato, ma sta dando crescita e lavoro».
Quali sono i prossimi passi?
«Il nostro osservatorio al turismo, che elabora i dati che stiamo fornendo, ci dice che il 92% delle persone che vengono a Napoli vogliono tornarci. Quando ho pensato alla rassegna “Vedi Napoli e poi torni”, insomma, ho visto giusto. Dal 5 novembre il Comune di Napoli andrà alla fiera di Londra, il World Travel Market. Eravamo stati a Rimini nelle scorse settimane. Prossimamente allestiremo 3 Fam Trip, cioè i tour di familiarizzazione con i vari settori: dal congressuale (novembre), al lusso (febbraio) fino al wedding (aprile). Nel 2024 abbiamo avuto circa il 15% in più di matrimoni civili di non napoletani che si sposano in città rispetto al 2023. Mi lasci dire poi che la qualità dell’accoglienza è sicuramente migliorata molto, grazie anche agli albergatori e a chi gestisce strutture extralberghiere. L’Università, poi, sta formando figure professionali all’altezza di un contesto turistico».
Come si governa questa enorme mole di flussi?
«Bisogna rendere compatibile il turismo con la vita dei cittadini. Lavoriamo ogni giorno per accrescere i servizi. E il sindaco spesso parla anche della necessità di una legge nazionale che possa tutelare la residenzialità nei centri storici delle città che hanno una vocazione turistica. Con il nostro provvedimento ad hoc, abbiamo ottenuto uno stop ai food and beverage in alcune aree del centro storico. In 12 mesi, questo tipo di attività è diminuito del 5% in generale, ma è aumentato nelle periferie del 12%. Insomma, i bar e i punti di aggregazione si sono trasferiti altrove, e questo ha decongestionato un po’ il centro storico. A proposito di tutela della residenzialità, alcuni immobili comunali diventeranno studentati. Poi, attraverso la moral suasion, grazie agli uffici del Suap abbiamo portato 400 b&b a pagare la tassa di soggiorno. Prima non la versavano».
Quante sono le risorse che il Comune investe sul turismo? La tassa di soggiorno va aumentata, secondo lei, in vista del Giubileo nel 2025 e del relativo surplus di arrivi?
«A oggi la quota che viene destinata al turismo dagli introiti della tassa di soggiorno è di circa 6 milioni annui. Tale cifra va aumentata, per come la vedo. Per rispondere all’altra domanda, sono sempre contraria all’aumento della tassa di soggiorno, in generale. Del resto, in questo caso particolare, il governo ha pensato alla possibilità per i comuni di aumentare l’imposta nell’anno giubilare. Un aumento non è escluso, a Napoli, ma il sindaco, l’assessore al Bilancio Baretta e io ne parleremo nei prossimi giorni, dopo esserci confrontati con tutti gli operatori che appartengono a vario titolo al mondo del turismo cittadino. Sicuramente, però, l’anno prossimo, col Giubileo, il boom di arrivi potrebbe crescere ancora, e di conseguenza serviranno più risorse per garantire il livello di accoglienza».