La pediatra del Bambin Gesù Maria Rosaria Marchili spiega a Fanpage.it perché neonati e lattanti non devono essere troppo coperti durante l’inverno e quali sono i segnali da cogliere per capire se il piccolo sta soffrendo un calore eccessivo.
Intervista a Maria Rosaria Marchili
Responsabile dell'Unità Operativa Semplice di Pediatria ad Alta Complessità dell'Ospedale Bambino Gesù
Con l'arrivo della brutta stagione, è del tutto normale per una mamma o un papà voler proteggere il proprio bebè dal freddo, avvolgendolo in molteplici strati di vestiti e bardandolo con coperte, guanti e cappelli imbottiti. Eppure, non tutti i genitori sono consapevoli del fatto che coprire troppo i bambini – soprattutto quelli più piccoli – può essere rischioso tanto quanto lasciarli esposti alle basse temperature.
"I bambini non hanno ancora sviluppato un sistema di termoregolazione efficiente e più sono piccoli, maggiore è il pericolo in caso di calore eccessivo" spiega Maria Rosaria Marchili, responsabile dell'Unità Operativa Semplice di Pediatria ad Alta Complessità dell'Ospedale Bambino Gesù, che intervistata da Fanpage.it ha spiegato come cogliere i segnali di disagio di un bebè e quali errori evitare per non coprire troppo o troppo poco i bimbi durante la stagione invernale.
Perché è difficile capire il malessere di un bebè
I bambini più grandicelli non hanno molti problemi a manifestare il proprio disagio. Diverso è invece il discorso per neonati e bebè, i quali non hanno a disposizione la parola per poter mettere al corrente gli adulti della loro condizione.
La pediatra Maria Rosaria Marchili
"I bimbi non solo non possono parlare per comunicare il disagio, ma sudano anche molto poco, rendendo ancora più complicato per un genitore intercettare il malessere legato all'eccesso di calore. Anzi, prima dei sei mesi, i piccoli non sudano proprio" spiega la dottoressa Marchili. Occorre dunque che una mamma o un papà prestino ad altri tipi di segnali.
Come capire se il bimbo ha freddo o troppo caldo
Un modo efficace per accertarsi dello stato di salute del bimbo è monitorare la sua temperatura, a patto però di farlo nel modo corretto: "Mai basarsi su mani e piedi che, soprattutto quando ci si trova all’esterno, sono molto più freddi del resto del corpo, anche se il bambino ha caldo. La temperatura va presa dietro il collo o dalla schiena, infilando una mano nel body del bebè" precisa la pediatra.
La colorazione della pelle poi, può fornire ulteriori indizi. Un bambino che si mostra arrossato probabilmente ha caldo, mentre se le labbra diventano bluastre e il colorito della cute si fa pallido, allora sta soffrendo per il troppo freddo. In entrambi i casi bisogna subito provvedere a scoprire o coprire il piccolo in modo da riportare il suo organismo a una temperatura accettabile.
Il primo segnale con cui un bimbo esprime il proprio malessere è però soprattutto uno, indipendentemente dal troppo freddo o dal troppo caldo: il pianto, il linguaggio universale di un bebè. Se un bimbo piange senza motivo apparente, allora si può provare a scoprire o coprire il piccolo (in base alle circostanze) per vedere se la situazione migliora.
I rischi di un eccesso di calore per i più piccoli
"Nel periodo invernale il surriscaldamento è legato alla sindrome della morte improvvisa del lattante, la SIDS – ricorda l'esperta – Per tutelare la salute dei bambini è bene non surriscaldare gli ambienti ed evitare gli elevati sbalzi di temperatura. Questo vale sia in inverno che in estate".
Come vestire il bebè per evitare che senta troppo caldo
Per far sì che il piccolo non soffra per il caldo eccessivo i genitori dovrebbero adottare alcuni accorgimenti, i quali cambiano se ci si trova in uno spazio chiuso o se, al contrario, ci si sta muovendo all'aperto.
"Primo elemento da tenere sotto controllo è l’ambiente circostante – conferma Marchili – Se il bebè è in casa, il riscaldamento non deve essere superiore ai 20-22 gradi di giorno e i 18-20 gradi di notte. Sotto i sei mesi d'età bisogna essere particolarmente attenti al surriscaldamento della stanza, anche perché a questa età i bimbi hanno una temperatura corporea leggermente più alta".
Se poi il bambino viene portato fuori – ed è bene farlo anche nella stagione autunnale o invernale – ci sono degli aspetti da considerare nella scelta del vestiario. Gli abiti, ad esempio, non devono essere troppo stretti. Anzi, se la taglia è un pochino più grande è ancora meglio, puntualizza l'esperta, la quale suggerisce di preferire sempre indumenti prodotti con fibre naturali rispetto a quelle sintetiche: "Negli abiti a diretto contatto con la pelle meglio scegliere il cotone, poiché la lana potrebbe irritare" specifica la pediatra.
Al chiuso poi, scarpine non sono affatto necessarie, così come i cappellini, tanto amati dai genitori: "Il berretto andrebbe messo solo all’esterno, poiché i bimbi disperdono gran parte del calore dalla testa. Quando ci si sposta all'aria aperta, invece, una buona regola è vestire il bambino a strati.
"Il caro vecchio abbigliamento ‘a cipolla' è una soluzione sempre valida – afferma Marchili – Gli strati consigliati sono quattro: body, tutina, golfino e, solo quando si esce, la giacca. Meglio togliere uno strato anche se si sta in macchina con riscaldamento o nel marsupio".
E quando si dorme? Oltre ad accertarsi che la stanza non sia troppo calda, i genitori devono provvedere a non usare né troppe coperte né coperte troppo pesanti. "I bimbi tendono a scoprirsi durante la notte, dunque l'indumento ideale è un bel pigiama intero con la zip – conclude la dottoressa – Banditi però i cuscini voluminosi o troppo soffici: non solo fanno ancora più caldo, ma aumentano enormemente il rischio di soffocamento".