"Se sono gay non posso essere conservatore". Le denunce della comunità Lgbt di destra contro la narrazione di sinistra

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Sono tanti i racconti di esponenti della comunità Lgbt che, avendo manifestato il proprio pensiero conservatore, si trovano isolati perché non sono di sinistra

Pride Milano 2022, immagine di repertorio Pride Milano 2022, immagine di repertorio

Da qualche tempo è attiva sui social una pagina che cerca di offrire una contro-narrazione a quella dominante woke che da anni domina sul web. Un contraltare che vuole mostrare il mondo dal punto di vista opposto per far emergere le contraddizioni di chi, in nome della democrazia, arriva a discriminare chi ha un pensiero diverso da quello desiderato. "Siete dei poveri comunisti" è una pagina di spiccato orientamento conservatore e non fa nulla per nasconderlo e raccoglie le testimonianza di chi, per il suo orientamento politico distante dalla sinistra, subisce angherie quotidiano, nella vita così come nella scuola e a lavoro. Nei giorni scorsi aveva pubblicato una raccolta di aneddoti degli studenti che lamentano l'eccessiva politicizzazione degli insegnanti e ora ha deciso di proporre i racconti della comunità Lgbtq di destra, che esiste anche se non è adeguatamente rappresentata e ascoltata.

"Sono da sempre di destra, attivo politicamente nell'amministrazione del mio piccolo comune emiliano, quindi la patria del comunismo nostrano, e sono da sempre cattolico praticante. Da sempre sono contrario alle teorie Lgbtq+ ma per loro non vado bene, perché se sono gay non posso essere un liberal conservatore", si legge in un messaggio. "Sono un uomo, non sono un panda da tutelare, i più omofobi alla fine della fiera sono i gay estremizzati di sinistra", ha proseguito in un altro passaggio del suo lungo messaggio. E ancora: "Sono stato discriminato e messo da parte perché gay e da sempre sostenitore di Forza Italia e poi di Giorgia Meloni", "Sono un dirigente locale di Forza Italia, sono liberal-conservatore di centrodestra ma vengo discriminato dalla comunità Lgbt, mi accusano di lottare contro i miei stessi diritti, cosa che non considero vera".

Quindi, tra le testimonianze è stata anche raccolta quella di una transgender di destra, che sostiene di essere stata "più volte odiata, maltrattata dalla sinistra (anche con commenti pesanti) solo perché non mi sono mai omologata al loro pensiero, ho sempre avuto ideali di destra e di fatti io odio la Lgbt, perché è colpa di questa ideologia malata se le persone mi odiano prima di interagire". E aggiunge che, a sinistra, "fanno quelli inclusivi ma se possono sono i primi che ti 'accoltellano' alle spalle perché sei scomoda.

Per loro se sei trans o omosessuale devi essere di sinistra". E così via, in un lungo elenco di sfoghi e testimonianze che mettono in luce l'ipocrisia di una comunità che pretende uniformità di pensiero. L'alternativa è l'isolamento.

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