Soldati italiani in Libano, minacce convenzionali e pericoli asimmetrici: i rischi del contingente delle basi Unifil

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Otto razzi hanno colpito il quartier generale del contingente italiano di Unifil a Shama, nel sud del Libano. Cinque militari sono stati portati in infermeria. A sparare è stato Hezbollah, secondo Israele e l'Italia. «Inammissibile», ha tuonato il ministro degli Esteri Antonio Tajani

E i recenti attacchi hanno messo in evidenza i crescenti rischi per i soldati italiani coinvolti nella missione di pace Onu in un contesto di tensioni sempre più marcate.

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I rischi operativi

Non solo minacce convenzionali, come attacchi diretti, ma anche pericoli asimmetrici: come ad esempio l’uso di droni e razzi da parte di gruppi armati.

Insomma, i militari italiani operano in un contesto dai molti rischi operativi. Tra cui quello di diventare "bersaglio" - voluto o casuale - del fuoco incrociato tra le parti in causa mentre le tensioni tra Israele e Hezbollah nella zona raggiungono picchi con pochi precedenti. 

Le basi Unifil, infatti - tra cui quelle italiane di Shama e Naqoura - sono soggette a pressioni sia da Hezbollah sia da interventi israeliani. Secondo gli analisti, l'Unifil potrebbe diventare un bersaglio non solo per le azioni di Hezbollah, ma anche per tattiche volte a modificare il controllo territoriale lungo la costa libanese.

Il contingente italiano in missione

Attualmente la consistenza massima annuale autorizzata dall’Italia per il contingente nazionale impiegato nella missione è di 1.256 militari, 374 mezzi terrestri e 6 mezzi aerei. In ambito nazionale l'operazione è denominata "Leonte". Il generale di Brigata dell'Esercito Stefano Messina, dal 2 agosto 2024 è al comando del Settore Ovest di UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) e della Joint Task Force italiana in Libano (JTF L-SW), principalmente composta da militari della Brigata “Sassari”.
 

L'assetto

Nella Task Force sono presenti i seguenti assetti nazionali:

  1. il Comando del Settore Ovest (SW) di UNIFIL (HQ) stanziato nella base "Millevoi" in Shama;
  2. il Centro Amministrativo d'Intendenza (C.A.I.) di stanza nella base di Shama, il cui direttore, il Colonnello Bernardino GAMBONI, dirige e coordina le attività logistico – amministrative del complesso di unità organiche alle quali il Centro Amministrativo d'Intendenza è di supporto;
  3. un’unità di supporto alle attività operative (HQ Support Unit dislocata presso la base di Shama) al comando Tenente Colonnello David DE PETRIS, che garantisce il supporto diretto al Settore Ovest attraverso assetti specialistici forniti dall’ 11° Reggimento Trasmissioni di Civitavecchia, nuclei cinofili del Centro Militare Veterinario di Grosseto e personale moldavo;
  4. una Task force di manovra ITALBATT, dislocata presso la base di Al Mansouri e siti operativi avanzati, al comando del Colonnello Alessio ARGESE, su base 151° Reggimento fanteria “Sassari”, che contribuisce con i Battle Groups delle altre nazioni al controllo della “Blue Line” e del territorio del Sud del Libano in assistenza alle forze armate libanesi. Alle dipendenze di ITALBATT opera un battaglione del 151° Reggimento, un Gruppo Squadroni del Reggimento “Cavalleggeri Guide” (19°) e un Battaglione Logistico su base Reggimento Logistico "Sassari" che garantisce il sostegno logistico al Settore Ovest attraverso le proprie componenti trasporti, rifornimenti, mantenimento, nuclei di disinfezione più un assetto sanitario Level 1 (presso Shama). A queste unità, si uniscono assetti del 5° Reggimento Genio Guastatori e unita’ a livello plotone del 1° Reggimento bersaglieri, del Reggimento “Cavalleggeri di Lodi” (15°) e dell’esercito serbo;
  5. un elemento di supporto nazionale (IT NSE dislocato presso la base di Shama), su base Reggimento Logistico "Sassari" al comando del Colonnello Eugenio FORTUNATO. Il National Support Element è dedicato al supporto delle forze italiane impiegate in Libano, e raggruppa tutti gli assetti necessari alla gestione delle attività nazionali da e verso la Patria, impiegando diverse unità tra le quali la Joint Multimodal Operation Unit (JMOU), il Centro di Gestione dell’Infrastruttura (IMC), un plotone del 7° Reggimento Difesa CBRN “Cremona”, un team IEDD del 5° Reggimento Genio Guastatori e una squadra del 33° Reggimento EW di Treviso.

Nell'ambito del Sector West, operano unità di Armenia, Brasile, Brunei Darussalam, Corea del Sud, Ghana, Irlanda, Kazakistan, Macedonia del Nord, Lettonia, Malesia, Malta, Moldavia, Polonia, Serbia, Tanzania e Ungheria.

Il contingente nazionale

Del contingente nazionale fanno parte anche: una componente di Polizia Militare dell'Arma dei Carabinieri (dislocata presso la base di Shama); la componente dell'Aviazione dell'Esercito (Task Force "ITALAIR"), su base 2° Reggimento AVES "Sirio" di stanza a Lamezia Terme, agli ordini del Colonnello Maurizio SABBI, costituita da elicotteri AB-212 e AB-412, con compiti d'evacuazione sanitaria, ricognizione, ricerca, soccorso e collegamento. Ha base a Naqoura ed è posta alle dipendenze dal comandante di UNIFIL; il Military Community Outreach Unit (MCOU) che opera a Naqoura a leadership 28° reggimento comunicazioni operative "Pavia" di stanza a Pesaro.

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