VENEZIA - Probabilmente è l’unica categoria a favore dell’"overtourism": la maglie strette della calca umana, il vociare che copre anche il minimo rumore, le spinte (involontarie, si spera) agli imbarcaderi o tra le calli più strette sono le condizioni per l’habitat naturale del borseggiatore. Proprio per questo motivo, probabilmente, Venezia sembra essere diventato il loro posto di lavoro prediletto. Una miniera d’oro da difendere con le unghie e con i denti, o meglio, con arroganza e prepotenza, tanto da minacciare, aggredire e picchiare chi cerca di mettere in guardia i turisti. L’ultima vittima di queste ritorsioni in stile malavitoso è un giovane cameriere veneziano, Saddik Simonetti, 28 anni. Ieri mattina, intorno alle 11, il ragazzo stava andando al lavoro, un locale in calle dei Fabbri, quando ha notato un gruppetto di borseggiatori in azione: un uomo e tre donne. Il 28enne, che collabora ogni tanto con il gruppo dei “Cittadini non distratti”, il movimento di residenti che gira per la città per disturbare l’operato dei “pickpocket”, ha dato l’allarme, avvertendo i turisti.
Rapina il Rolex a un turista all'esterno del ristorante: ladro inseguito e pestato a Roma
I borseggiatori si sono allontanati subito, visibilmente infastiditi. Ma non è finita lì. L’uomo del gruppo ha seguito il cameriere e un attimo prima che entrasse nel bar in cui lavora, in campo San Gallo, ha messo in atto la sua spedizione punitiva: prima gli ha spruzzato in faccia dello spray al peperoncino e poi l’ha colpito al volto tempestandolo di pugni. Il titolare del bar, Fabio Zecchin, ha provato a inseguirlo. «Appena ho visto cos’è successo mi sono lanciato fuori, ma è riuscito a scappare - racconta - non sono riuscito a bloccarlo ma l’aggressore ha comunque perso il cellulare». Lo stesso Zecchin ne sa qualcosa della lotta ai borseggiatori: anni fa, infatti, aveva contribuito a far fermare un tunisino (detto “Zorro”) che era diventato il terrore dell’area Marciana. Anche in questo caso il ladro non aveva gradito l’intromissione e in calle Larga San Marco lo aveva aggredito rompendogli un ginocchio con un bastone.
LE INDAGINI
Il giovane è stato accompagnato in ospedale: ha riportato delle ferite allo zigomo. I medici hanno deciso di tenerlo in osservazione per verificare che non vi siano state delle lesioni all’occhio a causa del trauma. Sul caso ora stanno indagando i carabinieri del nucleo natanti di Venezia: i militari hanno già acquisito i video delle telecamere della zona (ce n’è uno, girato dall’interno del bar, che riprende l’intera aggressione) e raccolto le testimonianze dei presenti. Ovviamente è stato consegnato agli investigatori il cellulare smarrito del picchiatore: all’interno ci sarebbero diverse foto di gruppi di borseggiatori all’opera e messaggi (in romeno) per il coordinamento delle operazioni. Il cerchio degli investigatori dovrebbe quindi stringersi già nelle prossime ore attorno al responsabile.
IL FENOMENO
L’aggressione di campo San Gallo non è un fenomeno isolato, come spiega Monica Poli, la famosa “lady pickpocket” celebre per il suo urlo di battaglia anti borseggiatori diventato virale sui social (e non solo): «Ormai siamo invasi: il mese scorso è stato aggredito in un modo identico un altro veneziano a San Tomà, è probabile che si tratti della stessa banda. La settimana scorsa hanno preso di punta un 85enne sulla linea 2 a piazzale Roma. Io stessa un mese fa sono stata aggredita da uno di loro, a Rialto, a sputi in faccia e spinte».
CARTABIA
E le forze dell’ordine? Lavorano quotidianamente per fermarli: polizia di Stato, polizia locale e carabinieri organizzano di continuo servizi mirati di contrasto. Il problema è però che il bug normativo generato dalla riforma dell’ex ministra della Giustizia Marta Cartabia rischia di vanificare i loro sforzi. Con la nuova legge, infatti, per poter arrestare un borseggiatore è necessaria la denuncia contestuale del derubato e, soprattutto, se la vittima non presenzia in tribunale durante il processo automaticamente si estingue il reato. Quanto incide in concreto la riforma nelle attività operative? Parte di questa risposta si può trovare nei numeri del report della polizia locale di Venezia: Nel 2023, con la riforma in vigore, i vigili hanno arrestato 17 ladri. Nel 2019 (ovvero prima della Cartabia ma anche prima del Covid, periodo in cui si è visto un calo drastico di tutti i reati) ne erano finiti in manette 82.