Space Economy, forum a Napoli: «In Italia nuove frontiere per i giovani»

4 giorni fa 10

Il settore spaziale si distingue per il suo potenziale di innovazione e per la sua capacità di influenzare trasversalmente molteplici ambiti della nostra vita quotidiana. Durante l'incontro «Generazione Space Economy. I giovani talenti e le nuove sfide dello Spazio», il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Teodoro Valente, ha illustrato le nuove prospettive per il trasferimento tecnologico, la sostenibilità e l'intelligenza artificiale nel settore spaziale. L'evento organizzato dal Dac e dall'Asi, in collaborazione con le Università Federico II e Vanvitelli, ha esplorato le sfide e le potenzialità della Space Economy, dalla ricerca scientifica alle applicazioni industriali, fino alla creazione di start-up e nuovi profili professionali necessari per sostenere il futuro del settore spaziale italiano ed europeo. 

Il programma Space Factory 

Nel cuore del Pnrr si trova una misura ambiziosa: il programma Space Factory, finanziato dall'Ue e gestito dall'Asi, un progetto che punta a trasformare l'industria spaziale italiana con innovazione e sostenibilità. «Questa iniziativa, che coinvolge cinque aziende italiane di spicco, mira a realizzare due satelliti a settimana, una sfida tanto ambiziosa quanto strategica. La digitalizzazione e l'integrazione di sistemi di digital twin all'interno della catena produttiva non solo aumenteranno l'efficienza, ma potrebbero anche rendere il processo meno costoso e più rapido, spingendo l'Italia tra i leader nella costruzione di satelliti di piccole dimensioni» ha spiegato Valente. 

Il Piano Mattei per l'Africa 

Altro punto che il presidente Asi ha voluto far conoscere agli studenti campani per future prospettive di lavoro, è la collaborazione tra Africa e Italia. «L'Italia, nel quadro del Piano Mattei per l'Africa, ha avviato una collaborazione con diversi Paesi africani per costruire una costellazione africana di piccoli satelliti. Questo progetto, ambizioso e volto a rafforzare le competenze locali, ha come obiettivo lo sviluppo delle capacità tecnologiche dei Paesi africani, affinché possano partecipare attivamente alla propria evoluzione spaziale». Grazie a questa iniziativa, il settore spaziale diventa anche uno strumento di diplomazia e cooperazione, creando ponti tra i continenti e promuovendo un accesso equo alle tecnologie avanzate. La base di Malindi, operativa dal 1960 e fiore all'occhiello della presenza italiana in Kenya, è destinata a diventare un centro nevralgico per la formazione di giovani africani nel settore spaziale. «Italia e Africa mirano a sviluppare competenze locali in ambiti come il monitoraggio del territorio, l'agricoltura intelligente e i cambiamenti climatici». 

I giovani e l'innovazione 

Se da un lato la Space Factory e la cooperazione con l'Africa incarnano il progresso tecnologico e l'apertura verso nuovi mercati, dall'altro la sfida è trattenere i giovani talenti in Italia. È proprio a loro che si rivolge il messaggio del presidente Asi: «Il settore spaziale italiano è in crescita e offre opportunità senza precedenti. Tuttavia, trattenere i giovani nel Paese resta un'impresa impegnativa, specie in un settore così competitivo. Vi invito però a guardare alle nuove frontiere che si aprono in Italia, tra progetti innovativi e un mercato in espansione». Valente ha annunciato che Asi, in collaborazione con l'Esa, ha recentemente attivato i Centri di Innovazione dedicati allo sviluppo di impresa e all'incubazione di start-up innovative. L'obiettivo è di ampliare le iniziative di trasferimento tecnologico e di sostenere le giovani realtà imprenditoriali in grado di rispondere rapidamente alle esigenze del mercato. 

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La sfida della sostenibilità

Valente ha descritto l'enorme attenzione posta a livello internazionale sulla riduzione dell'impatto ambientale delle missioni spaziali. «Il tema della sostenibilità spaziale è stato centrale all'ultimo congresso International Astronautical Congress di Milano» ha sottolineato. Ha poi illustrato come si stiano sviluppando nuove tecnologie per ridurre il numero di satelliti in orbita e limitare i detriti spaziali. Tra le iniziative più innovative vi è l'uso di tecnologie di Active Debris Removal per riportare a terra o distruggere i satelliti alla fine della loro vita operativa. Anche il deorbiting controllato sta guadagnando popolarità, soprattutto in Europa, e l'Italia, insieme ad altri Paesi, punta a ridurre l'impatto delle operazioni spaziali. Ma la sostenibilità nello spazio non si limita alla gestione dei detriti. «La ricerca di risorse spaziali alternative rappresenta un altro aspetto cruciale. Il reperimento di materiali direttamente dallo spazio potrebbe consentire di preservare le risorse terrestri, fornendo al contempo un supporto fondamentale per la futura esplorazione umana della Luna e di Marte. Si tratta di una sfida che richiede non solo competenze tecniche avanzate, ma anche una visione etica e sostenibile dell'uso delle risorse» ha detto Valente. 

L'esplorazione lunare

Con una prospettiva rivolta al futuro, Valente ha infine parlato del ruolo sempre più rilevante dell'Intelligenza Artificiale nelle missioni spaziali. Nell'osservazione della Terra, per esempio, le tecnologie di IA permettono l'analisi di grandi volumi di dati, mentre nel campo della sicurezza, esse consentono una difesa più efficace contro le minacce alla stabilità dei satelliti. «L'IA - ha concluso Valente - sarà fondamentale anche nell'esplorazione lunare: algoritmi di guida autonoma potrebbero, in futuro, permettere agli astronauti di muoversi più facilmente sulla superficie lunare». 

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