Un drone contro casa Netanyahu. "Volevano uccidermi, pagheranno"

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Attacco contro la residenza di Cesarea, lui e la moglie assenti. Per Tel Aviv c'è la mano di Teheran, ma l'Iran scarica su Hezbollah. "Avanti fino alla vittoria"

Un drone contro casa Netanyahu. "Volevano uccidermi, pagheranno"

Benjamin Netanyahu finisce per la prima volta direttamente nel mirino di Hezbollah. Un drone lanciato dal Libano ha colpito la residenza sul mare del premier a Cesarea, a Nord di Tel Aviv. Al momento dell'impatto, lui e la moglie Sara non erano presenti in casa. «Nulla ci scoraggerà, continueremo fino alla vittoria. La pagheranno», ha tuonato il primo ministro israeliano. Mentre per un alto funzionario dello Stato ebraico non ci sono dubbi: «C'è l'Iran dietro» questo attacco. Ma Teheran smentisce e scarica ogni colpa su Hezbollah.

Il blitz arriva mentre continua a infuriare la battaglia tra Israele e i militanti sciiti. Una delle ultime vittime è un 50enne ucciso dalle schegge di un razzo vicino alla città portuale di Acri. Ma non finisce qui. Il gruppo filo-iraniano Hezbollah ha fatto sapere di aver preso di mira una base militare israeliana a Est di Haifa, in risposta ai «massacri» commessi dall'esercito in Libano. Giovedì il movimento libanese aveva annunciato di essere entrato in una «fase di escalation» con Israele. Secondo l'Idf, infatti, il Nord dello Stato ebraico è stato bersaglio ieri mattina da una raffica di razzi, circa 100. Mentre sono due i morti per un raid di Tel Aviv su un'auto a Nord di Beirut. L'attacco è avvenuto vicino a Jounieh, lungo l'autostrada che collega la capitale a Nord, un luogo della movida e della dolce vita libanese, pieno di locali e ristoranti lungo il mare. È la prima volta, dall'inizio dell'operazione del 30 settembre scorso, che Israele colpisce in quella zona.

Nessun posto sembra più sicuro. Quattro persone sono state uccise in un attacco dello Stato ebraico contro una città del Libano orientale, compreso il sindaco di un villaggio. Il primo cittadino di Sohmor, nella parte occidentale della pianura della Bekaa, è il secondo sindaco ucciso da quando Israele e Hezbollah sono entrati in guerra aperta il 23 settembre. Mercoledì, una serie di raid israeliani ha provocato 25 morti a Nabatiyeh, una grande città del Sud, uccidendo pure lì il sindaco. Ma non c'è requie neanche nella periferia meridionale di Beirut, il sobborgo di Dahiyeh, che torna a essere martellato violentemente dai bombardamenti di Israele. Due attacchi sono partiti 45 minuti dopo un ordine di evacuazione per i residenti di questa roccaforte di Hezbollah. Ci sono immagini con pennacchi di fumo grigio e nero che si innalzano sopra il sito colpito, il distretto di Haret Hreik.

Anche altri bersagli sono stati centrati. I caccia con la Stella di David hanno preso di mira e ucciso un vice comandante di Hezbollah responsabile del distretto di Bint Jbeil, nel Libano meridionale. Si chiamava Nasser Abd Elaziz Rashid ed era responsabile del lancio di razzi su Israele da diverse città nel Sud del Paese dei Cedri. Il sangue non si ferma neanche a Gaza. Le forze di Tel Aviv stanno assediando i tre principali ospedali che si trovano nel Nord della Striscia. Mentre secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa ci sono feriti, diverse persone sotto le macerie e almeno 11 persone uccise all'alba da un attacco dello Stato ebraico che ha colpito una casa in un campo profughi di Maghazi nel centro di Gaza.

Va avanti pure l'assedio di Jabalya, il più grande degli otto campi profughi della Striscia, almeno 30 i morti. Carri armati sono stati inviati nelle vicine città di Beit Hanoun e Beit Lahiya per circondarlo. Ai residenti è stata ordinata l'evacuazione il prima possibile.

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