Il rapporto della polizia federale alla Corte Suprema: "Era un piano terroristico"
Si è stretto il cerchio giudiziario intorno all'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro. Ieri la Polizia federale ha chiuso le indagini sul suo ruolo nel tentativo di presunto colpo di stato dopo la vittoria elettorale di Lula, nell'ottobre del 2022. Nel rapporto presentato ieri alla Corte Suprema la Pf ha accusato Bolsonaro di «tentata abolizione violenta dello stato di diritto democratico, colpo di stato e associazione criminale». Insieme all'ex presidente sono stati incriminati anche il generale Augusto Heleno, suo ex ministro del gabinetto di Sicurezza nazionale, il generale Walter Braga Netto, suo ex ministro della Difesa e della Casa Civile, il presidente del suo partito Liberale (Pl), Valdemar da Costa Neto, e l'ex direttore dell'Agenzia di Intelligenza brasiliana, l'Abin, Alexandre Ramagem. Oltre a loro sono stati incriminati una trentina di militari. Immediata la reazione di Bolsonaro che ha attaccato il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes che ha in mano il suo processo. «Moraes è a capo di tutta l'indagine, modifica le dichiarazioni, arresta senza accuse e si fa dare consigli molto creativi. Fa tutto quello che non è previsto dalla legge», ha dichiarato l'ex presidente.
La richiesta d'incriminazione per i 37 indagati è stata trasmessa dalla Polizia federale proprio al discusso giudice della Corte suprema che - sentita la procura generale - deciderà se rinviare a giudizio e aprire il processo presso la massima Corte verde-oro o rinviare il fascicolo alla Pf per ulteriori indagini. Per ora non è stato chiesto l'arresto. Martedì scorso la Polizia federale aveva deflagrato durante l'ultima giornata del G20 I'operazione denominata «Anti Golpe» e arrestato un generale dell'esercito, tre militari e un poliziotto federale tra Rio e Brasilia. L'accusa è di aver preparato un piano, dal novembre del 2022, per uccidere Lula e il suo vice Geraldo Alckmin il 15 dicembre 2022, ovvero prima del loro insediamento avvenuto poi regolarmente il 1° gennaio 2023. Il generale arrestato è Mário Fernandes, ex segretario esecutivo della presidenza della Repubblica nel governo di Bolsonaro. Gli altri militari appartenevano al corpo dei Kids pretos, le forze speciali dell'esercito che ha però smentito la notizia che facessero parte anche della sicurezza del G20. I Kids pretos sono stati istituiti nel 1956 e 2.500 militari ne fanno parte. Si tratta di un corpo addestrato a svolgere missioni con un alto grado di rischio e segretezza, come per esempio azioni di guerra irregolari, di sabotaggio, operazioni di intelligence, pianificazione di fuga ed evasioni. Il gruppo pianificava anche di uccidere il giudice della Corte Suprema de Moraes. Un documento sequestrato durante l'operazione e intitolato «pugnale verde-giallo» rivela che per gli attentati si sarebbero usate armi e bombe e, persino, veleno da somministrare durante un evento pubblico. Nel rapporto della Pf si parla delle «caratteristiche terroristiche» del documento.
Il piano sarebbe stato discusso a casa dell'allora ministro Braga Netto il 12 novembre 2022, uno dei nomi più forti del governo Bolsonaro e scelto dall'ex presidente per formare la lista che mirava alla rielezione. Ieri è arrivato anche il commento di Lula. «Devo essere ancora più grato ora perché sono vivo. Il tentativo di avvelenare me e Alckmin non ha funzionato. Siamo qui».