Per undici ore non è stato dato l’allarme. Il primo alert sui telefonini di chi abita nella regione di Valencia è arrivato alle 8. Non del mattino di martedì. Della sera. Quando ormai molte città erano sommerse dall’acqua, le persone erano prigioniere nei centri commerciali, nelle fabbriche, erano morte mentre uscivano dal lavoro ed erano in macchina come un giorno normale. Ma non era un giorno normale: c’era l’allerta rossa, l’ondata del maltempo non era inaspettata. Eppure, il presidente della Generalitat, Carlos Mazón (Pp), non ha chiesto di chiudere le scuole e di non uscire di casa. Non solo: a metà giornata aveva scritto su X un messaggio in cui assicurava: «Alle 18 sarà tutto finito».
CANCELLATO
In realtà l’apocalisse alle 18 era solo cominciata. Racconta il quotidiano El Diario: «Mazón ha cancellato il tweet in cui martedì affermava che il temporale si sarebbe attenuato alle 18». «Tra la popolazione sta crescendo l’indignazione - racconta Juan, un impiegato di Valencia - a prescindere dalle posizioni politiche. Nessuno riesce a capire come mai non sia stato data l’allerta per tempo. Voi in Italia avete esperienza di questo tipo di fenomeni e quando c’è l’allerta rossa non si fa finta di nulla solo perché non si crede nel cambiamento climatico. Qui invece questo è avvenuto. E Vox è stata fortunata perché è uscita dalla maggioranza in luglio, così oggi tutti se le prendono con Mazón». «Pazzesco, hanno aspettato a dare l’allarme, hanno fatto finta di nulla. Molte morti potevano essere evitate. C’è chi ha perso la vita dentro le automobili. Tutto questo è avvenuto perché l’ideologia del negazionismo del cambiamento climatico ha prevalso sul buon senso» racconta Giuseppe Grezzi, originario della Basilicata, che da venticinque anni vive a Valencia, è tra i fondatori di una coalizione di sinistra Compromis e fino al 2023 è stato assessore alla Mobilità.
Il presidente della Generalitat è stato da una parte sfortunato (le previsioni che parlavano di una attenuazione alle 18 non erano esatte e può capitare), ma non avere preparato la regione all’allerta rossa resta comunque un errore difficile da comprendere. Centinaia di persone sono state costrette a dormire in un centro commerciale, perfino dentro uno store dell’Ikea, e autostrade si sono intasate di vetture che non avrebbero dovuto spostarsi, a nessuno è stato detto di salire ai piani alti. Conferma Ruben Del Campo, portavoce di Aemet (Agenzia meteorologica statale): «Domenica è stato emessa un’allerta speciale». Mazón si è anche difeso dall’accusa di avere smantellato l’Unità di emergenza valenciana che era stata creata dalla precedente amministrazione: «Non migliorava né aumentava i servizi», ha detto. Ma alla luce della catastrofe di ieri e del cattivo funzionamento dei sistemi di allarme rischia di essere una giustificazione poco efficace. E il portavoce del Comitato di Crisi del governo spagnolo, dunque a Madrid, Angel Victor Torres (ministro delle Pubbliche amministrazioni) ha fatto questa ricostruzione: «C’è stato un intervallo di sette ore e mezza tra il momento in cui l’Agenzia meteorologica statale ha dichiarato l’allerta rossa per l’area di Valencia, alle 7.31 di martedì scorso, e la prima dichiarazione di allerta di livello 2 della Comunità valenciana, alle 15 dello stesso giorno. Alle 19.17 ha esteso il livello di allerta 2 a tutta la provincia. Alle 20.36 è arrivata alla Difesa la prima richiesta di intervento da Valencia».
Ricapitolando: quando tutta l’area era in emergenza per l’alluvione, alle 20.03 è apparso il messaggio sui cellulari dei residenti con l'invito urgente della Protezione civile a non muoversi in tutta la provincia. Contando che l’allerta meteo era del mattino per questo in molti parlano di un ritardo di 11 ore. Il Meteo parlava di un rischio estremo con «fenomeni non abituali di intensità eccezionale e un rischio molto alto per la popolazione». E c’è chi ricorda impietosamente che per tutto il giorno Mazón non ha cambiato la sua agenda: è stato, ad esempio, a una iniziativa di promozione turistica e si è limitato a invitare, sui social, «alla prudenza sulle strade». Carlos Mazón si è difeso con una serie di messaggi rilanciati su X: «I servizi di emergenza sono stati coordinati in base alle varianti di emergenza emanate dall'Aemet e si sono evoluti in base agli allarmi e alle indicazioni degli stessi. Le procedure per avvisare la popolazione sono regolamentate ed è stato seguito il protocollo attuale».