«El coche se vuelve a comprar, la vida no» ha urlato al telefono, nel martedì dell’apocalisse, il padre di Carmen Ferrando. L’auto si ricompra, è un oggetto, pensa a salvarti e chissà forse ha aggiunto anche una imprecazione rafforzativa. Lei, 33 anni, che si trovava nel suo appartamento di Paiporta, lo ha ascoltato. «Per fortuna ho seguito il suo consiglio - racconta mentre aiuta il padre che vive in una località vicina a ripulire dal fango il garage - Molti di coloro che sono andati in strada per spostare le automobili, pensando di metterle al sicuro, purtroppo sono morti. Erano soprattutto ragazzi, giovani, miei coetanei». Non volevano perdere la loro macchina magari acquistata con i primi risparmi o con le rate.
LA FURIA
E quando è arrivata la violenza del torrente esondato sono stati colpiti, perché ciò che è successo è irreale, con macchine ribaltate, spezzate, incastrate l’una nell’altra, scaraventate contro i muri ma anche a decine di metri, fino alla ferrovia. Carmen ricorda: «Non c’era un vero e proprio allarme e quando abbiamo visto l’acqua che saliva di pochi centimetri, in molti abbiamo pensato: “non è niente di grave, ma meglio non rischiare, togliamo l’auto dai garage sotterranei”. Dopo, però, tutto è cambiato, ma davvero in pochi attimi e ciò che sembrava un allagamento di poco conto si è trasformato in una specie di tsunami». In molti raccontano a Paiporta: «Qui da noi c’è una tradizione: quando comincia a piovere forte, quando pensi che ci possano essere degli allagamenti, togli le auto dai garage e le porti in zone più alte». Martedì sera però in molti non ce l’hanno fatta, quella scelta è stata fatale, come purtroppo spesso avviene quando c’è un’alluvione. Alle porte di Senigallia, a Pianello di Ostra, padre e figlio morirono due anni fa proprio mentre stavano tentando di portare fuori dal garage la loro auto. Una dinamica che si è ripetuta non solo a Paiporta, ma anche nel territorio comunale di Valencia, a La Torre: ieri sono stati ritrovati otto cadaveri nel garage di un edificio. I residenti erano corsi a recuperare le automobili nei box e sono rimasti in trappola, perché la furia dell’acqua ha sfondato le porte impedendo loro di fuggire. Tra le vittime anche un agente della polizia locale. Per ore i parenti di quelli che rientravano tra i dispersi li hanno cercati inutilmente. Quando l’acqua è scesa ed è stato possibile entrare nei garage, purtroppo a La Torre c’è stata la drammatica scoperta.
Purtroppo, a Paiporta, che dista pochi chilometri da La Torre, è successa la stessa cosa, ma con numeri molto più alti. Teniamo conto che nella cittadina ci sono poco meno della metà del totale delle vittime per ora accertate nella regione di Valencia.
IL BILANCIO
La sindaca Maribel Albalat ieri sera ha parlato di 62 morti, una cifra drammatica che purtroppo potrebbe non rappresentare il dato finale. «Chiedo a tutti i cittadini di restare uniti», ha spiegato. E così è necessario tornare alla testimonianza di Carmen che prendendo fiato, appoggia la scopa con cui stava togliendo il fango dall’abitazione dei genitori, e conferma: «Sono tanti i giovani morti per salvare le auto, è una tragedia senza fine e siamo stati lasciati soli, devo dirlo».
RASSEGNAZIONE
S’insinua lo sconforto anche se in questa zona non vince la corsa alla lamentela ma prevale il desiderio di ripartire, di mettersi al lavoro per ripulire le strade: «Io adesso non vedo un futuro, è difficile andare avanti: ho perso la mia macchina, ho perso il mio lavoro, l’impresa dove ero occupata come impiegata è stata danneggiata seriamente dell’alluvione e chissà quando e se potrà riaprire. Per questo, certo, dico che ha avuto ragione mio padre, al telefono, a insistere, a chiedermi di non andare a mettere al sicuro l’automobile. Ma allo stesso tempo non riesco ad avere fiducia nelle promesse del governo che dice che saremo aiutati, che potremo riparare le nostre case, acquistare di nuovo ciò che abbiamo perduto. Tutto è andato via così, in pochi minuti».