Banche del latte materno, corsa alla donazione dopo l?appello sul web. «Serve aiuto per salvare le vite»

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Ci sono banche che custodiscono denaro, altre che invece conservano al loro interno un bene ancora più prezioso in grado di salvare vite. Sono le banche del latte umano. Si tratta di centri di raccolta e distribuzione di latte donato dalle neomamme e destinato ai piccoli pazienti che ne hanno assoluto bisogno e che non possono ricorrere al latte delle proprie madri. Ce ne sono 44 su tutto il territorio nazionale.

Un alimento che secondo la Società Italiana di Neonatologia ha per i neonati prematuri e per quelli con patologie, gli stessi benefici «di una medicina salvavita». «È un bene indispensabile per coloro che non possono rimanere nel reparto di Ostetricia accanto alle proprie mamme», spiega il presidente Sin Luigi Orfeo.

Il Lactarium dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, con 130 mamme donatrici, è tra i primi in Italia per quantità di latte raccolto: oltre 800 litri sono già stati donati dall’inizio del 2024. Quantità che tuttavia non riesce a coprire il fabbisogno reale. «Il latte non è abbastanza. Ci sono ancora oggi bimbi che ne restano senza. Abbiamo bisogno di donazioni», aveva spiegato il suo responsabile Guglielmo Salvatori, in un servizio video pubblicato sul Messaggero lo scorso 10 ottobre. Un appello accorato esploso in oltre 700 mila bacheche social capace di accendere la sensibilità di moltissime mamme che prima ignoravano questo problema e che si sono fatte avanti per dare una mano.

A poche ore dalla sua pubblicazione - ha fatto sapere l’Ospedale romano - la banca del latte ha registrato un importante incremento di offerte di disponibilità: 24 in soli 4 giorni a fronte di una media di 2 nuove donatrici a settimana, ovvero un numero di richieste 20 volte maggiore. Una sensibilizzazione, quella del Messaggero, «che sarà utile a tanti bambini», ha commentato Salvatori, che si è detto felice dell’importante risultato.

L’ALLARME

Eppure a livello nazionale rimane ancora molto lavoro da fare. I dati dell’Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato fotografano una situazione di emergenza. «Gli ultimi numeri del 2021 ci dicono che il latte raccolto in Italia, 14 mila litri in 12 mesi, riesce a soddisfare solo un terzo delle esigenze dei neonati sotto i 1500 g, i principali beneficiari. E per il 2024 non ci aspettiamo grandi miglioramenti», mette in guardia Guido Moro, presidente Aiblud Onlus.

Numerosi i benefici che l'assunzione di latte umano, a differenza di quello artificiale, comporta per questo tipo di pazienti. Tra gli altri, secondo la Società Italiana di Neonatologia ci sono la riduzione dell’incidenza di intolleranza alimentare, di enterocolite necrotizzante, di displasia broncopolmonare, miglioramento degli outcome neurocognitivi e promozione dello sviluppo cerebrale. «L’utilizzo precoce del latte umano poi - spiega Orfeo - consente una riduzione dei tempi di degenza e protegge dalle infezioni, anche sul lungo termine: gli adulti che lo hanno ricevuto hanno probabilità minore di ammalarsi di diabete, ipertensione, obesità e anche di alcuni tipi di tumori».

LE CRITICITÀ

L’Italia è il primo Paese in Europa per numero di banche, seguito dalla Francia e dalla Germania. Manca però, denuncia Aiblud, una rete che permetta di rispondere in modo capillare alle esigenze delle terapie intensive neonatali. Rimangono scoperte a oggi ben 4 regioni. «La Basilicata, il Molise, la Val D’Aosta e la Sardegna ancora non hanno banche del latte», spiega Moro. «Il latte donato in Val D’Aosta, ad esempio, viene spedito fino all'Università di Torino e, dopo essere stato trattato, congelato e pastorizzato, torna in Val D’Aosta per essere distribuito». Un viaggio di oltre cento chilometri che pure riesce a coprire parte del fabbisogno. Diversa invece la situazione in Sardegna. «Siamo di fronte a una vera emergenza. L’isola ne è completamente sprovvista - spiega Moro - Riceviamo molte richieste alle quali non sappiamo cosa rispondere».

Quando invece il gesto d’amore di chi dona riesce a incontrare il desiderio di una mamma che ne ha bisogno, si crea un legame speciale tra due famiglie, che pure non si conoscono. «Grazie al latte donato mia figlia ha superato due interventi da appena nata e ha messo su peso - racconta Enza, stringendo tra le braccia la sua piccola - Grazie a te mamma, che hai donato il tuo latte alla mia bambina. Sei stata fondamentale, chiunque tu sia».

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