Checker Marathon: da irrilevante a iconica grazie a De Niro in Taxi Driver

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Prodotta dalla Checker Motors Corporation a partire dal 1961, fu a lungo la vettura più utilizzata come taxi nelle città americane: la fama arrivò grazie al film di Scorsese

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Se è attendibile il vecchio adagio secondo il quale i cani assomigliano ai padroni, in questo caso dev'essere preso in prestito anche per le macchine. Prendete il caso di Travis Bickle/Robert De Niro: ventiseienne, eppure già reduce dal Vietnam, impegnato a fendere la notte newyorchese con il suo taxi, per intraprendere un nuovo capitolo della sua trasandata esistenza. Nel film di Martin Scorsese che ha segnato un'intera generazione di cineasti e attori - Taxi Driver, naturalmente - l'auto diventa un'estensione meccanica del protagonista, riflettendo il suo senso di solitudine e isolamento sociale: è il mezzo che lo aiuta a spostarsi e a pensare. E non sempre si tratta di un bene.

La vettura in questione era una Checker Marathon. Un mezzo a dire il vero alquanto basic e non certo destinato a strappare le prime pagine di qualche patinata rivista di auto. Ma il fatto che al volante si sieda questa versione alienata e preoccupante di De Niro cambia il corso delle cose. Prodotta dalla Checker Motors Corporation per fare principalmente da taxi, appunto, era caratterizzata da un design marcato e robusto. La Marathon era costruita per resistere alle difficili condizioni urbane e, con la sua silhouette squadrata e il suo ampio abitacolo, era l'ideale per il lavoro dei tassisti. Venne realizzata dal 1961 al 1982 e montava motori a sei cilindri, in grado di offrire un discreta dose di potenza e affidabilità.

Più nel dettaglio, i motori utilizzati erano inizialmente dei sei cilindri in linea, con testa a L di fabbricazione Continental, ma furono in seguito sostituiti dai V8 small-block Chevrolet, nel 1965. I motori continuarono a cambiare con l'introduzione di modifiche da parte di Chevrolet, raggiungendo l'apice con il V8 L-48 350 del 1969, che produceva 300 CV (224 kW). Nel 1969, un motore diesel Perkins da 4,236 L non turbo fu disponibile come opzione per tutti i modelli, ma solo per un anno. Nel 1973, la potenza della 350 era scesa a 145 CV (108 kW) e nel 1975 furono introdotte le marmitte catalitiche. Per il 1980, la gamma di motori fu completamente modificata, con un V6 da 3,8 litri che sostituì la vecchia unità in linea e un V8 standard più piccolo da 267 ci (4,4 L). La grande novità fu il motore Oldsmobile LF9, un V8 diesel da 350 cu.

L'abitacolo era ampio, funzionale e spartano: si addiceva alla funzione principale dell'auto, trasportare persone e bagagli. Negli anni Settanta, dopo l'uscita del film, la vettura registrò un boom di vendite tra gli addetti ai lavori. La scelta di un taxi come protagonista della storia è del resto doppiamente simbolica: rappresenta il lavoro quotidiano, ma anche il degrado e la brutalità della vita urbana. La Marathon, con la sua livrea gialla e il suo aspetto inconfondibile, diventa un simbolo della città stessa, un luogo dove la vita e la morte si intrecciano con cadenze inquietanti. Mentre De Niro guida per le strade di New York, la Checker Marathon diventa testimone delle sue esperienze e dei suoi conflitti interiori.

Così un'auto altrimenti destinata a rimanere del tutto dimenticabile è divenuta icona.

Rappresentava non solo il cinema degli anni '70, ma anche un grimaldello per parlare dei problemi che si addensavano sulle nostre società, in un'epoca in cui le storie di alienazione e ricerca di identità erano al centro del dibattito sociale. Oggi, l'auto è spesso vista come un simbolo nostalgico di una New York svanita, ma che continua a pulsare attraverso il film e il personaggio di Travis Bickle.

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