"Come ricostruirò la Romagna. E non possiamo lasciare il Libano"

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Il generale Figliuolo, commissario per la ricostruzione, fa il bilancio degli aiuti. "Dal governo già stanziati 2,8 miliardi: i pagamenti entro otto giorni"

"Come ricostruirò la Romagna. E non possiamo lasciare il Libano"

Il generale Francesco Paolo Figliuolo, 63 anni, è un militare con una carriera di ferro. È un uomo del Sud però viene dagli alpini. Stava in artiglieria da montagna. Ha servito l'Italia da Tenente Colonnello in Bosnia e Kosovo subito dopo la sanguinosa guerra civile e poi come Generale di divisone quale comandante della forza Nato e Colonnello in Afghanistan. Diventato tra i massimi esperti in emergenze. È stato l'uomo che ha combattuto il Covid, in condizioni difficilissime e con ottimi risultati. Ora è il commissario straordinario per la ricostruzione dell'Emilia-Romagna travolta dalle alluvioni.

Generale, cerchiamo di capire bene come sta la questione degli aiuti all'Emilia Romagna. Quanti soldi sono stati stanziati a favore degli alluvionati?

«Per gli interventi di ricostruzione pubblica il governo ha stanziato 2,828 miliardi di euro».

Di questi, quanti per l'Emilia-Romagna?

«Sono stati autorizzati 6.444 interventi per un importo di 2,455 miliardi di euro. Si tratta di interventi per la difesa idraulica, il ripristino dei danni alle infrastrutture stradali e ferroviarie, le infrastrutture sportive e le scuole».

Ok, 2 miliardi e mezzo. Ma quanti sono stati realmente erogati fino adesso?

«Circa 256 milioni di euro, tra acconti, stato avanzamento lavori e saldo (a lavori terminati), sulla base delle richieste pervenute da Province, Comuni, Unioni dei Comuni, Consorzi di bonifica, Agenzia regionale di sicurezza territoriale e Protezione civile».

Da quando arriva la richiesta a quando erogate i fondi quanto tempo passa?

«In media paghiamo in 8 giorni».

Parliamo della difesa idraulica. Cioè delle strutture da realizzare per prevenire nuovi disastri. Lì quanti soldi avete messo?

«Sono stati complessivamente stanziati 791 milioni di euro per 763 interventi».

1,2 miliardi era la cifra destinata ai ristori per famiglie e imprese. Quanti sono i soldi effettivamente richiesti fino ad oggi?

«La Struttura commissariale ha concesso ad oggi, a famiglie ed attività produttive, contributi per 46,5 milioni di euro (34,3 milioni alle famiglie e 12,2 milioni alle attività produttive). Delle 2.376 domande ricevute, 1.473 sono state già accolte positivamente (62%), mentre 903 restano in fase di istruttoria. Sono previsti inoltre altri 700 milioni di euro del credito d'imposta con una prossima ordinanza, già al vaglio della Corte dei conti».

Le recenti ordinanze prevedono la possibilità di assumere più velocemente personale tecnico-amministrativo sul territorio.

«Già ad ottobre 2023, su mia proposta, il Governo ha adottato una norma specifica che ha previsto la possibilità per gli enti locali di assumere personale tecnico e amministrativo (fino a un massimo di 250 unità, di cui 216 per la regione Emilia-Romagna) a tempo determinato, mediante lo scorrimento delle graduatorie vigenti di concorsi già banditi. Constatato il limitato numero di personale tecnico resosi disponibile, è stato necessario ampliare ulteriormente le possibilità di assunzione. A tal proposito, subito dopo l'emanazione della norma primaria, a settembre 2024, ho firmato l'ordinanza attuativa che permette ai Comuni di assumere personale solo sulla base dei titoli e previo colloquio. Contestualmente, ho proceduto anche a stipulare convenzioni con società in house dello Stato che, grazie alle loro capacità tecniche ed amministrative, supportano gli enti locali nelle progettualità più complesse».

Generale lei si è occupa della ricostruzione maggio 2023, ma ha più volte dichiarato che oltre alla prevenzione esiste un progetto decennale che si chiamano piani speciali. In cosa consiste a che punto siamo?

«I Piani speciali sono strumenti di pianificazione a medio-lungo termine, mirati a rafforzare la resilienza dei territori di Emilia-Romagna, Marche e Toscana. Si articolano in cinque ambiti: dissesto idrogeologico, opere pubbliche e beni culturali, infrastrutture ambientali, stradali e ferroviarie. Proseguono la fase emergenziale, in continuità con le ordinanze già avviate, in una prospettiva di prevenzione rispetto agli eventi avversi. Lunedì prossimo, 28 ottobre, in sede di cabina di coordinamento, da me presieduta, sarà approvato un piano pluriennale di interventi prioritari di prevenzione del rischio idraulico e, a tal proposito, procederò con la predisposizione di una specifica ordinanza con il supporto di Adb Po e della Regione Emilia-Romagna e dei Ministeri interessati. La struttura commissariale renderà subito disponibili le risorse residue in contabilità speciale. Le rimanenti risorse affluiranno secondo i cronoprogrammi di ciascuna impresa tramite i fondi che il Dipartimento Casa Italia della PCM e i Ministeri competenti renderanno disponibili nelle varie annualità».

Generale, parliamo di Medioriente. Lei cosa pensa della missione Unifil. Va bene così? Deve essere ritirata? Deve essere rafforzata?

«Unifil deve continuare a operare nel sud del Libano e, al tempo stesso, la presenza dei caschi blu e la stessa risoluzione 1701 va rafforzata. Non possiamo abbandonare la popolazione libanese proprio in questo momento cruciale per la storia del Paese. Il deteriorarsi delle condizioni di sicurezza, a causa dei numerosi lanci di ordigni verso Israele e delle operazioni militari israeliane contro le milizie di Hezbollah, rende più che mai importante sostenere le iniziative per il rafforzamento delle Forze armate libanesi affinché siano in grado di garantire efficacemente il pieno controllo del loro territorio, a cominciare dalla Blue Line in cooperazione con Unifil. Tutte le parti hanno l'obbligo di garantire la sicurezza e l'incolumità del personale e delle strutture dell'Onu dove operano con coraggio e professionalità oltre mille militari italiani».

Hamas e Hezbollah sono organizzazione terroristiche. Come si fa a fare guerra contro i terroristi?

«Il terrorismo si combatte attraverso lo Stato, che deve avere la capacità di garantire la sicurezza dei propri cittadini. Per questo motivo, poniamo una forte attenzione all'addestramento della polizia palestinese e alla collaborazione e al supporto alle Forze Armate Libanesi.

Il nostro obiettivo è costruire istituzioni solide e capaci, in grado di contrastare efficacemente la minaccia terroristica e promuovere un ambiente sicuro e stabile per tutti. Al tempo stesso, dobbiamo ricordarci che Hamas e le altre organizzazioni criminali si fondano sulla violenza e sull'odio, che tuttavia sono ideologie fallimentari».

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