"Così resterà un solo elettore". Conte e Grillo litigano, Casaleggio sfotte il M5S

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Il figlio di Gianroberto piccona ancora i 5 Stelle: "C'è una finta partecipazione, con degli iscritti che non si sa chi siano. È un percorso democratico? Beh, se non si conosce nemmeno il numero degli iscritti..."

L'ex pentastellato Davide Casaleggio L'ex pentastellato Davide Casaleggio

Lo show all'interno del Movimento 5 Stelle si arricchisce di un nuovo colpo di scena e Davide Casaleggio mette sale sulla ferita, il classico dito nella piaga da parte di chi si è allontanato ormai da tempo e non rinuncia a tirare altre punzecchiature. D'altronde le infinite diatribe della galassia gialla sono un eccellente assist. E così il figlio di Gianroberto, alla luce del contratto di Beppe Grillo non rinnovato da Giuseppe Conte, ha sbeffeggiato il M5S e ne ha rimarcato la fragilità.

Finirà come in Highlander? Alla fine tra Conte e Grillo ne resterà solo uno? Il tempo ci fornirà la risposta, ma intanto Casaleggio ha avuto pronta la battuta: "Sì, ma un solo elettore se continuano così...". Un'uscita ironica e maliziosa, che però allo stesso riflette un elemento che non può passare inosservato: il Movimento da mesi è vittima di una crisi di consensi che ha portato al famoso 9,9% racimolato alle elezioni europee. Ormai sui territori ha il peso di una qualunque lista civica, e certamente i continui dissidi tra il presidente dei 5 Stelle e il comico genovese non aiutano a recuperare gli elettori che nel frattempo hanno voltato le spalle al M5S.

E pensare che la fase costituente avrebbe dovuto favorire un momento di dialogo per ricompattarsi e rilanciare le sorti politiche del Movimento. Il risultato? Conte e Grillo sempre più distanti, con l'ombra della scissione che torna ad avvolgere Campo Marzio. Senza dimenticare la guerra delle carte bollate, tema su cui Casaleggio - intervistato ai microfoni di Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora - ha alzato il dito e ha ricordato: "Il simbolo del M5S è di proprietà dell'Associazione fondata da me e da Luigi Di Maio".

Sullo sfondo resta il compito fissato da Conte che però, a questo punto, ha assunto i contorni di un'utopia. Il Movimento sarebbe da ristrutturare, ma ormai ha cambiato fisionomia ed è qualcosa di completamente diverso rispetto alle origini. Motivo per cui, in fondo, bisognerebbe trovare un nome diverso per quello che nei fatti è un nuovo partito.

Svariate volte è stata sollevata la questione della democrazia diretta e del coinvolgimento della tanto cara basa.

"C'è una finta partecipazione, con degli iscritti che non si sa chi siano. Conte ha estratto queste persone, ma non si sa come, partecipa direttamente alla riunione. È un percorso democratico? Beh, se non si conosce nemmeno il numero degli iscritti...", ha concluso Casaleggio.

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