Depistaggio Borsellino, chiesto il rinvio a giudizio per quattro poliziotti per la strage di via D'Amelio: sono accusati di falsa testimonianza

3 ore fa 3

Al termine dell'udienza preliminare che si è celebrata oggi a Caltanissetta, il pm Maurizio Bonaccorso ha chiesto il rinvio a giudizio per i poliziotti Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli per il reato di depistaggio. Ai quattro, ex appartenenti al gruppo di indagine "Falcone-Borsellino", viene contestato dalla Procura di Caltanissetta di aver reso false dichiarazioni nel corso delle loro deposizioni in qualità di testi nel processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di Via D'Amelio che si era concluso, in secondo grado, con la prescrizione del reato di calunnia per i tre imputati.

Strage di via D'Amelio, i figli di Borsellino citano la presidenza del Consiglio e il Viminale come «responsabili civili» del depistaggio di 4 agenti

Le reazioni

«Avete visto che stavano creando il mostro (Scarantino ndr) e avete taciuto.

Poi, quando finalmente l’impostura si è disvelata, dovevate darci una mano. Dovevate dirci quello che avete visto, quello che i vostri colleghi hanno commesso. Alcuni hanno mentito in maniera spudorata. Abbiamo assistito a momenti in cui avete umiliato i vostri colleghi, la memoria dei vostri colleghi». Rivolgendosi direttamente ai 4 poliziotti imputati per il depistaggio sulle indagini sulla strage di via D’Amelio, l’avvocato Fabio Trizzino, legale dei figli del giudice Paolo Borsellino con l’avvocato Vincenzo Greco, ha chiesto al gup di Caltanissetta David Salvucci il rinvio a giudizio per i quattro poliziotti accusati del depistaggio, Maurizio Zerilli, Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi e Angelo Tedesco. «Chi ha partorito il depistaggio lo ha fatto nel momento in cui ha deciso di accelerare la strage - dice il legale - L’agenda rossa non l’hanno presa né Zerilli né Di Gangi o Maniscaldi. E’ stata fatta sparire da chi aveva da temere qualcosa. Però non ci avete aiutato, ci avete umiliato. E questo a mio giudizio è grave. Vi siete accorti e avete coperto». Per Trizzino il depistaggio «è iniziato alle 17 del 19 luglio 1992. Loro sono stati chiamati a fare parte di un abominio. Ciascuno è entrato, ha fatto il suo. Siccome sono validi poliziotti, sono convinto che si sono resi conto di quello che stava accadendo- dice Trizzino - Hanno in un primo momento taciuto, durante il primo, secondo e terzo dibattimento. In qualche modo è comprensibile il loro atteggiamento». 

«Ho avuto la sensazione che loro vivessero questi processi come una somma ingiustizia in ragione del fatto che coloro che li dovevano dirigere nel corso delle indagini, sono stati semplicemente sfiorati e non coinvolti per come era necessario quantomeno con riferimento alla figura di Giovanni Tinebra (ex Procuratore di Caltanissetta ndr), Carmelo Petralia e Annamaria Palma (ex pm di Caltanissetta ndr). Ma questo non li giustifica». Rivolgendosi ancora ai poliziotti imputati dice: «Avete taciuto durante il processo bis quando è venuto fui il problema dell’indottrinamento a Scarantino. Con una sentenza aberrante i giudici del secondo grado hanno trasformato in una attività meritoria quella di Mattei e Ribaudo. Che Scarantino fosse antropologicamente inadeguato, ad avere avuto qualche ruolo nella esecuzione di una strage, per la vostra esperienza investigativa lo sapevate».

Leggi tutto