Il cadavere di Gino Panaiia è stato ritrovato lungo l'Alzaia Naviglio Pavese, poco dopo il Comune di Casarile. Recuperato dai vigili del fuoco del distaccamento milanese di via Darwin, i carabinieri sono riusciti ad indentificare il corpo. Il 25enne era scomparso lo scorso sabato nelle campagne di Zibido San Giacomo.
La vicenda
Il 25enne milanese era scomparso la notte di Halloween da Zibido San Giacomo.
Oggi il ritrovamento del cadavere tra le acque. Durante la puntata di ‘Chi l’ha visto?’ del 6 novembre, sono stati ascoltati gli amici e la sorella di Gino, che ha dichiarato: «Non ci convince il racconto di nessuno. Non capisco perché nessuno lo abbia fermato».
Le testimonianze raccolte raccontano che la sera del 31 ottobre, Gino avrebbe avuto una discussione con la fidanzata, seguita da un confronto con un ragazzo fuori dal locale. Alle 1:33, ha chiamato la fidanzata, apparendo però molto confuso e dicendole di trovarsi in mezzo ai campi. Dopo aver lasciato il bistrot di via Togliatti, Gino avrebbe imboccato un sentiero sterrato e fangoso che porta a Cascina Casiglio, scegliendo probabilmente una strada secondaria per evitare eventuali controlli da parte delle forze dell’ordine (non possedeva la patente). Alle richieste della fidanzata di conoscere la sua posizione, non ha risposto. Una seconda chiamata alle 1:40 non ha avuto esito, e l’ultimo scambio di dati dal telefono di Gino è registrato alle 2:22.
Nelle campagne vicino al Naviglio Pavese, erano già stati ritrovati il motorino, il casco, il giubbotto smanicato e il portafoglio di Panaiia. Inoltre, all’interno della Cascina Casiglio, era stato trovato un borsone contenente 20 chili di eroina griffata, sequestrata dai carabinieri. Le confezioni portano il simbolo di Louis Vuitton, il che potrebbe aiutare a ricostruire la rete di distribuzione dello spaccio e capire a chi fosse destinata la droga.
Al momento, non ci sono prove che il mistero della scomparsa di Gino sia collegato al ritrovamento della droga, ma la circostanza resta curiosa. Coincidenza aggravata dalla parentela di Panaiia con Igino Panaiia, coinvolto nel 2013 in una faida legata allo spaccio tra i Magrini e ritenuto uno dei boss della zona di via Fleming.
Le ricerche eranato state sospese dopo un confronto operativo tra la Prefettura e il Comando provinciale dei vigili del fuoco. Le operazioni di ricerca, che erano iniziate il 1° novembre, avevano visto l’impiego di pompieri, militari, volontari della Protezione civile e polizia locale, supportati da droni ed elicotteri. Oggi il drammatico ritrovamento, le dinamiche sono ancora da accertare.