Torna l'inverno e tornano i virus influenzali, che già nelle scorse settimane hanno registrato i primi contagi nel nostro paese. Quest'anno in particolare desta preoccupazione la circolazione dell'influenza Australiana, di cui il primo caso in Italia è stato segnalato a Genova da Matteo Bassetti, Direttore del reparto di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. Si trattava di un caso particolarmente grave, in cui il virus aveva generato complicanze neurologiche, portando il paziente a non riconoscere sua moglie. Ma di cosa si tratta e quali sono i suoi sintomi?
Dottor Bassetti, che cosa è l'influenza australiana?
«Facciamo chiarezza, è sbagliato definirla influenza australiana. Si tratta del virus H3N2, che insieme all' H1N1 causa l'influenza di tipo A. Ci sono poi altri due virus che causano l'influenza B e tutte le 4 tipologie sono coperte nella vaccinazione anti-influenzale. Il virus H3N2 quest'anno è stato chiamato "australiana" semplicemente perché è stato quello che ha circolato maggiormente in Australia, durante l'inverno appena trascorso. Ma non si tratta di un virus nuovo per noi italiani, anche se negli scorsi anni ha circolato meno nella nostra penisola»
Ci sono dei sintomi specifici del virus H3N2?
«I sintomi sono quelli dell'influenza tradizionale: febbre sopra i 38 gradi, disturbi come tosse, mal di gola, tracheite (voce che si abbassa), dolore alle ossa e per i bimbi anche diarrea e vomito»
Ci possono essere complicanze anche in altri organi?
«L'infuenza, indipendentemente dal tipo di virus che la causa, non è una malattia banale. Ogni anno causa dalle 10mila alle 15mila vittime in Italia. E può portare a complicanze anche gravi, attaccando organi come il cuore (causando miocarditi e pericarditi), cervello (encefaliti), polmoni (polmoniti, broncopolmoniti soprattutto in forma intersiziale) fegato (epatiti), rene (nefriti collegate al virus). Dipende dalle condizioni del paziente, dal suo sistema immunitario, dall'età, dalla co-morbilità».
Perché preoccupa la circolazione di questo virus, ha conseguenze più gravi degli altri?
«L'influenza da H3N2 non ha conseguenze o effetti più gravi rispetto a quella causata da altri virus. Quest'anno però desta preoccupazione perché negli anni scorsi questo virus ha circolato poco nel nostro paese e quindi il nostro sistema immunitario non è più allenato a combatterla, quindi soprattutto per i bambini piccoli rappresenta un rischio».
Che inverno ci aspetta? Ci potrebbero essere rischi dovuti alla circolazione contemporanea anche del Covid?
«La circolazione contemporanea di più virus come Covid, influenza e virus interstiziale potrebbe essere devastante. Può arrivare un momento epidemico con temperature che si abbassano, ad esempio a metà novembre, persone che già stanno male con l'influenza che si sommano a chi si ammala per Covid o virus interstiziale. Rischiamo di avere al letto qualche milione di italiani nella stessa settimana, un problema per la società ma anche per il sovraffollamento delle strutture sanitarie, quelle di base territoriali e gli ospedali».
Cosa si può fare per proteggersi?
«Vaccinarsi. Il vaccino contro l'influenza copre anche dal virus H3N2 (la cosidetta Australiana). Dovrebbero farlo soprattutto le persone sopra i 65 anni e i bambini fino a 5 anni. Purtroppo al momento la copertura vaccinale non è sufficente: in Italia contro l'influenza si vaccina 1 persona su 5, meno del 20% e di quelli piu di 65 anni meno del 50%. L'influenza viene sottovalutata e invece l'anno scorso l'influenza ha contato 15 milioni di contagi (un italiano su 4)».
E se veniamo contagiati, come dobbiamo agire?
Bisogna rivolgersi al medico e evitare di prendere antibiotici che non servono a nulla contro l'influenza. Inoltre usare il paracetamolo solo per abbassare la febbre sopra i 38, non prenderlo fisso ogni 8 ore. Il paracetamolo è infatti tossico a livello epatico, può causare complicanze gravi se preso in modo massiccio. La vaccinazione è importante perché riduce anche l'uso di antibiotici, che è un grande problema del nostro paese.
Al momento come è la situazione dei contagi?
Siamo appena all'inizio, l'influenza è partita da un paio di settimane con pochi casi e anche le temperature miti non stanno aiutando diffusione contagio. Ma ora a novembre ci potrebbe essere un picco di contagi con l'abbassamento delle temperature.