La folla è quella delle grandi occasioni. Finiti i posti a sedere e anche quelli in piedi. Naturale se, in aula, si vota il via libera al terzo mandato di De Luca. Quest’ultimo arriva tra i primi. Scuro in volto, tirando dritto quando vede i giornalisti. Nemmeno buongiorno. I consiglieri del Pd invece, da giorni nel mirino del partito nazionale per quella che viene considerata un’insubordinazione, arrivano invece alla spicciolata. Sono per il via libera. Tranne Bruna Fiola che, infatti, prima del voto viene chiamata in disparte da Nello Mastursi, il braccio destro del governatore, per un ultimo tentativo di convincimento. Ma d’altronde i numeri ci sono eccome.
A cominciare da Valeria Ciarambino, ex candidata grillina alla presidenza, ormai diventata iperdeluchiana. «Non capisco quest’ipocrisia: è giusto che si prosegua il lavoro e De Luca chieda il voto agli elettori». «Altro che lodo Alfano come legge ad personam…in questo caso siamo stati trascinati in questo teatrino per una norma che vale e varrà solo per una persona: tanto valeva mettere la data di nascita del presidente», attacca invece in aula l’ex governatore Stefano Caldoro.
«Questa norma è stata già applicata altrove, in ultimo dal Piemonte nel luglio 2023», spiega il vicegovernatore Fulvio Bonavitacola. E aggiunge: «Certo si è arrivati in ritardo ma questa norma andava recepita. E nel 2009 si è trattato solo di legge elettorale e non dell’accesso all’elettorato passivo. E comunque per lasciare il segno nel cambiamento di una regione non bastano 10 anni». «Bravo Bonavitacola…», sussurra dopo ad un collega di maggioranza l’ex grillina Ciarambino. E poi in aula nel suo intervento attacca riferendosi alla Schlein evidentemente: «Non possono decidere le segreterie di partito..».
Poi è il turno del capogruppo dem Mario Casillo roso dai tormenti di queste ultime ore che cerca ancora di tenere tutto assieme: «Abbiamo il senso di appartenenza al Pd ma non possiamo non tener conto del lavoro fatto in questi nove anni. E spero possiamo governare assieme, con tutto il Pd e De Luca, i prossimi 5 anni». Il renziano Tommaso Pellegrino chiude: «Questa mattina si può vedere come la maggioranza è unita.
E il nostro candidato presidente è De Luca». E il governatore, all’istante, tira fuori un corno. Per la serie non si mai…
Finalmente si vota dopo un’ora di discussione e si passa per appello nominale, come chiede Il leghista Nappi urlando. Luigi Cirillo obietta. Scoppia la bagarre. «Vutamm', facimme primma», urla il presidente Oliviero.
Alla fine si vota per appello nominale. E il terzo mandato passa con 34 voti favorevoli, 16 contrari e vede astenuta la dem Bruna Fiola, unica del gruppo del Pd a mantenere il punto. Ora la strada di De Luca per il terzo mandato è libera.